Come i King Crimson divennero i portabandiera del prog

Stiamo esagerando? Stavolta no, mano sul fuoco. Il 10 ottobre 1969 i King Crimson cambiarono davvero la musica, alzando la posta in gioco. 

La rivoluzione dei King Crimson passò attraverso la scelta del sound da cui farsi influenzare: nonostante amassero la musica americana, che si nutriva di soul e blues, e nonostante amassero suonarla, seppero leggere l’atmosfera intorno a loro. E intorno a loro c’erano band britanniche che sceglievano il blues e il soul come base per le loro creazioni. Ma questa influenza era decisamente abusata, soprattutto negli anni Sessanta, e i King Crimson scelsero un’altra strada.

Robert Fripp e Greg Lake erano cresciuti insieme e avevano imparato a suonare la chitarra dallo stesso maestro. Conoscevano la musica europea, avevano dimestichezza con il violinista Paganini e con il chitarrista Django Reinhardt. Ian McDonald non era da meno, anche se veniva da una banda di ottoni nell’esercito. Ne nacque inevitabilmente una miscela unica ed esplosiva tra diversi linguaggi musicali, destinata a modellare il prog come fecero pochi altri album, tra cui FOXTROT dei Genesis, uscito tre anni dopo il debutto dei King Crimson: IN THE COURT OF THE CRIMSON KING.

Alcuni dei brani scritti dalla band, tra cui 21st Century Schizoid Man, oggi suonano stranamente attuali. Proprio questo è uno dei pezzi più rappresentativi dei King Crimson, forse uno dei brani più conosciuti nella cultura popolare – ad esempio un campione è stato utilizzato da Kanye West nel suo brano POWER.

Nothing he's got he really needs

Twenty first century schizoid man

Nei sette minuti della traccia si articola una critica all'uomo contemporaneo, straziato dal trauma politico e civile della guerra del Vietnam. Lo strazio è evocato, oltre che dal ritmo, anche dalla voce stridente e urlante di Greg Lake, volutamente distorta.

Politicians' funeral pyre
Innocents raped with napalm fire
Twenty first century schizoid man 

Dopo questa traccia, l’inizio di I Talk To The Wind provoca una sensazione di rilassamento: non c’è continuità tra il primo e il secondo brano dell’album, almeno per quanto riguarda il tono. I Talk To The Wind sembra più una ballata, accompagnata dal flauto di Ian McDonald e cantata anche a due voci. È un brano che sembra rispecchiare anche il clima della Londra hippie, un’atmosfera da cui i King Crimson erano ben lontani. Nonostante il distacco da 21st Century Schizoid Man, tutto in questo album sembra essere esattamente dove dovrebbe.

Ed ecco, lo confessiamo, la nostra preferita. Epitaph è un brano indescrivibile, che grazie all’uso del Mellotron di Ian McDonald garantisce una sensazione assolutamente unica. Riportiamo le parole di Ian McDonald all’Artist Shop:

Sono sempre di parte verso il primo album, devo dire senza vergogna e credo che la canzone migliore di quell'album sia "Epitaph". È il mio brano preferito e, per me, è la migliore voce di Greg Lake in assoluto.

Segue Moonchild, il brano più lungo dell’album, capace di evocare un’atmosfera rilassata, ma anche con toni inquietanti e onirici. L’impiego di molti strumenti diversi garantisce un’affluenza continua di diversi dialetti musicali, creando un altro capolavoro unico del prog.

L’album si chiude con The Court of the Crimson King, la cui melodia venne composta da Ian McDonald. Il testo racconta invece di un’ambientazione medievale, di personaggi come la Strega di Fuoco e i burattini.

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