5 cose che (forse) non sai su Paolo Nutini

Un po' scozzese, un po' italiano, il cantautore soul ha forgiato la sua firma con una voce inconfondibile e una brillante presenza scenica. Forse però non sappiamo tutto di lui. Ecco a voi 5 curiosità su Paolo Nutini. 

Ah, la Toscana!

Un artista dal sangue misto come Paolo Nutini non può rinunciare al poetico legame con la madrepatria. In particolare la Toscana e il comune di Barga, in provincia di Lucca, da dove discende la sua famiglia. Così ogni tanto il musicista visita quei luoghi ameni per ritrovare la pace e il sapore riflessivo della campagna centro italica. E non è un caso che uno dei primi concerti del cantante sia avvenuto proprio ai Bagni di Lucca, una frazione tra Barga e Lucca. Lì, a un festival locale, Nutini ha suonato prima dell'ex bassista dei King Crimson, Gordon Haskell, e non ha mai dimenticato la magia fondativa di quell'atmosfera bucolica. Per questo spesso torna nell'amata Toscana solo per ritrovare un po' di serenità creativa, abbandonarsi a gite in bicicletta, camminate e lavori manuali. Ma soprattutto, per staccare il cellulare e godersi l'isolamento nel cuore della natura mediterranea. 

I Social? No grazie

Proprio la riservatezza e il silenzio mediatico fanno di Nutini un artista non convenzionale. Soprattutto se pensiamo che il giovane performer, classe 1987, si inserisce a pieno nella frenetica era dei millennials. Tuttavia il sapore antico e le atmosfere malinconiche dei suo brani si accompagnano alla perfezione a un'immagine eremitica. Quella di un artista che, come molti altri nel suo settore, predilige l'assenza dai social, lasciando che a parlare per lui sia solo la musica. Ed è un bellissimo messaggio in una contemporaneità dove spesso è la stessa potenza mediatica a creare un'icona estetica. Ci vorrebbero più cantautori come Nutini, a cui basta una penna, una chitarra e un'armonia per creare capolavori. 

Tutto grazie al nonno e...a un quiz sulla storia del rock

Forse non tutti sanno che il padre di Paolo, Alfredo, da anni conduce un'attività alimentare di produzione del celebre fish & chips. E sembra che Nutini fosse convinto di seguire le sue orme, prima che il nonno gli consigliasse di darsi totalmente alla musica. E mai consiglio familiare fu più saggio dato che, nel 2003, quando il cantautore sbocciò nel panorama blues & soul, fu propizio un quiz locale a tema rock. E al fortunato vincitore del primo premio era garantita un'esibizione di due brani inediti davanti alla folla e al produttore Brendan Moon. Avrete già capito che la fortuna e il talento baciarono Nutini, la cui voce incantò Moon, tanto da prenderlo sotto la sua ala discografica. 

Le immancabili ispirazioni 

E le radici italiane tornano ancora una volta a incorniciare un sound di pura passionalità. Nutini infatti ha spesso rimarcato come le sue principali ispirazioni siano il sesso e le donne. Certo, lo charme non gli manca, soprattutto quando graffia l'etere con la sua voce screziata da sfumature eclettiche. Ma lo stile nasce anche dall'esperienza, da una valigia e da un paio di scarpe che ti portano in luoghi sconosciuti. Per questo il cantautore ha sempre dimostrato una sopraffina capacità di osservazione, acuita dalla capacità di lasciarsi coinvolgere dalle molteplici ispirazioni della quotidianità. E questo è anche l'insegnamento fondamentale di cui si nutrono artisti e letterati. Così, a chi ricordi all'artista la giovane età degli esordi, lui cita Van Morrison e il suo primo testo scritto a 23 anni. 

Quella citazione a Charlie Chaplin

Uno dei brani più iconici del musicista è Iron Skyfrutto del suo ultimo album del 2014CAUSTIC LOVE. E tra le ispirazioni per la traccia spiccano la situazione politica contemporanea in Scozia e un inedito omaggio al cinema, soprattutto quello espressionista tedesco. Così Nutini non nasconde di aver forgiato sul film Metropolis (1927), di Fritz Lang, un ritratto contemporaneo della società, dettato dall'approccio sempre più invasivo della tecnologia, tanto da trasformare gli uomini in automi. Le loro menti sono così manipolate dall'egemonia digitale, in un prospetto ironico e consapevole, che richiama un altro approccio analitico, decontestualizzato, ma sempre attuale. Stiamo parlando dell'iconica interpretazione di Charlie Chaplin ne Il Grande Dittatore (1940), di cui viene ripresa una frase nel cuore della canzone.Così dittatura politica e tecnologica plasmano una contemporaneità controversa. 

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