Keith Emerson: la storia del Jimi Hendrix delle tastiere

Photo of Keith EMERSON and EMERSON LAKE & PALMER
DENMARK – JUNE 08: Photo of Keith EMERSON and EMERSON LAKE & PALMER; Keith Emerson at Falkoner Centre (Photo by Jorgen Angel/Redferns)

Quando si suicidò nel marzo 2016, Keith Emerson lasciava dietro di sé un’eredità senza precedenti: insegnò al mondo cos’era il progressive rock e vendicò i tastieristi lasciati nell’ombra. Lui, in quel ruolo, non ci stava.

Guardare Keith in concerto era uno spettacolo a parte, un’attrazione stupefacente: non esisteva nessun altro capace di far vivere il proprio strumento in quel modo. Tra le mani di Emerson, le tastiere venivano accoltellate per sostenere le note, colpite con una frusta, cavalcate letteralmente sul palco come fossero un cavallo (tra le altre innumerevoli cose).

Emerson era nato il 2 novembre 1944 nello Yorkshire, con la Seconda Guerra Mondiale ancora in corso: la nostra mente corre ai temi marziali di alcune composizioni di Emerson, e istintivamente li colleghiamo a quel periodo infantile.

Ispirato da ogni genere e musicista, Keith ha raccolto le influenze più disparate, dal pianista country Floyd Cramer, alla hit Nut Rocker, di cui gli Emerson, Lake & Palmer avrebbero poi realizzato una cover. Anche il jazz ebbe la sua parte nella formazione del nostro pianista, con Dave Brubeck, Jimmy Smith e Jack McDuff.

Non può mancare Don Shinn, una presenza particolare tra tutti questi nomi: si trattava di un semi-sconosciuto organista britannico, contemporaneo di Emerson. Fu, insieme a Jimi Hendrix, un’ispirazione di spettacolo e presenza scenicaIn una sua esibizione scosse l’L-100, e la parte posteriore si staccò. Don Shinn continuò a suonare, non prima di aver tirato fuori un cacciavite e di aver riparato lo strumento mentre suonava.

Con queste influenze, il tono avventuroso e rocambolesco di ogni esibizione di Keith Emerson si arricchiva, tono su tono, spettacolo su spettacolo. Il 10 luglio 1968, durante un concerto dei Nice alla Royal Albert Hall, Keith tirò fuori un accendino e diede fuoco a una bandiera americana che lui stesso aveva tracciato con vernice spray su una tela al centro del palco. Il gesto venne considerato estremo e trasgressivo, e i Nice furono banditi dalla Royal Albert Hall.

Un piccolo prezzo da pagare per avere nella band un uomo così carismatico.

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