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Quella volta in cui David Bowie si trasformò in “The Elephant Man”

Nel 1980 David Bowie salì su un palco diverso dal solito, come protagonista dello spettacolo teatrale The Elephant Man, di Bernard Pomerance.

Dire che David Bowie è stato solo un cantante sarebbe senza dubbio riduttivo: fu, prima di tutto, un performer, un uomo che rivoluzionò la presenza scenica degli artisti sul palco, facendo dei suoi concerti dei veri e propri spettacoli. Non esageriamo dicendo che dopo Bowie la concezione del palcoscenico sarebbe cambiata per sempre. 

John Merrick, il personaggio interpretato da Bowie nello spettacolo con cui Pomerance conquistò Broadway, era esistito davvero - con il nome di Joseph. Nell'Inghilterra del XIX secolo, Joseph visse una vita di appena 27 anni, documentata da un medico che lo tenne in cura, Frederick Treves. I due crearono un rapporto di fiducia reciproca, affetto e amicizia.

Ma prima di questa conoscenza salvifica, Merrick, morta l'amata madre, fu cacciato di casa dal padre e dalla matrigna, insofferenti nel vedere una creatura così strana in casa. Sì, perché Merrick soffriva di una malattia rara e incurabile, che induceva sovrapposizioni ossee e tumori frequenti, e che lo rendeva inevitabilmente deforme.

Una curiosità sullo spettacolo è questa: negli anni, nessuno degli interpreti di Joseph/John Merrick è stato dotato di protesi per imitare la sua deformità. Come potete vedere nella foto, l'attore adottava una postura tale da far intuire la deformità, che però doveva essere principalmente immaginata dallo spettatore.

Cacciato dalla casa di famiglia, l'unico modo che Merrick ebbe per sopravvivere fu quello di esibirsi nei Freak Shows, spettacoli volti a mettere in mostra il diverso, lo strano e il deforme, aspetti che hanno sempre perversamente attratto spettatori. Venne salvato, come dicevamo, solo dall'intervento del medico Frederick Treves: grazie a lui, Merrick riuscì a ricucire il dolore creatosi per il rifiuto e la derisione della gente, vivendo gli ultimi anni con un nuovo spirito di amore per la vita.

Una vita che interruppe lui stesso quando decise di sdraiarsi supino consapevole della conseguenza: il peso della sua testa, troppo squilibrato rispetto al resto del corpo, lo costrinse a morire per soffocamento, l'11 aprile 1890.

Immaginando David Bowie in un ruolo del genere ci sembra quasi che John Merrick possa essere un personaggio alla stregua di Ziggy, o del Duca Bianco. Come Bowie, un outsider che preferì trovare modi non convenzionali per esprimere se stesso, anche sederisi e non compresi dalla gente intorno a lui. 

Claudia Marzetti

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