La storia di “Cocaine” da J.J. Cale a Eric Clapton

Una canzone, due grandi amici, legati dall'amore per la chitarra. Sono queste le fondamenta di Cocaine, di cui vogliamo raccontarvi la storia.

Quando John Weldon, in arte J.J. Cale, compose uno dei suoi pezzi più celebri, Cocaineaveva 38 anni. Era un cantautore e chitarrista già rodato, che dalla sua natia Oklahoma City aveva dato il via a un particolare stile musicale, il Tulsa Sound. Questo era caratterizzato dalla commistione di jazz, blues, rockabilly e country e, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, si era affermato irriverente sul panorama musicale. Per questo, Cale era diventato un punto di riferimento per musicisti come Neil Young, Mark Knopfler ed Eric Clapton.

Proprio quest'ultimo, a soli 25 anni, aveva reso celebre una canzone del maestro dell'Oklahoma. Stiamo parlando di After Midnight, registrata da Clapton per il suo album solista d'esordio nel 1970.

Passarono poi sette anni e il chitarrista tornò ad affidarsi alla ricca bibliografia musicale di Cale. Nel 1976, quest'ultimo aveva scritto un nuovo pezzo: Cocaine. Era stato pubblicato nel suo quarto album, TROUBADOUR, ma non aveva ottenuto il successo sperato, posizionandosi al 96esimo posto della classifica americana. Un bel colpo per Cale, che aveva già dovuto declinare il sound jazz originario del brano su sfumature blues rock, come richiesto dal suo produttore, Austie Adiworth. Ma poi arrivò nuovamente Clapton. 

Clapton all'epoca stava lavorando sul suo nuovo album, SLOWHAND, il cui titolo si rivolgeva al nomignolo affibbiatogli, dato che era particolarmente lento a cambiare le corde della chitarra. Tuttavia, a quella composizione mancava un tocco finale, un ultimo brano che, paradossalmente sarebbe stato inserito al vertice del disco in seguito alla sua riuscita registrazione. Si tratta proprio di Cocaine, che il chitarrista, grande amico di J.J. Cale riadattò in chiave più rock e movimentata. Ma se cambiava il sound, tuttavia rimaneva invariato quel testo originario con la firma di Cale. 

Il brano all'apparenza allude all'uso di cocaina e invita a compiacersene nell'abuso. Così fu interpretato in Argentina, dove la canzone venne messa al bando fino al 1984. Nell'interesse mediatico si inserì poi, complice, il passato del suo più visibile interprete, Clapton che, abbandonata l'eroina, era entrato nel girone infernale della cocaina e dell'alcool.

Tuttavia, già nella versione di Cale sono presenti dei versi che allarmano l'ascoltatore sulle conseguenze della dipendenza: If you wanna get down, get down to the ground, cocaine. Il brano si profila così come un falso amico, che però trasmette un messaggio prezioso. 

Lo stesso Clapton, dopo aver abbandonato le droghe, si fece promotore dell'aiuto contro la tossicodipendenza, tanto da fondare, nel 1998, un centro di riabilitazione. Inoltre aggiunse alla perla originale di Cale, un solo verso, "That Dirty Cocaine", per togliere qualsiasi dubbio sulla natura significante del pezzo.

E tale esempio dimostra come un unico brano, proiettato su due interpreti, non scalfisca il suo messaggio originario.

Francesca Brioschi

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