David Gilmour: oltre i Pink Floyd

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Cinque anni fa usciva RATTLE THAT ROCK, il quarto album in studio di David Gilmour. L’ex cantante e chitarrista dei Pink Floyd aveva pubblicato il suo primo disco da solista nel 1978.

Tutto sommato, i Pink Floyd si dissolsero pian piano, a poco a poco. La band perse un membro alla volta per varie motivazioni, e per questo motivo la formazione stessa si trasformò nel tempo, prima sotto l’influenza di Syd Barrett, poi sotto quella di Waters e infine con la guida di Gilmour. Ma ci furono delle reunion, come quella del Live 8, nel 2005 (con Roger Waters) e quella che vide Gilmour e Nick Mason riuniti per la registrazione di THE ENDLESS RIVER.

Già dal 1978 Gilmour si era dedicato alla sua carriera al di fuori dei Pink Floyd, con il primo album DAVID GILMOUR – qui sono presenti tracce come There’s No Way Out Of Here e Short and Sweet. A questo lavoro seguì ABOUT FACE del 1984, cui collaborarono anche Pete Townshend degli Who e Roy Harper.

Due anni dopo, Gilmour acquistò Astoria, una casa galleggiante che fu trasformata in uno studio di registrazione, esaudendo così il desiderio di lavorare in un luogo luminoso e confortevole, ben diverso dagli studi di registrazione in cui aveva lavorato per tutta la sua carriera.

Passano ventidue anni, ed esce ON AN ISLAND, terzo album solista di Gilmour: è il 2006, e anche a questo progetto collaborano molti artisti noti, come David Crosby e lo stesso Richard Wright.

Del 2015 è l'ultima uscita che celebriamo oggi: RATTLE THAT ROCK, scritto quasi interamente in Astoria. La moglie di Gilmour, Polly Samson, continua a collaborare nella stesura dei testi: è lei a curare il testo della title track, ispirato dal poema Lost Paradise di John Milton. 

Un'altra curiosità riguardo a questo brano è l'inserimento delle quattro note create da Michaël Boumendil, riprodotte prima degli annunci nelle stazioni ferroviarie francesi.

L'album venne divulgato con il Rattle That Lock Tour, realizzato tra il 2015 e il 2016. Il tour venne documentato in Live in Pompeii, del 2017, che richiama alla mente l'iconico Pink Floyd: Live in Pompeii del 1972.

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