Come Brian Epstein divenne manager dei Beatles

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Se qualcuno si merita il titolo di quinto Beatle, quello è Brian Epstein, manager della band dal 1961 al 25 agosto 1967, anno della sua scomparsa. Ecco la storia di quel primo incontro:

Il 9 novembre 1961 Brian Epstein, accompagnato dal suo assistente Alistair Taylor, varcava le porte del Cavern Club, un locale di Liverpoool. Qui, per la prima volta sentì suonare un gruppo locale formato da quattro ragazzi. Ne rimase completamente folgorato. Si rivolse al suo accompagnatore e sussurrò: "Sono fantastici. Credi che dovrei diventare il loro manager?".

All'epoca Epstein, che a soli 15 anni aveva deciso di lasciare la scuola e gli studi, aveva iniziato a lavorare in un negozio di dischi NEMS di Londra. Si trattava di una ditta (la North End Music Store) che prima ancora dell'avvento dei dischi si era specializzata nella vendita di spartiti musicali, e che era stata poi acquisita dal padre di Brian, un ebreo immigrato dalla Polonia.

Proprio nel negozio di dischi di famiglia, Epstein aveva per la prima volta sentito parlare dei Fab Four. O meglio, di quattro musicisti locali che nessuno immaginava destinati a diventare dei grandi: John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Pete Best (che poi sarebbe stato sostituito da Ringo Starr). Sempre più persone entravano nel negozio per comprare il primo disco della neonata band, e, poiché gli Epstein non lo possedevano, Brian decise di contattare direttamente i Beatles per ottenerlo

Proprio così, nel novembre 1967, Brian Epstein si ritrovò al Cavern Club di Liverpool, per ascoltare il gruppo di cui tutti parlavano. E, poiché rimase davvero colpito dal loro talento, decise di conoscerli. Lo storico incontro avvenne nel dicembre dello stesso anno: se Brian era già entusiasta dei Beatles, anche il gruppo, una volta conosciuto Epstein, ne ebbe un'ottima impressione. Da quel giorno si posero le basi per un'amicizia destinata a durare anni, tanto da spingere Paul McCartney a definire Brian Epstein "il quinto Beatle". 

I Beatles rimasero talmente colpiti da Epstein da firmare, il 24 gennaio 1962, un contratto con il quale Brian diventava il loro manager. Tutto ciò senza che il ragazzo avesse la minima esperienza in merito. A spingere per l'accordo fu anche il padre di Paul McCartney, che nel negozio degli Epstein aveva comprato un pianoforte, e riteneva il giovane Brian all'altezza della missione. In realtà, il contratto non fu valido fin da subito, poiché all'epoca McCartney e Harrison erano ancora minorenni

Nonostante le scarse doti organizzative di Epstein e la sua mancanza di esperienza avessero delle loro conseguenze (come lo scarsissimo compenso che la band ricavava dalla vendita di gadget), egli si rivelò un ottimo manager per i Beatles. Fu lui a orientarli a uno stile più elegante, giacca e cravatta, e fu sempre lui a bussare alla porta di ogni casa discografica possibile fino a trovarne una che accettasse il quartetto (o quintetto?) di Liverpool: la Parlophone, una casa discografica minore legata alla EMI.

Soprattutto, fu un grande amico per i Beatles. Per questo, quando scomparve per overdose il 27 agosto 1967, Alistair Taylor affermò che: "I Beatles sembravano persi senza Brian".

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