Suzi Quatro: la prima bassista donna di fama mondiale

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Suzi Quatro è stata la prima bassista e cantante donna a essere considerata parte dell'Olimpo del rock. Ecco il percorso che l'ha portata alla fama. 

Prima di fare ciò che ho fatto, noi [donne, N.d.R.] non avevamo un posto nel rock 'n' roll. O almeno non proprio. [...] Sono stata la prima a essere presa sul serio come musicista e cantante rock, il che non era mai stato fatto prima. Ho giocato allo stesso gioco degli uomini. Per tutte quelle che sono venute dopo è stato un po' più facile, il che è un bene, ne sono orgogliosa. 

Così risponde Suzi Quatro quando le viene chiesto qual è stato il suo ruolo nell'industria musicale. In effetti, la Quatro è stata una vera e propria icona del rock – soprattutto del glam rockanni 70 e per lei la scalata al successo non è stata facile. L'artista divenne un'ispirazione per molte altre donne, anche per la nostra Gianna Nannini, ve ne abbiamo parlato in questo articolo

La rocker crebbe in un ambiente estremamente multiculturale: nipote di immigrati italiani a Detroit, la Quatro (così il cognome italiano Quattrocchi venne registrato dalle autorità quando il nonno paterno di Suzi entrò negli States), crebbe assieme alle sue quattro sorelle e un fratello e diversi bambini dei quali i suoi genitori ottennero l'affidamento nel corso degli anni. La mamma di Suzi portò in famiglia un po' della sua cultura d'origine, quella ungherese, mentre il papà musicista le insegnò la passione per la musica. 

Pare che la sua prima influenza musicale fu data da un'esibizione di Elvis Presley vista alla TV che le fece dire: "Voglio essere come lui". 

Da ragazzina iniziò a studiare pianoforte e batteria e imparò come suonare il basso e la chitarra da autodidatta grazie anche all'aiuto del padre che le regalò il suo primo basso e che la invitò spesso a suonare fin da molto piccola nella sua jazz band.   

Da ragazza iniziò poi l'avventura con il girl group Pleasure Seekers (come cantante e bassista) assieme alle sue sorelle Patti e Arlene. Dopo questa prima esperienza ufficiale improntata al garage rock, Suzi decise di trasferirsi in Inghilterra perché aveva ottenuto un contratto con un importante produttore discografico britannico del tempo, Mickie Most, che in quel momento stava cercando una rocker donna che potesse riempire il vuoto lasciato da Janis Joplin (vi abbiamo parlato in questo articolo del suo testamento musicale).

Dopo che suo primo singolo, Rolling Stone (1972), non ricevette commenti particolarmente positivi, Suzi decise di rivedere la sua immagine che nel complesso venne cambiata in modo da adattarla meglio al mercato dell'epoca decisamente incline all'hard rock. Fu un leggero cambio di rotta, certo, ma Suzi ci tenne sempre a precisare che non fu una manipolazione o uno stravolgimento del suo stile che, invece, non avrebbe mai accettato. 

Ed ecco, finalmente, il suo secondo singolo pubblicato nel maggio del 1973: Can The Can, un successo inatteso con il quale la Quatro colonizzò ogni parte d'Europa e Australia senza dimenticare, anche se con un successo leggermente minore, gli Stati Uniti. Il pezzo fu la spinta che diede il via a una serie di hit che l'avrebbero resa l'artista di successo che diventò negli anni 70. 

Fu proprio Can The Can a rendere l'artista non solo una cantante e bassista di fama mondiale. La pubblicazione di questo suo secondo singolo è vista da molti come il momento preciso nel quale la Quatro divenne a tutti gli effetti la prima bassista donna di fama internazionale rompendo così lo stereotipo che diceva che le donne non avrebbero potuto fare rock come gli uomini. A questo proposito, ci lasciamo con una citazione dell'artista che riassume bene la sua ambizione giovanile:

Qualcuno doveva pur fare questo passo e credo che sia ricaduto su di me perché non mi importa del gender. Non mi è mai importato. [...] Volevo suonare il basso come solista e non mi è mai venuto in mente che non potessi. Quando ho visto Elvis per la prima volta aveva cinque anni, ho deciso che volevo essere come lui e non ho pensato al fatto che lui fosse un uomo. Ecco perché questo compito è ricaduto su una come me.

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