La guida al vinile per principianti

Il vinile è una realtà unica nel suo genere, ma diversificata nelle sue componenti. In base alle dimensioni, alla velocità di riproduzione e al numero di minuti di esecuzione su ciascun lato, si possono identificare diversi formati. Ne conoscete le differenze?

78 giri o Standard Playing (SP)

Il formato più anziano del vinile risale alla fine dell'800, quando l'inventore tedesco Emile Berliner, già artefice del grammofono del 1887, divulgò il primo modello di disco fonografico negli Stati Uniti. Si tratta di un disco realizzato in gommalacca, conosciuta anche come termoplastica per la peculiarità di essere modellata facilmente con il calore. La sue dimensioni sono di 10'' di diametro, corrispondenti a 25 cm circa e il suo particolare nome numerato deriva dalla velocità di rotazione. I 78 giri corrispondono infatti al numero di rotazioni al minuto lungo i macrosolchi, quattro volte più larghi degli attuali microsolchi.

Il motivo di tali dimensioni è sempre legato all'incisione artigianale, più difficoltosa per la durezza del materiale. A solchi così grandi si adatta poi una puntina di lettura altrettanto grossa che, percorrendo il solco, origina la riproduzione di 3-5 minuti di musica per lato. La durata paradossalmente limitata è spiegata dalla larghezza, e quindi, minor lunghezza dei solchi e dalla velocità di riproduzione. All'unicità e al simbolismo prezioso di questo prodotto, rimasto in auge fino al 1960, è legata anche una cura più certosina e delicata.  

33 giri o Long Palying (LP)

Alla Columbia Records si deve invece l'introduzione sul mercato del 33 giri, il formato più celebre, la cui origine risale alla fine degli anni Quaranta. In questo caso il disco gode di un più ampio raggio temporale di riproduzione, di circa 30/40 minuti per lato. L'innovazione sta infatti nel superamento della singola canzone verso la riproduzione di un intero album. Anche le dimensioni cambiano, con una crescita del diametro fino a 30 cm. Tuttavia, con la minor velocità di riproduzione - 100 giri ogni 3 minuti - si sacrifica lievemente la qualità sonora, compensata da un assottigliamento dei solchi. 

Questi diventano microsolchi e sono presenti quindi in maggiore quantità sulla superficie del disco, fino a 300. In questo modo si raggiunge un buon compromesso sonoro, attraverso cui una testina più fine indaga diverse sfaccettature del solco con il fine di cogliere tutte le componenti del suono. Sembra che il primo LP della Storia risalga a prima del suo successo mediatico, quando la Rca-Victor incise la Quinta Sinfonia di Beethoven. Da quel momento in poi il formato raggiunse un successo stellare, arrivando a un miliardo di copie vendute nel 1978. 

16 giri o LLP

Tra gli anni Cinquanta e Sessanta, però, negli Stati Uniti emerse un nuovo formato, simile per dimensioni al 33 giri. Si tratta del 16 giri, che consente una velocità di riproduzione approssimativa di 16,6 giri al minuto, oppure 100 giri ogni 6 minuti. Di conseguenza aumenta la durata esecutiva su ogni lato, fino a 60 minuti. Tale scelta, nonostante limitasse la qualità sonora, fu attuata per diversificare l'offerta, anche in relazione all'incisione delle più estese opere liriche.  

Praticamente introvabile al giorno d'oggi, il 16 giri non ebbe particolare riscontro e fu ritirato in breve dal mercato. In Italia solo due case discografiche, la Durium e la Fonit Cetra, adottarono questo formato per pubblicazioni particolari, tra cui un album di Domenico Modugno e uno di Claudio Villa, ma non durò a lungo. Come il 33 giri, il prodotto gode di particolare duttilità grazie a un materiale termoplastico, il PVC, che lo distingue dalla pesantezza e durezza compositiva dei primi 78 giri. 

45 giri o Singolo 

Arriviamo quindi al formato che detiene il più equilibrato e preciso formato. Il suo appellativo, singolo, lo tratteggia subito come un tipo di vinile adatto alla riproduzione di un solo brano. Quando infatti venne lanciato dalla RCA, quasi contemporaneamente al 33 giri, divenne chiaro che il Lato A del disco sarebbe stato dedicato al brano più incisivo e potente. Ad aiutarlo una velocità di 45 giri per minuto, costante e fissa, una dimensione inferiore all' LP - 7", quindi circa 17 cm - e l'occupazione dei solchi per metà della superficie del disco, quella non permeata dall'etichetta.  

Con il 45 giri si raggiunge quindi un ottimo compromesso per un brano. Tanto che la RCA volle sperimentare con un'incentivazione del formato, l'EP o Maxi Single, che permette di registrare due canzoni per lato, con una durata fino a 15'. Data la concorrenza tra i diversi formati, però, già dagli anni Cinquanta nacquero i vinili a tre velocità, in grado di riprodurre i 78, i 33 e i 45 giri con un semplice adattamento della dimensione superficiale. Il primo 45 giri della Storia? Sembra essere TEXARKANA BABY di Eddy Arnold, del 1949. 

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