Quando nei Big Brother And The Holding Company irruppe Janis Joplin

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Una delle rock band psichedeliche più influenti degli anni Sessanta raggiunse le stelle grazie a un'esplosiva collaborazione con l'esordiente Janis Joplin...

Prendete un talentuoso chitarrista di Detroit, dal tocco selvaggio e viscerale, e inseritelo nella scena musicale rock degli anni Sessanta. Questo chitarrista porta il nome di James Gurley, è forgiato dalla professione di stuntman del padre e propenso a esplorare i propri limiti corporei e spirituali. Nel 1965 fonda i Big Brother And The Holding Company. La band cresce nell'arena florida di San Francisco, che all'epoca vantava poliedriche creature lisergiche tra cui i Grateful Dead, i Jefferson Airplane e i Moby Grape. Come distinguersi, dunque, dall'accattivante scenario avanguardista di fine anni Sessanta?

Gurley, innanzitutto, rinuncia al tradizionale plettro per i finger picks, così da permeare lo strumento di un'estensione corporea e invasiva. Al suo fianco, poi, un fedelissimo gruppo di tre brillanti musicisti: Sam Andrew alla chitarra, Peter Albin al basso e Dave Getz alla batteria e al piano. La loro esperienza, poi, è incentivata dall'ingresso di una giovane cantautrice texana, Janis Joplin.

La perla del blues rock accompagna il gruppo fino all'anno della sua morte, il 1968, portandolo verso un approccio più deciso e direzionato, con quel sapore vocale vintage che rievoca gli anni '30 e '40. E l'apice viene raggiunto con il Festival di Monterey nel 1967 e il successivo album CHEAP TRILLS.  

L'arrivo dell'uragano Janis catapulta i Big Brother in una nuova dimensione musicale. Ricorda Sam Andrew come la band votasse la sua quotidianità al puro sperimentalismo, in cui non mancava un "tocco d'ignoranza". Gli amplificatori, ad esempio, venivano usati anche per cuocere il bacon. Così, la folle Janis non scolarizza gli scapestrati musicisti freaks, ma coniuga le loro aspirazioni e motivazioni in un'unica, potente e sciamanica voce guida. Per la prima volta, Gurley ha una mistica musa sulla cui voce accompagnare i famelici polpastrelli. Ma Janis è anche una bomba di incipiente esplosione, che fa dell'eccesso il suo grido di battaglia. A partire dal sesso, alla droga, fino all'abbigliamento con vistosi merletti rococò.

La cantautrice soffre quando, nel 1966, la band decide di ritirarsi nella bucolica e solitaria Lagunitas, non molto lontano dal Golden Bridge. Qui Janis non può assaporare il caotico dinamismo cittadino, che le dà tanta linfa vitale quanto lascia indifferenti i Big Brother. E in quel frangente, si unisce passionalmente a Gurley in assenza della moglie Nancy e sotto l'effetto di DMT. Un'occasione per il chitarrista di ricordare la peculiarità egemone della sua musa: "Janis si innamorava di chiunque". Era dunque tanto appagante abbracciare la filosofia di vita di Janis, quanto esserne risucchiati nel suo vortice chiromantico. Un'esperienza che i Big Brother ricordano con trasporto e ammirazione.

L'animo blues di Janis contagia Gurley, che aveva costruito il suo personalissimo stile sulla tradizione da sassofonista di John Coltrane. E, anche se i Big Brother perdono la loro formazione originaria nel 1972, per poi ricomporsi vent'anni dopo con una composizione vergine, l'anima di Gurley rimane legata a quella band e a Janis Joplin. 

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