Matthew è un ragazzino studioso che vive nel New Jersey con la madre e un fratello che passa tutto il suo tempo fuori di casa. Il fratello, che ha diciannove anni ed è belloccio, decide che è ora di dare una svegliata al secchione di casa e se lo porta dietro in una delle sue classiche uscite al rimorchio. Vanno a mangiare un hamburger e poi, saliti in macchina, gli rivela che questa sera andranno insieme a ballare, nientemeno che nella City.
Il buttafuori del nightclub è un amico e Matthew, che normalmente sarebbe rispedito al mittente senza troppi convenevoli, viene fatto accomodare dietro al bancone del bar, con la premessa di non dover dare fastidio e con la promessa di poter bere tutta la Coca-Cola che vuole. Matthew, di fatto, si trova a vivere un sogno, ma questa volta non è un prolungamento delle lunghe sedute di Dungeons and Dragons: qui ci sono ragazze che ballano seminude, tipi sballati in canottiera e strani tipi con parrucche colorate che bevono cocktail fumanti! Poi, quando suo fratello si riaffaccia con una ragazza bellissima, bionda e dalla faccia asimmetrica,
Matthew si sente quasi svenire.
La ragazza si presenta, si chiama Deborah e ha gli occhi luminosi. Ha degli strani capelli biondi, ma con la ricrescita nera molto vistosa; ride sempre e ha l’aria di chi sa quello che vuole. “Quanti anni hai?”, gli domanda a bruciapelo. Il ragazzino scandisce a malapena il suo nome, mentre il fratello scoppia a ridere. Deborah fa la cantante in una band, o almeno questo è quello che vorrebbe fare, e a Matthew già piace da morire. Sono le tre del mattino quando i due fratelli si offrono di darle uno strappo, anzi, la invitano anche a mangiare qualcosa in un diner lungo la strada e lei accetta.
“Allora tu fai la cantante?”, le chiede Matthew.
“Sì, ma anche la modella e quello che capita. Un giorno non lontano tornerò in questo locale e la gente mi chiederà l’autografo”. Matthew è molto colpito, mentre suo fratello pensa alla cazzata che ha fatto portandosi dietro il piccolo secchione. La ragazza divora il suo hotdog, poi sorride: “E tu, cosa farai da grande?”.
“Il matematico.” Il fratello scoppia a ridere.
Deborah, invece, si fa più seria: “Davvero? Strana coincidenza, sul serio”, gli dice. “Avevo tre anni, ero a casa a giocare quando, all’improvviso, sono stata attirata dal fuoco del caminetto. Era un pomeriggio freddo e il camino era acceso da un po’”. Deborah sospira e i due fratelli sono ormai appesi a ogni sua sillaba. “Poi, d’un tratto, ho sentito delle voci. Ma non voci normali, era come se venissero da lontano, erano voci quasi metalliche”.
“E cosa ti dicevano?”, chiede Matthew.
Deborah lo guarda fisso: “Numeri”.
“Numeri?”, domanda il fratello di Matthew.
“Sì, numeri. Anzi, una delle voci mi ha detto che un re dei numeri mi avrebbe rivelato il mio destino. Quindi, dimmelo tu: qual è il mio numero? E che nome nuovo dovrei dare alla mia band?”. Matthew è ammutolito. “Ok ragazzi, ora devo proprio andarmene. Ma grazie della compagnia.”
La ragazza bacia sulle labbra il fratello di Matthew, poi sorride al ragazzino e lo saluta con un ciao e un sorriso. “Blondie?”, urla Matthew.
Lei si volta, colpita: “Blondie?”.
“Sì, Blondie! Il tuo numero è il 7 e Blondie ha 7 lettere, ti si addice”.
In genere, a questo punto scatta l’applauso degli studenti di Matthew Carter, docente di Matematica a Harvard, che ama raccontare (troppo) spesso questa storia.