La più grande scommessa di Rino Gaetano

rino gaetano

Quando raccontiamo la storia dei nostri artisti, non sempre vi diciamo come hanno intrapreso la loro carriera. Capita per vocazione, perché la passione era lì sin da piccoli. Ma oggi vogliamo raccontarvi la scommessa di Rino Gaetano.

Aveva poco più di vent’anni quando iniziò a presentarsi al Folkstudio in via Garibaldi 59, a Roma. Lì conobbe il teatro, ma formò anche il suo carattere e quell’amata ironia che avremmo ritrovato nelle sue canzoni. Entrando di soppiatto in un mondo in cui non era cresciuto, Rino Gaetano conobbe molti giovani artisti che sarebbero diventati parte fondamentale della musica italiana.

Non immaginatevi un ragazzino spaurito, Rino pestò anche diversi piedi. Nel suo senso critico traboccante di umorismo, non a tutti stava simpatico. Il Folkstudio era anche un locale di cabaret, ma Rino più che cabaret si metteva a proporre i suoi pezzi:

Molti non volevano […] perché, dicevano, sembrava che volessi prendere in giro tutti. 

E un po’, a essere sinceri, ce lo immaginiamo proprio così: con i capelli neri lunghi sul volto, un sorriso grande come una casa, a cantare tutto quello che al suo pubblico non piaceva, e poi a dire che lui non se ne era accorto, che non era quello l’intento. Ma sempre in un modo genuino, mai furbesco.

E insomma, quando arrivò l’ora di farsi uomo, il padre gli disse che aveva trovato per lui un lavoro in banca. Rino rilanciò con la sua idea di futuro, che si giocava tutta intorno alla musica. Alla fine, i due giunsero a un compromesso, che per Rino fu una vera scommessa su se stesso. Se avesse sfondato dopo un anno di tentativi nel mondo della musica, avrebbe seguito il suo sogno. Altrimenti, avrebbe scelto quel lavoro in banca.

Nel 1974 Rino pubblicò INGRESSO LIBERO, il suo primo album in studio. Poi MIO FRATELLO È FIGLIO UNICO, AIDA… fino al 1980, con E IO CI STO, e quel tragico incidente in macchina in cui perse la vita il 2 giugno.

Siamo andati vicini tanto così a perdere uno straordinario cantautore: ringraziamo Rino per quella scommessa con se stesso e con il padre, che ci ha lasciato in eredità una discografia preziosa.

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