5 curiosità da scoprire sul Black Album dei Metallica

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Sapevi che Nothing Else Matters non sarebbe dovuta finire in METALLICA, quinto album in studio dell'omonima band? Ecco qualche curiosità relativa alla produzione del celebre disco:

Il 12 agosto 1991 usciva il quinto album dei Metallica, il cosiddetto Black Album. Si trattò di un enorme punto di svolta per la band, che abbandonò le sonorità tendenti al thrash dei dischi precedenti (operazione non particolarmente gradita ad alcuni fan di vecchia data) per avvicinarsi a sonorità più orecchiabili. In ogni caso, METALLICA consacrò definitivamente il gruppo al successo, inserendo i suoi membri nel novero dei più grandi artisti del periodo.

La produzione del disco fu costellata di eventi particolari: eccone cinque che forse non tutti conoscono. 

1. Black Album: perché viene chiamato così?

La risposta alla domanda è piuttosto ovvia: per via della copertina completamente nera. Ma perché i Metallica scelsero questa cover? Non in molti sanno la storia. La decisione venne presa da Lars Ulrich, che voleva distinguersi dal canone delle copertine appariscenti che all'epoca andavano per la maggiore. Una cover completamente nera, inoltre, suggeriva lo stile scarno ed essenziale dell'album e dei pezzi in esso contenuti, molto diversi dalle sonorità thrash prodotte in precedenza

Sullo sfondo nero spiccano solo, in grigio, il nome della band e un serpente. L'animale, in particolare, è il serpente a sonagli presente sulla bandiera di Gadsden, una delle più antiche degli Stati Uniti, simbolo di patriottismo e libertà. La bandiera originale, su sfondo giallo, è accompagnata dalla frase "Don't tread on me" ("non calpestarmi"), che, guarda caso, dà il titolo a uno dei brani contenuti nel disco. 

2. I dissapori con Bob Rock per via di quella canzone "stupida"

METALLICA è stato il primo album della band prodotto con la collaborazione di Bob Rock, chitarrista, produttore e tecnico del suono canadese che, tra gli altri, collaborò con Cher e Bon Jovi. Il sodalizio dei Metallica con Rock non fu però sempre facile. Ne è un esempio il dibattito riguardante Of Wolf and Man, brano che il produttore considerava stupido

Sulle prime mi sembrava sciocco scrivere un testo su un lupo. Era un po’ come dire: wow, fico, una canzone su un lupo. Dove vuoi andare a parare?

Alla fine, Bob Rock si convinse che il pezzo possedeva una sua coerenza, che aveva, insomma, il suo perché. Tuttavia, pare che alla fine della produzione i Metallica e il canadese decisero che fosse meglio evitare di lavorare di nuovo insieme. Sappiamo però che le cose andarono diversamente: Bob Rock produsse anche LOAD, RELOAD, GARAGE INC., S&M, I DISAPPEAR, ST. ANGER

3. L'album "dei divorzi"

Ebbene sì, mentre registravano uno dei loro dischi più famosi, raggiungendo l'apice della loro carriera musicale, alcuni dei membri dei Metallica non se la passavano altrettanto bene nella vita privata. Stiamo parlando di Lars Ulrich, Kirk Hammett e Jason Newsted. Anzi, c'è di più: in quel periodo tutti e tre avevano un divorzio in corso. Forse quella percezione di cupezza e rabbia presente in METALLICA viene proprio da lì. 

4. Nothing Else Matters non sarebbe dovuta finire nell'album

Si tratta senza ombra di dubbio di uno dei brani più conosciuti della band, eppure, questa ballata ha poco a che fare con i pezzi solitamente incisi dai Metallica. Tanto che, inizialmente, non doveva essere inserita nel disco. Anzi, il suo autore, James Hetfield, era addirittura incerto se pubblicarla mai. 

Questo perché sentiva il brano come molto personale, forse troppo, e sentiva l'esigenza di custodirlo e proteggerlo. La canzone parla di un affetto perduto, che non si incontra da tanto tempo: si racconta che Hetfield iniziò a scrivere il pezzo mentre era al telefono con la sua fidanzata del tempo, e aveva solo una mano libera per comporre. 

È una canzone che parla della strada, dell'andare in giro, della mancanza di qualcuno che si è lasciato a casa. Ma non mi riferisco ad una persona in particolare, ma di un sentimento legato a così tanta gente che non si ha la possibilità di vedere. È un sentimento comune, parla della connessione che possiamo avere tutti con un potere superiore a noi.

Quando Lars Ulrich sentì il pezzo, lo volle assolutamente incidere. Alla fine, Hetfield si convinse a far vedere la luce alla canzone, che uscì prima nel Black Album, poi come singolo nell'aprile 1992

5. Cosa c'entra il folklore anglosassone?

Stiamo ovviamente parlando del brano Enter Sandman, che parla delle paure dei bambini. In realtà, l'intenzione originale della band era quella di scrivere una canzone su una malattia infantile, la SIDS (Sudden Infant Death Syndrome), conosciuta in italiano come morte in culla. Alla fine, Bob Rock e Lars Ulrich si opposero a tal punto da far cambiare direzione al testo.

Enter Sandman non solo analizza le ansie irrazionali dei più piccoli, ma si riferisce a un noto personaggio del folklore anglosassone, Sandman, poco conosciuto in Italia con il nome di Omino del Sonno. Si tratta di un personaggio che, secondo la leggenda, di notte cosparge gli occhi dei bambini di sabbia, permettendo loro di fare bei sogni. Ovviamente, i Metallica danno la loro personale (inquietante) interpretazione di questa leggenda

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