Considerato uno dei capolavori di Phil Collins, In The Air Tonight debutta nel primo album da solista del cantautore, FACE VALUE (1981). L'atmosfera elettronica, ipnotica e seducente proietta una genesi testuale e compositiva giocata sull'improvvisazione. A trainare la stesura di questo bellissimo brano affiora un ricordo: il tradimento della moglie di Collins, Andrea. Così il cantante costruisce un climax emotivo in musica tracciato sulla forte immagine di lui che guarda qualcuno affogare.
Dopo la dolorosa separazione coniugale, Collins scrisse questo brano, cornice sonora del film del 1984, Due Vite, che gli valse anche una candidatura agli Oscar, dove però non lo fecero esibire perché non c'erano più posti disponibili! Quell'anno si aggiudicò l'award Stevie Wonder con I Just Called To Say I Love You, mentre Against All Odds si portò a casa un meritato Grammy. Tuttavia, a noi basta farlo partire in cuffia per assaporarne in ogni momento il grido d'amore sfregiato dal dolore.
Passiamo a HELLO, I MUST BE GOING!, secondo album dell'artista che conquista il pubblico ballerino con una hit frizzante e dall'allegria pervasiva. Si tratta della cover dell'omonimo brano delle Supremes del 1966 e, anche a distanza di vent'anni mantiene il suo sapore blues e R&B con una magica inferenza gospel. Lo impreziosice la verve di Collins, attraverso quel tocco cadenzato e ritmato che non possiamo non accompagnare a tempo.
E la pubblicazione di One More Night porta con sé quell'immancabile eleganza, dotata di candida raffinatezza che Phil rende sua spirituale compagna al piano. La celebre canzone, registrata in un pub di Londra, svettò in brevissimo tempo le classifiche del 1985, tanto che solo We Are The World di U.S.A. For Africa poté deporla dal prezioso trono. Una posizione non inusuale per un cantautore sempre al vertice come Collins che, al di là del successo commerciale, riesce sempre a parlare d'amore e tenerezza con profondità.
Così, parlando d'amore, ci si imbatte sempre in Collins, capace di tratteggiare i più quotidiani gesti d'amore in significativi ritratti idilliaci. E questo accade con A Groovy Kind Of Love, in cui Phil ci restituisce come un innamorato guardi la sua donna. Anche in questo caso affiora un sottotesto cinematografico, dato che il brano scrive la colonna sonora di Buster, commedia romantica con Collins come protagonista e alcuni suoi pezzi storici nella colonna sonora.
Ed ecco che bussa alla porta degli incipienti anni Novanta ...BUT SERIOUSLY. Indubbiamente un bellissimo album, dove, tra simbolici brani come I Wish It Would Rain (1989), plasmati a fuoco nella memoria collettiva, spicca Another Day In Paradise. Apparentemente una semplice elegia d'amore in Paradiso, la canzone racconta invece la drammatica realtà dei senzatetto. Coloro a cui basterebbe una dimora per vivere la felicità eterna.
In chiusura vi offriamo un salto temporale di dieci anni, solo per assaporare una delle più belle colonne sonore d'animazione mai composte, accanto a quella de Il Re Leone di Elton John. Ma il film in questo caso è Tarzan, che vinse l'agognato Oscar e anche il Golden Globe per la migliore canzone originale. Meritatissimo per Collins, caleidoscopico interprete che vive di amore e musica e non manca mai di dimostrarcelo.
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