Quei tre anni magici dei Pierrot Lunaire

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Uno sguardo agli anni Settanta ci riporta a una band unica nel suo genere, i romani Pierrot Lunaire, promotori del progressive rock italiano.

Nonostante il breve periodo di attività, dal 1974 al 1977, i Pierrot Lunaire hanno dato una svolta al progressive rock. La loro formazione si componeva di un quadretto ad hoc, con Arturo Stalteri alle tastiere, Gaio Chiocchio alla chitarra e Jaqueline Darby, soprano gallese, alla voce. Per non dimenticare Vincenzo Caporaletti al basso e al flauto, che lasciò la band nel 1976.

Allora, la Roma già proiettata verso gli anni Ottanta accolse influenze internazionali e diede voce a un gruppo davvero originale, a partire dalla scelta del nome, Pierrot Lunaire, che si rifà a una composizione di Arnold Schönberg risalente al 1912.

Così, il gruppo accoglie quell'atmosfera decadente, velata da un sound soft, antico e al tempo stesso avanguardista tanto apprezzato dai collezionisti stranieri. Perché il gruppo romano rappresenta sicuramente un frammento unico nella scena musicale italiana. Da un lato reduce dall'anima psichedelica anni '60, dall'altro proiettato verso lo spiritualismo fiabesco d'Oriente. I loro brani abbracciano quindi un'atmofera sognante, calda, melodica, la cui componente mistica è affidata alla scelta di composizioni acustiche. 

I Pierrot Lunaire esordiscono con il primo album omonimo, nel 1974. A quell'epoca, era già canonizzata l'idea di progressive come un genere che abbracciava brani lunghi ed elaborati, dettati da una funambolica sperimentazione stilistica. Come ricorda Arturo Stalteri, però, il gruppo faceva delle canzoni più votate a una semplicità esecutiva. In realtà, a distanza di 40 anni dall'uscita del primo album, Stalteri ha dichiarato che avrebbe volentieri modificato in chiave più pop le canzoni.

Purtroppo le strade degli artisti si divisero. Erano giovanissimi e volevano intraprendere percorsi diversi, da Stalteri con le ambizioni di pianista classico a Caporaletti con un futuro nella musica jazz. Così successe quello che doveva succedere, ma gli artisti non dimenticarono mai quel triennio dove tutto era possibile.

E anche se le vendite non andarono alla grande, la critica e i fan hanno lodato i Pierrot Lunaire!

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