Perché fece scandalo YOUTHANASIA dei Megadeth?

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Nel 1994 usciva il sesto album dei Megadeth, rappresentanti di un thrash metal che non faceva sconti a nessuno. Lo dimostrava anche la copertina dell'album, ritenuta scandalosa. Volete sapere perché?

A metà degli anni Novanta la scena musicale americana era in mano ai giovani. Lo era sempre stata, ma il sapore del grunge inneggiava a un nuovo tipo di ribellione e trasgressione giovanile. I figli delle vecchie generazioni volevano raccontarsi e lo facevano attraverso una musica sempre nuova e diversa. Così, accanto a Kurt Cobain c'era Dave Mustaine, accanto ai Nirvana, il fronte opposto del trash metal dei Megadeth. E la band aveva già dato sfogo a inizio decennio a quello che tutti ritengono oggi la loro punta di diamante, l'album RUST IN PEACE (1990). Un grande disco che accompagna una brillante formazione. Quella composta da Dave Mustaine (voce), Marty Friedman (chitarra), David Ellefson (basso) e Nick Menza (batteria). 

Quattro musicisti fissi dal 1990 al 1996, che attraversarono insieme il tornado di YOUTHANASIA. Era il 1994 e si spegneva l'aura di Cobain, tingendo di nero la storia della musica. Ma in quegli anni collezionava il suo successo anche il BLACK ALBUM dei Metallica, posizionandosi in concorrenza con i Megadeth sul genere hard 'n heavy. Per non parlare della coltre di album metal che fioriva in quel periodo, come il sesto disco omonimo dei Mötley Crüe. Insomma, di materiale ce n'era, ma il prodotto dei Megadeth valicava la superficie per addentrarsi nel controverso e nel provocatorio, con un messaggio rivolto ai giovani. 

Il titolo e la copertina dell'album YOUTHANASIA davano già un colpo di frusta ai ricettori. Il nome, infatti, univa le parole giovinezza ed eutanasia, in riferimento alle parole di un medico americano, Jack Kevorkian, sostenitore del suicidio assistito. In particolar modo, in quegli anni, Kevorkian si era soffermato sulla condizione psicologica delle nuove generazioni. Avvolte in uno spiraglio pervasivo di droga, criminalità e violenza crescenti, potevano scegliere due strade. O rialzarsi dalla condizione di disagio in cui versavano, o capitolare dritti tra le braccia della morte

Certo, è un'immagine molto forte che non può essere spiegata con semplici parole. Soprattutto se pensiamo a molti artisti, come Cobain, che erano stati divorati da una depressione famelica e lancinante. 

Tuttavia i Megadeth provarono a esporre questo concetto in forma estetica e provocatoria. Attraverso una copertina in cui una donna anziana stende, letteralmente, dei nenonati ad asciugare. Come se fossero dei panni appesi, esposti al mondo. Per la prima volta, quindi, non c'era l'iconica mascotte Vic Rattlehead, che sarebbe ritornata negli anni 2000. Al suo posto, prendeva posizione la creatività del designer canadese Hugh Syme, anche tastierista per un periodo dei Rush

L'album suscitò immediate critiche, che votavano per la censura totale.  Tuttavia questo non avvenne. Sarebbe stata una grande perdita a livello commerciale e pubblicitario, oltre che l'oscurazione di un momento rilevante della storia dei Megadeth.

Per questo ancora oggi YOUTHANASIA, nonostante non sia uno degli album più di successo della band, continua a stupire per la sua carica espressiva e narrativa. 

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