Tutto ciò che c’è da sapere sull’album THE WALL dei Pink Floyd

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A chi si ispira Pink, il protagonista dell'album THE WALL dei Pink Floyd? Quale traccia del disco contiene un messaggio segreto? Scopri queste e altre curiosità:

Nel 1979 usciva THE WALL, il concept album capolavoro dei Pink Floyd che ha fatto la storia del rock. Inno contro l'omologazione e la perdita di identità, al suo interno si trovano brani che hanno scalato ogni classifica, come Another Brick in the Wall (part 2) e Comfortably Numb. La produzione dell'album è anche piena di aneddoti. Ne abbiamo selezionati dieci che, forse, non conoscevate. 

1. Chi è il protagonista?

Tutti sanno che il protagonista del concept album è Pink, rockstar che ha raggiunto il successo ma che, proprio a causa di quest'ultimo, si sente sempre più alienato dalla realtà. Ma a chi si ispira questa figura? Il nome, come possiamo immaginare, si riferisce alla band, che proprio in quegli anni stava sperimentando i pro e i contro della fama. Ma alcune esperienze di vita di questo personaggio fittizio non possono non farci pensare direttamente ad alcuni membri dei Pink Floyd.

Pink infatti ha perso il padre in guerra, proprio come Roger Waters, esperienza che lo avrebbe segnato per tutta la vita. Inoltre, proprio come lui ha avuto a che fare con insegnanti eccessivamente autoritari. I suoi problemi di dipendenza dalle droghe non possono invece non far pensare alla triste parabola discendente di Syd Barrett.

2. Una nascita insolita

Da dove venne il primo spunto di THE WALL, album simbolo dell'alienazione delle rockstar? Da un'esperienza reale della band ovviamente. Per essere precisi, da un'esperienza decisamente negativa

Nel 1977, presso lo stadio olimpico di Montréal, i Pink Floyd dovevano esibirsi per concludere il tour In the Flesh. Durante lo spettacolo, però, un gruppo in prima fila non prestava attenzione alla band. Roger Waters, esasperato, sputò loro addosso dall'alto del palco. Si trattò di un gesto impulsivo, di cui si pentì subito, e soprattutto diede al gruppo la consapevolezza dello stato di straniamento che stava vivendo. Proprio da questa sensazione nacque THE WALL. 

3. Il messaggio segreto

In THE WALL è presente uno dei casi di  backmasking più famosi della storia (qua per leggere altri celebri esempi). Il brano in cui si cela il messaggio è Empty Spaces, che a prima vista potrebbe sembrare solo una traccia di passaggio per il successivo Young Lust. Infatti, durante i primi 40 secondi sembra che Waters pronunci parole casuali.  

La realtà è ben diversa: ascoltando il brano al contrario si piò ascoltare il messaggio segreto: 

Hello, Looker… Congratulations. You have just discovered the secret message. Please send your answer to Old Pink, care of the Funny Farm, Chalfont…
Roger! Carolyne’s on the phone!
Okay.

Ciao, osservatore… Congratulazioni. Hai appena scoperto il messaggio segreto. Per piacere, invia la tua risposta al Vecchio Pink, presso la Funny Farm, Chalfont…
Roger! Carolyne al telefono!
Okay.

"Old Pink", il vecchio Pink, è un ulteriore riferimento a Syd Barrett

4. Cosa c'entrano i Beach Boys?

"Eravamo famosi per la solarità dei nostri pezzi, mi sono ritrovato a cantare canzoni sui vermi" ha ironicamente dichiarato Bruce Johnston, facendo chiaramente riferimento al suo contributo al brano Waiting for the Worms

Waters aveva conosciuto i Beach Boys a Los Angeles, e aveva chiesto loro di partecipare all'incisione del brano sopracitato e a The Show Must Go On. Alla fine però solo Johnston aveva accettato. 

5. I bambini di Another Brick in the Wall 

Anche se Waters e Gilmour per registrare i cori di Another brick in the Wall (part 2) volevano assumere un paio di bambini, le cose andarono diversamente. Il tecnico del suono si recò in una scuola di Londra accanto allo studio e chiese all'insegnante di poter assumere l'intera classe.

Tuttavia, questi bambini non furono mai pagati per il loro contributo e, per questa ragione, venticinque anni dopo fecero causa ai Pink Floyd

6. L'album proibito

Non molti sanno che riprodurre l'album fu vietato in Sudafrica. La ragione? THE WALL, che si scaglia contro un'istruzione eccessivamente autoritaria e dogmatica, veniva utilizzato in quel Paese dai manifestanti anti-apartheid per protestare contro un sistema educativo razzista. THE WALL insegnava infatti a non essere "solo un altro mattone nel muro", a non omologarsi alla segregazione imperante. 

7. Un muro tra la band e il pubblico

Durante i concerti live per promuovere l'album, in particolare tra le canzoni finali Another Brick in the Wall Part III e Goodbye Cruel World, sul palco in pochi minuti veniva innalzato un muro bianco che divideva la band e il pubblico. 

Alcuni membri della band lo superavano poco a poco (Gilmour, per esempio, veniva innalzato sopra di esso) e alla fine dello spettacolo la parete veniva fatta crollare. Non si tratta di un caso: anche Pink, protagonista dell'album, alla fine della storia è condannato dopo un processo ad abbattere il muro che lo separava dal resto dell'umanità. 

8. L'addio a Richard Wright

Avere a che fare con il genio megalomane di Waters non doveva essere affatto semplice. Non ci riuscì il polistrumentista Richard Wright, a cui Waters aveva rimproverato di non essersi impegnato abbastanza. Nonostante fosse stato respinto da Waters, Wright partecipò comunque al tour di THE WALL.

Con una grande differenza però: non da membro della band, ma da artista stipendiato dai Pink Floyd. Alla fine, fu proprio lui colui che guadagnò maggiormente dal tour, poiché il suo vecchio gruppo lo pagava e copriva anche le sue spese. 

9. L'addio a Storm Thorgerson

Wright non fu l'unica "vittima" di Waters. La seconda fu Storm Thorgerson, fotografo e designer britannico che fino a quel momento aveva realizzato le copertine della band. Sua è, per esempio, l'iconica copertina di THE DARK SIDE OF THE MOON. Tuttavia, Thorgerson aveva commesso un errore "imperdonabile": quando aveva pubblicato il suo libro Walk Away Renéeaveva inserito la copertina dell'album  ANIMALS dei Pink Floyd senza citare Waters come ideatore

Per tale ragione, la conosciutissima copertina di THE WALL che rappresenta un muro fatto di mattoni bianchi non è sua. 

10. Un film dalla produzione difficile

Sull'onda del successo che riscosse THE WALL, Roger Waters ebbe l'idea di produrre un omonimo film, che raccontasse la storia di Pink, e la cui colonna sonora tratta dall'album fosse fondamentale per la pellicola. 

Inizialmente, Waters sperava di avere carta bianca, di poter dirigere la regia e allo stesso tempo di poter recitare da protagonista, vestendo i panni di Pink. Le cose andarono però diversamente: la regia fu affidata ad Alan Parker, e come protagonista venne scelto Bob Gedolf (puoi leggere tutta la storia del film qua). 

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