Chi era Arnold Layne del primo singolo dei Pink Floyd?

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Nel 1967 i Pink Floyd regalavano al mondo il loro singolo d'esordio, ispirato a un particolare personaggio di Cambridge da loro conosciuto. Ma chi era Arnold Layne?

Dopo anni trascorsi a suonare tra i club, i Pink Floyd ottennero la svolta che stavano cercando. Era il 1966, quando i giovanissimi musicisti vennero notati durante un'esibizione presso il noto Marquee Club di Londra dai manager Andrew King e Peter Jenner. Era solo l'inizio: nell'ottobre di quell'anno, Syd Barrett, Nick Mason, Richard Wright e Roger Waters ottennero la comproprietà della neonata Blackhill Enterprises.

Il primo obiettivo della società manageriale era la distribuzione del primo singolo del gruppo, che venne pubblicato dalla EMI Columbia con Arnold Layne sul lato A. Sul lato B vi era invece il brano Candy and a Currant Bun, originariamente intitolato da Syd Barrett Let's Roll Another One, ma cambiato in quanto ritenuto troppo allusivo alla droga.

Attenzione. Anche Arnold Layne avrebbe creato problemi, una volta scoperta l'origine del titolo. 

Il video ufficiale del brano, uscito nel 2018, mostra i Pink Floyd nel 1967 su una spiagga invernale alle prese con un manichino. I musicisti lo portano in giro, lo vestono, lo svestono, ne fanno un componente del loro gruppo, divertendosi con una naturalezza innata, nonostante le telecamere. E quel manichino è il simbolo di Arnold Layne, un personaggio realmente esistito nella Cambridge degli anni Sessanta.

Arnold Layne, a quanto si racconta, era un travestito, che rubava abiti e biancheria da donna in diverse parti della città. E Roger Waters ricorda bene che sua madre e quella di Syd tenevano a pensione delle studentesse di un collegio femminile e, ogni volta che stendevano la biancheria sul balcone, Arnold la rubava. 

La canzone a lui dedicata è quindi una narrazione dettagliata della sua quotidianità attraverso la sua percezione personale. Proprio per questo motivo, data l'ambiguità del tema all'epoca e la modalità narrativa, venne censurata da Radio London. Il brano, inoltre, non fu mai inserito in un album in studio, ma compare solo in alcune raccolte, come Relics e Echoes: The Best Of Pink Floyd

Ascoltiamo oggi una storia unica, che porta con sè una libertà interpretativa svincolata da schemi e convenzioni. Una storia che ci ricorda gli inizi, lontani e magici, dei Pink Floyd.

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