Augusto Daolio, una vita tra i Nomadi

Cantante e fondatore dei Nomadi, Augusto Daolio non può che rimanere vivo nel ricordo dei suoi compagni di vita e in tutti quelli che hanno amato la sua musica, la sua poesia e la sua arte.

Fondati dal cantante Augusto Daolio e dal tastierista Beppe Carletti, i Nomadi nacquero dalle ceneri di un gruppo precedente, i Monelli, che dopo due anni di attività cambiò rotta. I Nomadi nascevano nel clima degli anni Sessanta, estremamente prolifico per la musica mondiale, e si inserivano agevolmente nell’immagine che tutti avevano di quei “nuovi” musicisti beat: capelli lunghi e abiti colorati.

La prima casa discografica dei Nomadi fu Nastri Emi, in via Dominichino a Milano. Iniziarono a registrare, fecero un “45 giri quasi per scherzo”: il Cantagiro del ’66, che faceva ballare la gente nelle balere emiliane. Questo primo disco, quasi invenduto, in realtà è un preludio al futuro successo. Mogol propose infatti ai Nomadi Non è Francesca, ma loro decisero di collaborare con il giovane e ancora sconosciuto Francesco Guccini.

La collaborazione influenzò il tono dei Nomadi, che dalla leggerezza imposta dalla casa discografica dei primi anni riuscì a raggiungere temi più impegnati e profondi, come i movimenti studenteschi e operai. Con Guccini realizzarono brani come Noi non ci saremo e Dio è morto, censurata dalla radio pubblica ma compresa paradossalmente dalla Radio Vaticana, che al contrario la trasmetteva (ve ne abbiamo parlato qua).

Da qui il successo fu continuo, e i Nomadi conquistarono il pubblico con brani come il classico italiano Io vagabondo, nel 1972. Soprattutto la voce di Augusto affascinava la gente, per la trasformazione che avveniva dagli album in studio ai live: sembrava scatenarsi qualcosa nel cantante a contatto con la gente, tanto che il suo tono si caricava e si “sporcava”, commuovendo il pubblico.

Pochi anni dopo il bassista Dante Pergreffi morì in un incidente, e questo sentito lutto aggravò le condizioni di Augusto Daolio, che già era fisicamente indebolito. Nello stesso anno, il 1992, Augusto si spense dopo una breve ma dura lotta con il cancro ai polmoni.

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