Come sono nati i Judas Priest?

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Una grande band heavy metal, due iconici cantanti: Al Atkins e Rob Halford. Ma come sono nati i Judas Priest? 

Al Atkins e Rob Halford si sono succeduti alla guida di una delle band heavy metal più storiche, dal tocco pienamente british. E, mentre Atkins ha calcato le scene dal 1969 al 1973, Halford ha portato avanti il nome della band fino a oggi, se si esclude la breve parentesi di Ripper Owens.

Insomma, si sono alternati tre cantanti al microfono, ma due di loro hanno segnato la storia dei Judas Priest. A partire dal fondatore del gruppo e colui che scelse questo originalissimo nome. Serviva infatti qualcosa che facesse brillare la band nella schiera ambiziosa di musicisti alla fine degli anni Sessanta

C'erano i Thin Lizzy e c'erano i Black Sabbath, così Al Atkins, all'epoca 22enne, cercava un nome davvero particolare per la sua neonata formazione. E a tutti piacque subito la proposta del bassista Bruno Stapenhill, da una canzone di Bob Dylan, The Ballad Of Frankie Lee and Judas Priest.

Così una band di giovani musicisti era pronta a sfondare in tutto il mondo da Birmingham, ma un triste evento spezzò sul nascere il loro entusiasmo. Il chitarrista John Perry, appena diciottenne, si suicidò pochi mesi dopo la fondazione del gruppo. Da lì seguì un percorso musicale travagliato per i Judas Priest. 

Al Atkins era un burattinaio che cercava di trovare il giusto posto per i suoi musicisti. Ma non era facile, questi andavano e venivano, tanto che, dopo John Perry, alla chitarra arrivarono K.K. Downing e poi Ernie Chataway. L'unico che mantenne una stabilità dal 1970 a oggi è il bassista Ian Hill.

Così i Judas Priest affrontarono il classico iter faticoso che dai pub di provincia cercava la sua realizzazione sui grandi palchi. E in questo momento storico della band, che potremmo definire come quello delle origini, Al Atkins era il collante del gruppo, un faro, un simbolo e un'icona. Complici i suoi caratteristici occhiali a specchio e la voce ruvida e graffiante. E, nonostante la mobilitazione fluida interna alla band, il successo arrivò a breve, grazie al loro inconfondibile stile. Come a dire, anche se inverti l'ordine dei fattori, il risultato non cambia. 

Al Atkins fu anche il portavoce dei primi due album della band, che divennero entrambi dischi d'oro. Oltre a caratterizzarsi come co-autore di molti brani, tra cui Victim Of Changes, ibrido combinatorio tra Whiskey Woman di Atkins e Red Light Lady di Halford.

Stava dunque arrivando il fatidico momento in cui Atkins avrebbe dovuto cedere il trono ad Halford. Il compianto abbandono della band fu dovuto a problemi personali, infatti Atkins era già sposato con un figlio all'epoca e l'ancora altalenante carriera da musicista non gli permetteva di mantenere la sua famiglia. Così, anche se all'inizio non apprezzava la voce di Halford, Atkins passò il microfono e il resto è storia. La sua presenza, seppur frammentaria rimarrà per sempre un riferimento per i Judas Priest. 

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