I 10 album rock più venduti in Italia 50 anni fa, nel 1971

Il rock non passa mai di moda e, vedendo la classifica italiana di vendite del 1971, ne abbiamo conferma. Alcuni degli album più iconici trovano dimora nell'elenco dei dischi più amati dal Bel Paese 50 anni fa. Vediamo quali sono i primi 10. 

Parlando della ricca annata musicale del 1971, vi abbiamo già elencato le canzoni più amate in classifica, dove troneggiano Mina e i Pooh e gli album progressive più venduti quell'anno. Tuttavia, accanto a Jethro Tull, Colosseum, New Trolls ed Emerson, Lake & Palmer, troviamo anche iconiche band e musicisti rock che si sono distinti con album di successo. 

PENDULUM (1970), Creedence Clearwater Revival

Al quinto posto svetta in classifica il sesto album in studio della celebre band guidata dall'accoppiata John e Tom Fogerty. E nonostante il prodotto discografico non sia stato particolarmente apprezzato dalla critica, il suo nome è accompagnato da un inno eterno del rock: Have You Ever Seen The Rain. Un brano che ancora oggi assaporiamo con piacere e che ha contraddistinto il successo di PENDULUM. 

SANTANA (1969)/ABRAXAS (1970), Santana

Il sesto e il tredicesimo posto se lo conquistano invece i primi due album della collezione Santana, guidata dalla egida carismatica di Carlos. Così la band, affiorata da un sound blues, evolve verso il distintivo rock latino, incorporando, nel secondo album, ABRAXAS, anche influenze jazz più definite. Quest'ultimo è considerato uno dei 500 migliori album di sempre secondo «Rolling Stone» e, dalla doppietta in classifica, anche secondo il pubblico italiano del 1971. 

FIREBALL (1971), Deep Purple

L'inconfondibile voce di Ian Gillan porta invece i Deep Purple, con il loro quinto album, in sedicesima posizione. Il disco viene pubblicato in due versioni, una nippo-americana e una europea, dove ottiene un'approvazione strabiliante. Lo traina l'omonima title track, Fireballuna palla di fuoco come quella che incornicia i cinque membri della band in copertina, lanciandoli in un'orbita incendiaria.

RAM (1971), Paul & Linda McCartney 

L'ex beatle e la sua consorte si posizionano invece al diciassettesimo posto, con il secondo album dopo il fortunato MCCARTNEY. Il titolo tradotto significa montone e richiama l'animale con cui è ritratto Paul in copertina, lascito della vacanza scozzese in cui lui e Linda composero l'album. Questo, a detta di John Lennon, ospita alcune frecciatine rivolte a lui e ai Beatles, sia tra le canzoni che sul retro della cover, dove compaiono degli scarafaggi. 

ALL THINGS MUST PASS (1970), George Harrison 

Il terzo prodotto discografico di George Harrison riscosse un ottimo successo. Il quiet beatle si colloca in diciottesima posizione con un album che raggiunse le vette UK e US in classifica e che gode di importanti collaborazioni come Eric Clapton, Billy Preston e anche il collega Ringo Starr. Quest'ultimo è presente anche nel primo album solista di Harrison, con la firma Roy Dyke

WATT (1970), Ten Years After

Un gruppo che invece è abituato alle posizioni alte in classifica è il britannico Ten Year After. Nell'arco temporale tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio dei Settanta, i quattro musicisti blues rock, capeggiati da Alvin Lee, portarono ben 8 loro album nella Official Albums Chart. E anche WATT non è da meno, che irrompe nei cuori degli italiani al ventesimo posto, guidato da una cover di Chuck BerrySweet Little Sixteen

STICKY FINGERS (1971), Rolling Stones

Il ventunesimo posto lo conquista un album a dir poco leggendario. A partire dall'indimenticabile cover, che non solo ispirò l'album di debutto dei Mötley Crüema ritorna anche nei versi di Caparezza "Nella dannata adolescenza che ora mi dipinge come un cazzone con i jeans, Sticky Fingers". Insomma, c'è troppo da dire sul gioiello dei Rolling Stones, dominatore incontrastato delle classifiche e considerato uno degli album migliori di sempre.

PARANOID (1971), Black Sabbath 

Gli albori degli anni Settanta mettono in luce anche i futuri paladini dell'heavy metal, capeggiati da Ozzy Osbourne e Tony Iommi. Così la ventitreesima posizione appartiene ai Black Sabbath, al loro secondo incendiario album contenente mine come l'omonima Paranoid, Iron Man War PigsPer il gruppo è stato come trovarsi una bomba di successo esplosa tra le mani, che ha dato al funereo Ozzy il suo soprannome di uomo di ferro. 

ATOM HEART MOTHER (1970), Pink Floyd

Altro giro, altro colosso del rock al suo quinto album. Stiamo parlando dei mirifici Pink Floyd, che nel 1994 si conquistarono il Disco D'Oro per ATOM HEART MOTHER. L'album, posizionato al venticinquesimo posto della classifica italiana 1971, ottenne enorme visibilità grazie alla copertina. Quell'iconica mucca ruminante nel prato fece uscire di testa critici e disc jokey per coglierne il significato nascosto. Il disegnatore, Storm Thorgerson, aveva sicuro lanciato un input invitante e misterioso. 

JOHN LENNON/PLASTIC ONO BAND (1970), John Lennon 

Chiudiamo con l'ipnotico John Lennon che, dopo lo scioglimento dei Beatles, si portò in pari con i colleghi con un album d'eccezione. Al suo fianco l'immancabile Yoko Ono, che uscì lo stesso anno con il suo debutto discografico. Il disco si posiziona al trentaseiesimo posto e offre a un ammaliato pubblico un ritratto struggente del rapporto tra Lennon e la madre, racchiuso in brani evocativi come Mother My Mummy's Dead

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