Genesis: 5 curiosità da conoscere su Steve Hackett

Steve Hackett, Genesis, Live: Nottingham 1990, Spectral Mornings, Selling England By The Pound, Vinile, stonemusic.it

Da emblematico membro di una delle band più influenti del prog a carismatico solista, Steve Hackett ha tracciato una carriera di mirabili successi e collaborazioni, imbracciando la sua prima chitarra a 12 anni. Conosciamolo meglio!

Cresciuto con Johann Sebastian Bach 

Steve Hackett si distingue per il suo tocco chiromantico alla chitarra, capace di unire, come in una fusione alchemica, svariate sonorità. A lui si deve quella connotazione teatrale che ha dettato l'evoluzione progressive dei Genesis. E tale approccio affonda le sue radici nell'aura orchestrale e nelle sinuose armonie della musica classica. A parere di Hackett, ogni musicista rock dovrebbe avere buon impianto d'ascolto di classico.

Così per lui il primo idolo musicale è stato Bach, virtuoso compositore barocco che dava sfogo a performance di cannibalismo musicale, capace di trasmutare il suono in nuove forme. Come l'alchimista che modella la materia e che Hackett ricorda nelle sue collaborazioni con il produttore e tastierista Roger King, anch'egli amante di Bach. 

Un innovatore della tecnica 

Negli anni '70-'80, Eddie Van Halen portò al successo la tecnica del finger tappingUn tipo di tocco alla chitarra, usato per suonare intervalli molto ampi, che consiste nel coinvolgimento anche della mano ritmica sulle note della tastiera. Dunque un movimento a due mani sulla tastiera che, forse non tutti sanno, fu inventato da Steve Hackett sette anni prima che lo usasse Eddie. 

La sua prima testimonianza si trova nell'album dei Genesis NURSERY CRYME (1971), in particolare sui brani Musical Box The Return Of The Giant Hogweed. Questa tecnica, particolarmente amata da Brian May dei Queen, non è però l'unico lascito fondativo di Hackett, a cui si attribuisce anche l'invenzione dello sweep-pickingIn questo caso la "spazzolata" alla chitarra con il plettro permette di suonare una grande quantità di note, poste su corde diverse, in un piccolo lasso di tempo. 

Perché lasciò i Genesis?

In un'intervista Hackett ha raccontato di aver aspettato cinque anni, dai 16 ai 21, per trovare una band come i Genesis che rispecchiasse a pieno il suo stile. Tutto cominciò con un annuncio sulla rivista «Melody Marker» e da lì la band collezionò trenta album di successo di cui quindici in studio. Così sorge spontanea la domanda: perché il chitarrista abbandonò la sua fortunata band, nel 1977?

Sempre nella stessa intervista, Hackett ha ricalcato la parola autonomia, per sancire come ormai fosse arrivato il momento, per lui e i suoi brillanti colleghi, di intraprendere percorsi diversi. Già nel 1975 il musicista aveva pubblicato un album da solista, VOYAGE OF THE ALCOLYTE, realizzato in collaborazione con Phil Collins e Mike Rutheford. A dimostrazione che, nonostante le diverse esigenze, la band ha mantenuto sempre un ottimo rapporto

Una cornice di collaborazioni esplosive

Quali sono, dunque, le altre collaborazioni musicali che hanno accompagnato la carriera di Hackett? Nel 1986, dopo una serie di produzioni soliste, il chitarrista fondò il supergruppo dei GTR - abbreviazione di guitar - con l'iconico chitarrista degli Yes, Steve Howe. La band durò solo per un album omonimo, sotto la leggendaria produzione di Geoffrey Downes degli Asia

Dopo aver pubblicato nel 1996 un altro album con i Genesis, GENESIS REVISITED, Hackett si è cimentato in un altro progetto: i Gordian Knot. Trattasi ancora di un supergruppo prog affiancato da big del settore, come Bill Bruford e Trey Gunn dei King Crimson e John Myung dei Dream Theater. Per il secondo album revival con i Genesis, GENESIS REVISITED II, il chitarrista ha accolto la prima prova da palcoscenico del figlio di Phil, Simon Collins

Il messaggio di THE NIGHT SIREN

Nel 2017 l'artista sforna un album molto particolare, THE NIGHT SIREN, che sin dal titolo evoca un duplice significato. Da un lato la tragedia contemporanea dei profughi di guerra, dall'altro le mitologiche sirene dell'Odisseacome simbolo del viaggiatore che ritorna sempre alla propria casa, ovvero la tradizione. E Hackett può dirsi in nomade musicale a tutto tondo, grazie alla peculiare capacità di destreggiarsi sui generi più diversi. 

Così anche il suo album vuole essere un compendio musicale e culturale, con la collaborazione di venti musicisti provenienti da Israele e dai territori palestinesi che cantano contro la sofferenza. Alla base il desiderio di un futuro migliore, che si sedimenta in un potente messaggio di pace. Lo dimostra la canzone Behind The Smokededicata ai rifugiati di qualunque tipo.

Se sei un appassionato dei Genesis, non farti sfuggire lo speciale che Sprea ha dedicato alla loro storia. Puoi trovarlo sul nostro store online!
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You May Also Like