Patti Smith: 5 piccoli segreti sulla sacerdotessa del rock

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Potremmo omaggiare Patti Smith, la sacerdotessa del rock, in tanti modi: vi proponiamo 5 piccoli frammenti della sua eclettica e lunga carriera. 

 

C'era una volta Patti...in una fabbrica di passeggini

La nostra poetessa ha incontrato diversi ostacoli prima di indossare l'agognata corona del rock. Tra questi ricordiamo la sua breve, ma terrificante esperienza, in una fabbrica di passeggini del New Jersey, nel 1964. In due estati di turni lavorativi estenuanti e aggressioni verbali, Patti non si sentiva a suo agio tra le colleghe che la squadravano e l'additavano come una comunista. Soprattutto quando la Smith iniziò a passare le sue pause dedicandosi alla lettura di Rimbaud, il poeta che avrebbe illuminato il suo album d'esordio, HORSES (1975).

Così l'artista lasciò in breve tempo quell'occupazione, non dimenticandosi però di screditarla con la sua prima canzone, Piss Factoryletteralmente "fabbrica del piscio". E il riferimento è azzeccato se pensiamo che tra i più logoranti momenti in quella fabbrica ci fu una volta in cui le altre operaie le infilarono la testa nel water.

L'eterno amico Lenny Kaye 

A New York, Patti Smith trovò la sua vocazione artistica. Certo, non aveva un soldo e doveva destreggiarsi con lavoretti in librerie e negozi di dischi, dove poi dormiva, per sbarcare il lunario. Ma qui conobbe anche l'amico di una vita, un musicista che l'avrebbe accompagnata per trent'anni di carriera, Lenny Kaye. La prima volta che si incontrarono fu nel 1974, quando la Smith lesse un articolo di Kaye sulla rivista «Jazz And Pop» e ne rimase talmente affascinata da volerlo incontrare. Da lì iniziò il loro sodalizio artistico, che incorniciò le prime esibizioni sul palco di Patti.

Erano delle vere e proprie performance artistiche, in cui lei recitava poesie accompagnata dalla chitarra elettrica di Lenny e da un piano. Una volta, i due si esibirono anche in una chiesa e fu uno dei primi momenti della storia in cui il rock di una chitarra avvolse un luogo sacro. 

Un'autobiografia in tre parti 

L'amore di Patti per la poesia è indiscusso, tanto che la cantautrice non abbandonò mai la scrittura, anche a costo di sacrificare la musica. E tale potenza liberatoria divampa in più di 20 libri pubblicati, di indubbia qualità estetica, di cui ne ricordiamo tre in particolare: Just Kids, M Train e DevotionQuesti costituiscono una trilogia autobiografica che, dall'amicizia con Robert Mapplethorpe dei primi anni newyorkesi, tratteggia il periodo familiare in Michigan con Fred "Sonic" Smith e i figli, fino a svelare i taccuini privati con cui l'artista dà origine alle sue opere.

Tutti e tre gli scritti ricevettero importanti riconoscimenti letterari, tanto da testimoniare la passione e il cuore che la Smith mette da sempre nelle sue composizioni. 

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L'unico rimpianto di Patti Smith 

Nell'autobiografia della cantautrice, un'attenzione particolare riceve M Train. La sua genesi avvenne in un momento particolare, quando Patti, dal 1979, si allontanò 10 anni dalle scene per costruirsi una famiglia con Fred. E quando scrisse di quel periodo si trovò a compararlo con l'esperienza precedente insieme a Robert Mapplethorpe. All'amico, la Smith aveva promesso in punto di morte di narrare la loro storia con dovizia dei dettagli. Ma nel caso di M Train il racconto fluì molto più libero e disarticolato, tanto che il titolo richiama "un treno della mente che corre sulle rotaie della memoria".

Patti trovò tanta soddisfazione a parlare di Robert quanto a raccontare dell'amato Fred, riguardo cui ha recentemente ricordato il suo unico rimpianto: non aver mai fatto un viaggio in Europa con lui prima che morisse, nel 1994. 

Quella canzone leggendaria regalata dal Boss

Chiudiamo in bellezza con uno dei pezzi più celebri e indimenticabili di Patti, Because The NightLa canzone, pubblicata nel 1978, fu inclusa nell'album EASTER e regalata all'artista nientemeno che dal Boss, Bruce Springsteen. A Patti però non piaceva molto dover usare la creazione di un altro musicista e infatti ci mise del suo. Quando Bruce gliela consegnò era una demo appena sussurrata e incompleta nel testo.

La leggenda narra che Patti, in attesa di una chiamata del futuro marito Fred, abbia scovato le parole più adatte per confezionare il brano e farne una leggenda. Dopo averla sentita conclusa, Bruce disse che quello sarebbe stato il pezzo perfetto per chiudere il suo album DARKNESS ON THE EDGE OF TOWN (1978) e riscrisse anche una sua versione. I due musicisti cantarono insieme più volte il brano in entrambe le versioni, ma rimane indimenticabile l'esibizione per il 25° anniversario della Rock And Roll Hall Fame. 

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