Le canzoni più belle di Billie Holiday

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Holiday at the Downbeat Jazz Club in New York City, 1947 https://en.wikipedia.org/wiki/Billie_Holiday#/media/File:Billie_Holiday_1947_(cropped).jpg

Quando cantava, portava una gardenia bianca tra i capelli. E il mondo la ascoltava a bocca aperta. Ecco le nostre 5 canzoni preferite della regina del blues.

Quella della signora del blues e del jazz Billie Holiday, che oggi avrebbe compiuto 105 anni, è una voce senza tempo. Una voce, per chi ne conosce la storia, carica di sofferenza.

Billie, nata nel 1915 a Filadelfia, cresce con la sola madre, una tredicenne inconsapevole e incapace di gestirla, che di fatto la affida alla cugina. Comincia per Billie un vissuto di violenza familiare e di traumi mai risolti: a dieci anni subisce uno stupro, per poi passare alla prostituzione, esercitata per guadagnarsi da vivere in un bordello clandestino di Harlem.

La svolta arriva proprio in uno dei locali notturni di Harlem dove Billie comincia a lavorare come ballerina. La gente la chiama "Lady", la signora, perchè si rifiuta di ricevere le mance dai clienti prendendole tra le cosce, cosa che invece fanno le sue compagne. Non balla, non si presta ad altri servizi, ma canta in maniera incredibile. Così, nel 1933, qualcuno la nota: John Hammond, artista e produttore, arrangia per lei e il celeberrimo clarinettista Benny Goodman un paio di pezzi.  

La sua carriera è finalmente avviata. Billie entra a far parte delle orchestre più in voga del momento, come quella di Count Basie. Incide inoltre diversi dischi con il pianista Teddy Wilson e il sassofonista jazz Lester Young, che le attribuisce il celebre soprannome di "Lady Day". Tra le prime cantanti nere a esibirsi assieme a musicisti bianchi, Billie registra Strange Fruit, meravigliosa canzone contro la discriminazione razziale scritta da Abel Meeropol.

Ma la vita, per Billie, non è facile nemmeno negli anni 40. Piegata da un matrimonio infelice, dalla morte della madre, e probabilmente anche dalla società americana - per cui è sempre una donna nera, seppur artista straordinaria - comincia ad assumere stupefacenti, soprattutto eroina.

A risentire di questo nuovo stile di vita è, prima di tutto, la voce, poi il resto del corpo. Nel 1959, la regina del Blues scopre di soffrire di cirrosi epatica. Il 31 maggio, viene trovata incosciente nel suo appartamento di New York, tra parecchie dosi di stupefacenti. Muore il 17 luglio, all'età di 44 anni, solo quattro mesi dopo il suo grande amico Lester Young.

Un destino triste, ma una voce intensa come poche, forse proprio perché intrisa di grande sofferenza. Vogliamo ricordare la Lady del jazz e del blues, 105 anni dopo la sua nascita, con le cinque sue canzoni più belle.  

Billie's Blues (1936)

Strange Fruit (1939)

God Bless the Child (1941)

Lover Man (1945)

I'm a Fool to Want you (1958)

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