Quella canzone dei Queen composta in una vasca da bagno

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Un cambio di stile e un cambio di sound: fu quello che i fan dei Queen ebbero modo di osservare il 30 giugno 1980, con l'uscita di THE GAME. E poi, c'era quel rockabilly...

Quando Crazy Little Thing Called Love venne pubblicata prima come singolo, il 5 ottobre 1979, poi all'interno dell’album THE GAME, il 30 giugno di quarant'anni fa, la critica storse il naso. La critica, perché il disco riscosse invece un grande successo a livello di pubblico, raggiungendo la prima posizione nella classifica degli album più venduti per cinque settimane negli Stati Uniti e in Canada e in Gran Bretagna per due settimane. Arrivò secondo anche in Norvegia e Germania, quinto in Austria e Giappone, settimo in Svezia e decimo in Italia.

Le critiche mosse dai media erano molte. Prima di tutto, l'immagine che il gruppo aveva scelto di dare di sè: quattro figure in pelle nera in copertina che ricordavano un gruppo di bikers, con Freddie Mercury per la prima volta con i capelli corti (e poco dopo, anche con i celebri baffi).

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E poi, il contenuto. L'elemento di svolta fu la comparsa dell'elettronica. Fino a quel momento, infatti, i Queen avevano rifiutato categoricamente l'uso di sintetizzatori nelle loro incisioni. Con THE GAME, invece, citarono addirittura la marca del synth usato. Non mancavano poi contaminazioni di genere, sonorità disco e funky. Pensiamo anche solo a Another One Bites the Dust, con il suo caratteristico basso pulsante.

E Crazy Little Thing Called Love? Un rockabilly di una semplicità disarmante, genuina.

Il brano, a quanto si racconta, venne composto in una calda giornata estiva al Bayerischerhof Hotel di Monaco, precisamente in una vasca da bagno. Tra la schiuma, sembra che Mercury fosse stato colto da improvvisa ispirazione. Lo ha raccontato Peter Hince, roadie della band, nel suo libro Queen Unseen:

Fred canticchiava e tamburellava con le dita sul bordo della vasca da bagno. Pronunciava ad alta voce alcune note e poi all'improvviso mi sentii chiamare con urgenza. Portami la chitarra, presto, mi urlò Freddie al di là della porta del bagno. Riemerse dalla doccia ancora gocciolante, con l'asciugamano avvolto attorno alla vita e dopo aver attraversato il salotto mi prese lo strumento dalle mani e iniziò a suonarlo pizzicando le corde con le dita.

Non c'era tempo da perdere. Mercury radunò in fretta e furia il resto del gruppo, i tecnici dei Musicland Studios e il nuovo produttore discografico, Reinhold Mack, per registrare il brano. Un brano semplice ma efficace. Freddie Mercury, Roger Taylor e John Deacon incisero la base. Brian May, invece, che passeggiava tranquillamente per Monaco, trovò la canzone praticamente già ultimata. Si limitò così a incidere qualche riff, peraltro usando una Fender Telecaster e non la solita Red Special (di cui vi abbiamo parlato in questo articolo).

Di Crazy Little Thing Called Love venne realizzato anche un video promozionale, diretto da Dennis DeVallance. I Queen si presentarono davanti alle telecamere con i loro abiti di pelle. I famosi baffi di Freddie ancora non comparivano, ma il cambio di stile era ormai evidente, con quell'omaggio a Elvis Presley (ma anche, forse, a John Travolta in Grease) a cui Mercury non poteva non pensare.

E il pubblico, se non la critica, ne fu fin da subito entusiasta.

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