Tutti i dettagli nascosti della prima copertina degli Oasis

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La copertina di DEFINITELY MAYBE, album di debutto degli Oasis, è piena zeppa di rimandi a realtà diverse da quella musicale. Conoscete tutti i dettagli?

Siamo sicuri che la maggior parte dei nostri lettori ricorderà il leggendario disco d'esordio degli Oasis. Era il 29 agosto del 1994 quando uscì DEFINITELY MAYBE, primissimo disco in studio della rock band britannica. 

Appena pubblicato, l'album fu un enorme successo forse anche perché seguì la scia dei tre singoli che lo introdussero, Supersonic, Shakermaker e Live Forever, tutti e tre molto apprezzati da pubblico e critica. Ecco l'ormai iconico video ufficiale di Supersonic, brano scritto interamente da Noel Gallagher e pubblicato come singolo l'11 aprile del 1994

DEFINITELY MAYBE esordì al primo posto in classifica nel Regno Unito, decretò l'ascesa del gruppo e contribuì a far conoscere gli Oasis anche negli States. 

DEFINITELY MAYBE fu, inoltre, spesso definito come un album che andava controcorrente: in un certo senso, in effetti, l'ottimismo e la spensieratezza (nell'accezione migliore del termine) dei temi trattati dagli undici brani che compongono l'album erano in assoluta controtendenza rispetto alle atmosfere più cupe del grunge che, in quel momento, stava perversando soprattutto oltreoceano. 

La copertina

Un tratto interessante dell'album è costituito dalla sua copertina: vi siete mai chiesti da dove è nata l'idea per scattare la fotografia che presenta l'album?

Non avete mai notato una somiglianza con un'altra famosa copertina? Si tratta di uno scatto del fotografo Michael Spencer Jones, diventato famoso soprattutto per il suo lavoro come art director in ambito musicale (per copertine di dischi e videoclip musicali) e legato agli Oasis da un rapporto di stima che l'avrebbero portato a collaborare con la band anche ad album futuri. La fotografia venne scattata a casa del chitarrista della band, Paul Arthurs, meglio conosciuto come Bonehead

L'ispirazione per lo scatto venne ripresa dal tempo di massimo splendore della musica britannica, gli indimenticabili anni Sessanta, più in particolare, dalla copertina della compilation del 1966 dei Beatles, A COLLECTION OF BEATLES OLDIES.

La bizzarra posizione supina di Liam Gallagher, invece, venne in mente al fotografo durante una visita al museo di scienze naturali di Manchester, mentre si trovava nella sezione dedicata all'antico Egitto, circondato da sarcofagi.  

Secondo Spencer Jones, inoltre, la posizione di Liam avrebbe distratto il pubblico dal dettaglio del pavimento in legno che avrebbe reso la fotografia troppo simile a una pubblicità di lacca per pavimenti.

Spencer Jones ha anche una perfetta spiegazione per il bicchiere pieno di vino nell'angolo destro della copertina: leggenda narra che il calice fosse, in realtà, pieno di succo di ribes nero diluito con acqua dato che la band non poteva permettersi di comprare del vino. Invece, Spencer Jones, dichiarò che si trattò di un espediente utilizzato per fare in modo che il colore del liquido fosse più acceso dato che spesso nelle fotografie il vino rosso sembra quasi nero. 

Il fotografo spiegò, inoltre, che la scena che si può intravedere nel televisore acceso appartiene al film di Sergio Leone Il buono, il brutto, il cattivo mentre, sul retro dell'album, si nota un'altra scena sempre estratta da un film di Sergio Leone, Per un pugno di dollari. Questi due riferimenti sono stati voluti da Noel come dedica a Leone, suo regista preferito

Il tributo del bassista Paul McGuain e di Liam Gallagher, invece, è la fotografia appoggiata al camino che ritrae il giocatore di football Rodney Marsh che, all'epoca, giocava nel Manchester City, squadra del cuore dei due musicisti. 

Bonehead, invece, era un fan del Manchester United e per lui venne posta una fotografia di George Best – giocatore del Manchester United – appoggiata sul davanzale della finestra.

Il poster appoggiato al lato del divano, invece, ritrae Burt Bacharach, uno degli idoli di Noel Gallagher.

Ecco, insomma, come gli artisti hanno deciso di rendere la copertina molto più personale inserendo degli omaggi alle diverse personalità che in quegli anni li avevano stregati. 

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