Grey Daze: “Nel nuovo album la voce di Chester Bennington mette i brividi”

I Grey Daze, la vecchia band di Chester Bennington dei Linkin Park, ci raccontano come è nato AMENDS, il nuovo album dove risentiremo la voce di Chester.

La tragica scomparsa di Chester Bennington ha sconvolto addetti ai lavori e fan di tutto il mondo. La sua vecchia band, con cui aveva ricucito i rapporti e pianificato di pubblicare un nuovo album, ha portato avanti questo progetto ambizioso e, adesso che AMENDS è realtà, ascoltare di nuovo la voce di Chester mette i brividi. Abbiamo chiacchierato con la band per sapere di più di questo progetto, la cui pubblicazione – prevista inizialmente per questo 10 aprile – è stata posticipata al 26 giugno a causa del Coronavirus.

Quando avete deciso che era il momento giusto per pubblicare AMENDS?

Avevamo già iniziato a lavorarci quando Chester era vivo. Volevamo divertirci come ai vecchi tempi. Il piano era fargli registrare le parti vocali mentre era in tour con i Linkin Park. Dopo la sua morte abbiamo bloccato tutto per circa otto mesi. Un giorno mi sono alzato e, parlando con mia moglie, ho deciso che avrei dovuto portare a termine il progetto. Dopo averne discusso col resto della band, ho chiamato Talinda [moglie di Chester] e mi ha dato la sua benedizione; allora ho chiamato i suoi genitori e anche loro mi hanno detto che era la cosa giusta da fare. A quel punto abbiamo ripreso alcune registrazioni e cercato di capire cosa era utilizzabile dei vecchi demo.

Avevate fin da subito una visione chiara di come avrebbe dovuto suonare l’album?

Avevamo 27 canzoni e ne abbiamo completate 11. La visione è diventata sempre più chiara man mano che ci avvicinavamo alla fine. Lo scopo era avere un suono moderno, come se Chester avesse registrato le parti vocali una settimana prima, e mantenere l’integrità del materiale. Quando abbiamo terminato di registrare l’ultima traccia, la versione acustica di Sometimes, non ci sembrava vero. Sono stati tre anni di duro lavoro, ma abbiamo reso ogni pezzo veramente speciale.

Qual è stato il contributo di Munky e Head dei Korn?

Hanno suonato su B12Chester li adorava e, tramite lui, siamo diventati amici. Hanno dimostrato una disponibilità unica ed è anche grazie a loro se il pezzo è venuto così bene.

Come pensate di promuovere l’album?

Non faremo tour con altri cantanti. Al limite, qualche tribute show con degli ospiti. Per noi queste canzoni hanno un significato troppo importante e devono rimanere incontaminate.

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