Il romanticismo prog della Locanda delle Fate

Fu un inizio sofferto quello della Locanda delle Fate ma, si sa, il tempo aggiusta tutto. Proprio con il tempo, la band astigiana riuscì a riprendersi ciò che all'inizio le era stato tolto. 

L'amore per le sonorità dei gruppi che hanno reso grande la scena prog internazionale – parliamo di artisti come Genesis, King Crimson e Yes, solo per citarne alcuni – mosse la band astigiana verso la ricerca di uno stile tutto suo con il quale stregare i propri ascoltatori. 

Era il 1977 quando il progetto della Locanda delle Fate divenne realtà, complici anche le nuove tecnologie impiegate nell'industria musicale, che spinsero i musicisti a sperimentare sempre più con nuove sonorità che si inserirono pienamente nel panorama legato al rock progressivo italiano.

La prima formazione del gruppo comprendeva il pianista Michele Conta, il batterista Giorgio Gardino, il cantante Leonardo Sasso, il chitarrista Ezio Vevey, il bassista Luciano Boero, il flautista Alberto Gaviglio e il tastierista Oscar Mazzoglio

In Italia – come nel resto del mondo – l'apice della sperimentazione prog si raggiunse nella prima metà degli anni 70, mentre verso la fine del decennio il declino iniziò a essere lento ma costante. È per questo che alcuni critici ed esperti del settore hanno visto l'entrata in scena de La locanda delle Fate come qualcosa di un po' in ritardo rispetto ai tempi che correvano. 

Nonostante ciò, il loro album d'esordio – pubblicato proprio nel 1977, primo anno di attività – non potè che essere notato dagli appassionati del genere

Parliamo di FORSE LE LUCCIOLE NON SI AMANO PIÙ, album accolto dalla critica come un grande esempio di cura in ambito progressive ma, purtroppo, poco apprezzato dal grande pubblico. Forse per via della sottigliezza delle sue sperimentazioni, la band non si portò in cima alle classifiche dell'epoca.

Non mancò, tuttavia, un ristretto ma appassionato gruppo di estimatori che seguì da vicino le vicende della band.

Dopo qualche anno dalla pubblicazione dell'album, il gruppo si sciolse – più precisamente nel 1980 – lasciando come proprio primo e ultimo album FORSE LE LUCCIOLE NON SI AMANO PIÙ.

Non fu di certo la fine della carriera della band, dato che poco meno di vent'anni dopo, nel 1999, la Locanda delle Fate si riunì nuovamente, per proseguire nelle proprie sperimentazioni. 

L'atmosfera ricreata in FORSE LE LUCCIOLE NON SI AMANO PIÙ è intuibile già dal titolo dell'album, nonché dal nome scelto per la band: sognante, romantica, come se l'ascoltatore si trovasse in un posto magico

Se all'epoca non riscosse il grande successo che si sarebbe meritato, questo primo lavoro della band venne, col tempo, rivalutato sempre più e riscoperto negli anni 90, quando non solo giunse all'attenzione di un pubblico più vasto (complice anche la nuova pubblicazione su un supporto più moderno, il CD), ma venne giudicato perfino una pietra miliare del rock progressivo italiano.

Tutto ciò non fece altro che aumentare l'interesse degli ascoltatori nei confronti della band astigiana che, dal canto suo, è rimasta attiva fino al 2017

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