Quando Janis Joplin fece costruire la lapide di Bessie Smith

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"The greatest blues singer in the world will never stop singing". Janis Joplin, l'8 agosto 1970, fece incidere queste parole sulla tomba della sua eroina, la cantante blues Bessie Smith. 

La cantante blues Bessie Smith, nata in Tennessee nel 1894, fu un'ispirazione per moltissimi artisti che arrivarono dopo di lei, come Ella Fitzgerald e Mahalia Jackson. Per Janis Joplin, però, fu una vera e propria eroina.

Devo tutto a lei: il mio modo di cantare, la mia passione per la musica, i suoni e i colori della mie interpretazioni. Spesso ho sentito la sua presenza accanto a me e ne ho tratto forza e conforto.

Perciò, l'8 agosto 1970, Janis Joplin decise di saldare l'enorme debito che sentiva di avere nei confronti della cantante, e finanziò la costruzione di una lapide da collocare sulla sua tomba, che fino a quel momento ne era priva. Su di essa, fece incidere le parole: "La più grande cantante blues nel mondo non smetterà mai di cantare". 

Perché la tomba della grande artista nel 1970 era sprovvista di una lapide?

L'imperatrice del blues aveva trascorso la sua infanzia nella miseria. Il padre, un predicatore, era venuto a mancare quando era ancora piccola, lasciando lei, la madre e i fratelli nell'indigenza. Successivamente, Bessie aveva fatto del canto una forma non solo di sostentamento ma anche di emancipazione, raggiungendo il successo. Tuttavia, negli anni Trenta si era ritrovata nuovamente nell'oscurità, a causa del crollo di Wall Street e la diminuzione della richiesta di blues. 

Così, quando nel 1937 Bessie Smith era venuta a mancare, al marito mancarono fondi per far erigere una lapide sulla sua tomba. Al funerale parteciparono oltre 7000 persone, e si decise di fare una sottoscrizione per riuscire a finanziare la lapide per la grande artista. Tuttavia, il marito non impiegò mai il denaro ricevuto a tal scopo

Così, anni dopo, nell'agosto 1970, ci pensò Janis Joplin a sistemare le cose, garantendo alla cantante una lapide degna della sua voce. La motivazione che spinse la cantante, però, non era solo omaggiare l'eredità musicale di Bessie Smith, ma anche in un certo senso fare giustizia. All'epoca infatti circolava voce che l'imperatrice del blues fosse morta perché, dopo un'incidente d'auto nel quale era rimasta coinvolta, era stata portata in un ospedale per bianchi (whites only), che si era rifiutato di prestarle le cure dovute in quanto afroamericana

Tale voce era giustificata dal fatto che, al momento del tragico decesso, l'artista si trovava in Mississippi, uno stato del sud degli Stati Uniti al tempo profondamente intriso di razzismo e segregazione. Sulla morte di Bessie Smith era addirittura stata scritta dal drammaturgo statunitense Edward Albee un'opera teatrale di denuncia, The Death of Bessie Smith, che debuttò a Berlino Ovest nel 1960.

Salvo che, nel 1972, due anni dopo l'omaggio di Janis Joplin alla sua eroina, si scoprì la verità. E, in questo caso, la causa della morte non era il razzismo, ma piuttosto la scarsa attrezzatura delle strutture ospedaliere. Bessie Smith, infatti, era rimasta coinvolta in un incidente d'auto la notte del 26 settembre 1937, mentre alla guida c'era l'amico Richard Morgan. Morgan era rimato illeso, ma la cantante era ferita gravemente a un braccio. Il primo soccorso venne prestato da un medico di passaggio, che fortunatamente percorreva la strada semideserta. Tuttavia, fu presto chiaro che la donna necessitava di un ricovero in ospedale. Così, venne portata di urgenza all'ospedale per afroamericani più vicino, a Clarksdale.

Purtroppo, nella zona si trovavano solo piccole strutture ospedaliere di campagna, impreparate a gestire un'emergenza così grave. La cantante si spense per dissanguamento

Nonostante ciò, non si può fare a meno di notare la bellezza e la gentilezza del gesto di Janis Joplin: una cantante del calibro di Bessie Smith meritava in ogni caso una lapida degna del suo nome. 

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