Tra gli Smashing Pumpkins e uno dei migliori album degli anni ’90 c’erano non pochi ostacoli: la tossicodipendenza di Chamberlin, i drammi amorosi di Iha e Wretzky e un mix di blocco dello scrittore, depressione suicida e aumento di peso di Corgan.
La strategia della band per realizzare l’album che la Virgin Records voleva da loro fu di sommergersi di lavoro e allontanarsi dalla rete di spacciatori con cui il batterista Chamberlin aveva familiarizzato: SIAMESE DREAM fu registrato infatti in Georgia, ai Triclops Studios.
Qui, il produttore Butch Vig e Billy Corgan, prendendo le redini della registrazione, chiesero il massimo dagli altri, e la pressione già alta divenne una costante tra dicembre 1992 e marzo 1993. In quei mesi, la band lavorò incessantemente per un minimo di 12 ore al giorno, sei giorni a settimana, fino ad arrivare ad un ultimo logorante periodo in cui persino quel ritmo sembrava una passeggiata.
Una simile fatica non venne digerita bene, e finì per incidere ulteriormente sui rapporti già delicati tra i membri della band. Vig ricordò come Corgan finiva per chiudersi a chiave nella sala di controllo, mentre Iha e Wretzky passavano molto tempo in silenzio o in solitudine. Ma a causare più preoccupazione fu il batterista Chamberlin, che non di rado spariva per giorni cercando spacciatori.
Dopo l’ennesima scomparsa, Corgan costrinse Chamberlin a eseguire la sua parte alla batteria in Cherub Rock fino a che gli sanguinarono le mani. Furono episodi come questo a far scrivere alla stampa che Corgan aveva avuto un atteggiamento tirannico. Lui spiegò successivamente a Spin che sebbene ci fosse del vero in quelle parole, non riusciva a non prendere il disinteresse generale della band come un’offesa personale.
Sai, ho dato loro un anno e mezzo per prepararsi a questo disco... Sono circondato da queste persone a cui tengo molto, eppure continuano a deludermi […]. Se ci pensi davvero, naturalmente, qualcuno non fa il lavoro perché è pigro, o non pensa che sia importante. Ma io la presi come: ‘Non vale la pena di tornare a casa e lavorare sulla canzone’.
D’altronde, è difficile non spezzare una lancia a favore di Corgan, che nel corso della registrazione di SIAMESE DREAM dovette fare i conti con i propri insormontabili problemi. Le lunghe ore di lavoro, spesso superiori a quelle degli altri e la pressione dell’etichetta che si aspettava un album all’altezza di NEVERMIND dei Nirvana furono solo alcune delle motivazioni che lo portarono a un esaurimento nervoso. Inoltre, i suoi pensieri suicidi si facevano sempre più fitti e realistici, tanto che Corgan rivelò di aver pensato a quale musica far suonare al suo funerale.
Quando l’album venne concluso, dopo quattro mesi e 250.000 dollari fuori budget, la band era emotivamente distrutta. Ma in qualche modo era riuscita a creare ciò che voleva: un album che togliesse il fiato. Il disco venne generalmente acclamato dalla critica, ed è considerato ad oggi uno dei più simbolici lavori degli Smashing Pumpkins.