I rimandi mitologici uniti ai riff di chitarra caratteristici della band hanno convinto molti fan, ma ne hanno lasciati perplessi altrettanti. Ecco perché.
Quando, il 20 agosto del 1990, i Black Sabbath pubblicarono il loro quindicesimo album in studio, TYR, quest'ultimo scatenò commenti e recensioni diametralmente opposte sia da parte dei fan che da parte della critica. Il motivo di ciò risiede essenzialmente nel grande distacco che sussiste fra lo stile e il sound ricercati in TYR e quelli legati agli album precedenti della band.
TYR, in effetti, che vide l'ingresso in studio del bassista Neil Murray, ex Whitesnake, ricorda la precedente produzione dei Black Sabbath solo per alcuni dettagli, mentre viene largamente visto come un album che portò una svolta all'interno della band.
La dipartita dal sound originale e caratteristico dei Black Sabbath e questa ricerca di nuove sperimentazioni sia a livello musicale che per quanto riguarda i temi trattati nell'album, sono stati elementi determinanti nel giudizio discordante degli ascoltatori: se è vero che molti ritengono il disco un ottimo esempio di come una band possa reinventarsi senza per questo snaturarsi o rinnegare le proprie origini, è altrettanto vero che diversi fan si sono detti delusi. Il motivo? Una scelta a loro dire troppo lontana da ciò che si sarebbero aspettati, una rottura troppo netta.
Un altro punto che è risultato stonato agli estimatori della band è stato l'inserimento di un brano che parrebbe del tutto fuori luogo rispetto al resto dell'album: parliamo di Feels Good To Me, ottava traccia di TYR, che i membri della band hanno deciso di inserire nell'album anche se non in continuità con il resto delle canzoni solo allo scopo di pubblicarla come singolo.
Fra i moltissimi amanti dell'album, però, c'è chi si è appassionato ai molti rimandi mitologici dei quali il lavoro è disseminato: sia il titolo (Týr è il mitologico figlio del dio Odino) che diverse canzoni (tutti i testi sono di Tony Martin), in effetti, rimandano ad alcuni racconti folkloristici legati alla mitologia norrena (o scandinava), il che ha fatto pensare che si trattasse di un classico filo conduttore inserito all'interno di un concept album.
Questa teoria è stata prontamente smentita dai membri della band che, diversi anni dopo la pubblicazione del disco, affermarono di non aver mai pensato TYR come un concept album.
Insomma, fu un album che di certo generò discordanze fra pubblico e critica ma nel complesso, come molti dei lavori dei Black Sabbath, viene ricordato come un disco riuscito. A questo punto siamo curiosi: i fan della band britannica nascosti fra i nostri lettori cosa ne pensano?