La morte non ha mai fermato Jimi Hendrix

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Il 18 settembre 1970 ci lasciava il più grande chitarrista di tutti i tempi. Celebriamo cinquant'anni, una cifra tonda: una scusa per ricordare un uomo che in realtà non è mai stato dimenticato.

Forse non abbiamo bisogno di questo anniversario per ribadire quanto Jimi sia stato importante per l'evoluzione della musica, quanto sia stato visionario a suo tempo. 

Oggi, celebriamo 50 anni da quando la musica ha perso un battito, e quello che ne è venuto dopo non poteva che essere diverso. In quegli anni morivano anche Janis Joplin e Jim Morrison. Hendrix entrò a far parte del Club 27, ma in qualche modo sfuggì alla mistificazione per la sua stessa morte.

Hendrix non è mai appartenuto al passato. È sempre stato un uomo del futuro, un uomo del nostro presente. E già dal giorno della sua morte si capiva che il suo lavoro sarebbe andato oltre la sua stessa persona, che la ricompensa di quel legame con la chitarra, a volte odiata, che a volte chiedeva troppo, tutto, sarebbe arrivata con il tempo. Una ricompensa che fu anche per noi. Per tutti i chitarristi che vennero dopo di lui, per tutti quelli che avevano lavorato con Jimi.

Potremmo raccontare della notte della sua morte, ma sarebbe riduttivo. Proprio perché Jimi non sarebbe morto mai, confinarlo a una notte in cui perse la vita ci sembra cosa da poco. E lui non era un uomo da poco: era il più grande chitarrista, e davvero cinquant'anni dopo possiamo dire che era il più grande di tutti i tempi.

Un genio si riconosce quando il contesto intorno a lui entra a far parte delle sue composizioni, ma non le soffoca: le lascia libere dal tempo e dallo spazio, lascia che crescano al di sopra dei limiti. E solo così riescono a spiegare in modo semplice qualcosa di complesso. A Hendrix bastava la sua chitarra. E noi siamo grati, oggi 50 volte di più, di aver avuto tra noi un musicista così.


In questi giorni abbiamo parlato molto di Hendrix: nello speciale acquistabile qui, in questo articolo su ELECTRIC LADYLANDin questa intervista a Enzo Gentile, riguardo al nuovo libro The Story of Life: gli ultimi giorni di Jimi Hendrix.

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