Live Aid: quando i Queen per 20 minuti incantarono il mondo

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Quando Freddie Mercury scese dal palco del Live Aid trovò Elton John con un sorriso ironico ad accoglierlo: "Voi, bastardi! Avete rubato la scena a tutti". Fu una delle esibizioni più famose della storia. Eppure, inizialmente, i Queen non volevano partecipare. Ecco tutta la storia:

Quando Bob Gedolf, organizzatore del Live Aid, contattò i Queen per chiedere loro di partecipare a quello che sarebbe stato uno dei più grandi concerti di tutti i tempi, la band inizialmente rifiutò. Da qualche tempo il gruppo era attraversato da screzi interni, che avevano portato il bassista Deacon ad affermare: "I Queen non sono più un gruppo realmente unito ma quattro individualità che lavoravano insieme". 

Ma dopo il 13 luglio 1985 tutto sarebbe cambiato. Ciò si deve in parte all'insistenza di Gedolf, che non si rassegnò davanti al primo no. Era profondamente convinto del suo progetto, il cui fine ultimo era raccogliere fondi per combattere la carestia in Etiopia, ed era altrettanto certo che l'apporto dei Queen fosse indispensabile. Non si sbagliava. 

Grazie anche alle pressioni del loro manager e della loro casa discografica, i Queen decisero di partecipare. Probabilmente anche per riscattarsi dal concerto che poco tempo prima avevano tenuto a Sun City, in Sudafrica, città simbolo dell'apartheid. 

Quella dei Queen del 13 luglio 1985 fu una delle esibizioni più famose della storia, considerata la migliore del Live Aid, che consacrò le abilità di frontman di Freddie Mercury e che diede ai Queen nuova energia e una nuova vita. 

A ogni artista venivano concessi solo 20 minuti. Quei 20 minuti bastarono però a Mercury per incantare il pubblico di 72.000 fan presenti, e anche un milione di spettatori che seguivano l'evento da casa. Un ruolo rilevante ebbe il manager della band, Jim Beach, che fece in modo che i Queen si esibissero tra le 18:00 e le 19:00. A quell'ora iniziava la diretta televisiva negli Stati Uniti, e lo show di Mercury sarebbe stata la prima performance a incollarsi per sempre negli occhi del pubblico americano. 

Sicuramente furono importanti anche le prove organizzate in modo quasi maniacale dal gruppo. I brani furono scelti minuziosamente: Bohemian RhapsodyRadio Ga GaHammer to FallCrazy Little Thing Called Love (un brano di cui vi abbiamo parlato qui), We Will Rock You e We Are the Champions. I Queen affittarono per diversi giorni lo Shaw Theatre di King’s Cross a Londra, e qui provarono i pezzi prescelti ininterrottamente. 

Ad incantare il pubblico, però, furono senza dubbio le capacità di performer di Freddie Mercury, che sedusse ogni singolo spettatore. Si presentò con i vestiti che portava anche a casa, outfit diventato poi iconico: dei semplici jeans, una semplice canottiera bianca, cintura nera e bracciale borchiato. "Her Majesty Queen!" li introdussero i presentatori. Mercury salì sul palco con il pugno alzato: aveva già vinto. E aveva ragione Elton John quando ridendo gli disse: "Voi, bastardi! Avete rubato la scena a tutti". 

Quella sera Mercury paralizzò il pubblico suonando Bohemian Rapsody al pianoforte. Poi lo elettrizzò con Radio Gaga: nessuno riuscì a non battere le mani a tempo. "Noi abbiamo suonato bene, ma Freddie era oltre e ha portato tutto a un altro livello" ricorda Brian MayDopo quella sera, Gedolf considerò i Queen "il più grande gruppo rock del pianeta". 

Ma il Live Aid non si limitò a consacrare i Queen alla gloria: fu anche l'evento che riunì il gruppo. Lo ricorda il già citato Deacon: 

Il Live Aid ci ha totalmente rivitalizzati, restituendoci l'entusiasmo di un tempo.

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