Una delle caratteristiche che identificano il black metal è sicuramente il body paint, l'abitudine di truccarsi il volto di bianco e nero per le esibizioni. Ma come nacque? E in cosa si distingue dal corpse paint?
Il pesante trucco bianco e nero, utilizzato durante gli show da molti artisti rock e metal per assumere un aspetto disumano e demoniaco, è una delle caratteristiche più conosciute del black metal. Tuttavia, non è facile distinguere il body paint dal corpse paint vero e proprio, il cui obiettivo finale è quello di assomigliare a un cadavere.
Ecco, innanzitutto, alcuni degli artisti che hanno fatto del body paint un loro segno distintivo.
Arthur Brown
Non ci sono dubbi, se si cerca un capostipite del body paint si approda inevitabilmente ad Arthur Brown, esponente del theatrical rock degli anni Sessanta.
Basti pensare al videoclip con cui accompagna il suo singolo Fire, nel 1968, in cui l'artista compare con il volto truccato di bianco e nero e indossa un copricapo in fiamme. In questo caso tutto ciò che conta è la performance, in grando di sconvolgere il pubblico; questo è l'obiettivo del makeup pesante, del body paint.
Alice Cooper
Sarebbe impossibile parlare di body paint senza citare Vincent Damon Furnier, rappresentante dello shock rock (qua per leggere chi sono i maggiori esponenti di questo genere), che utilizza un pesante trucco nero intorno agli occhi come segno distintivo del suo personaggio: Alice Cooper. Anche in questo caso, tutto è finalizzato alla spettacolarizzazione delle esibizioni. Sul palco non mancano ghigliottine, serpenti e perfino sedie elettriche.
Kiss
Arthur Brown fu una fonte di ispirazione anche per i Kiss, che utilizzano il body paint come segno identitario, come metodo per distinguersi dalle altre band degli anni Settanta:
Volevamo fare un passo in avanti e il trucco ci è sembrato il modo perfetto per ognuno di noi per creare un personaggio che ci simboleggiasse e ci incarnasse come individui.
Dead e la nascita del corpse paint
Per tutti gli artisti sopracitati, il trucco è una parte fondamentale della performance, e la sua finalità è aumentare l'impatto dello show sul pubblico, aumentare la sua teatralità, e serve anche alla creazione di un personaggio. Per tale ragione si parla di body paint, ma non di corpse paint.
A chi risale allora l'invenzione del corpse paint? Quando quel trucco bianco e nero smette di essere finalizzato alla creazione di un'identità artistica, ma diventa l'espressione della volontà di assomigliare a un cadavere?
L'inventore del corpse paint vero e proprio è Per Yngve Ohlin, conosciuto come Dead, il morto. Esponente del black metal norvegese, fa parte della band Mayhem. Egli è conosciuto per la sua personalità morbosa e per la sua ossessione per la morte (da qui il suo nome d'arte). Il trucco, per lui, non è semplicemente uno strumento per creare un personaggio di scena, ma deve farlo assomigliare a un cadavere.
Dead non si considera umano, sente di essere una creatura di un altro mondo. Durante i concerti indossa magliette con stampati annunci funebri e si esibisce con spettacoli di autolesionismo. Arriva addirittura a seppellire i suoi vestiti sottoterra per alcuni giorni prima di indossarli per gli spettacoli, in modo che abbiano iniziato il processo di decomposizione. Alla fine, nel 1991, si suicida.
Seguono molti altri esponenti del corpse paint, sia nella scena del black metal norvegese, come i Gorgoroth, che nel resto del mondo, come i brasiliani Sarcófago. Tuttavia, Dead si considera colui che ha portato all'estremo questo stile, e, soprattutto, è il primo a distanziarsi dal body paint fine alla pura creazione di un personaggio e ad usare invece il trucco per rispecchiare quella che lui sente essere la sua identità profonda.