Stevie Wonder: gli esordi di un musicista prodigio

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Il talento di un artista si misura nella sua abilità a misurarsi con la tradizione, andando oltre i generi canonici e verso una nuova, potente sensibilità, come quella che attraversa la musica di Stevie Wonder. E il suo nome d'arte detta una dichiarazione d'intenti, scritta nell'infanzia di un bambino prodigio. 

Stevland Hardaway Morris è figlio del Michigan del 1950. La sua infanzia è però diversa da quella della maggior parte dei bambini, poiché accompagnata da una retinopatia congenita. Questa è acuita da un parto prematuro e da un'incubatrice con eccessiva quantità d'ossigeno, che porta il piccolo Stevie alla cecità sin dalla nascita. Tuttavia il bambino non demorde e la tenera età porta con sé una naturale propensione alla musica. Lo dimostrano i suoi primi quattro anni, quando Stevie comincia a suonare il piano

Non solo, ma lo guida anche una verve polistrumentista, permeata sull'armonica a bocca, la batteria e il basso. Così, accanto a una splendida e dolce voce, Stevie si lascia guidare dall'udito e dal tatto verso una più profonda conoscenza della musica. Non è un caso, quindi, che a soli 11 anni, la madre lo porti da Ronnie White, cantante baritono dei Miracles e affiliato alla Motown Records di Detroit. La canzone che ipnotizza White è Lonely Boy e, in breve, la casa discografica di Berry Gordy, fondata nel 1959, scommette tutto su Stevie. 

E non è la prima arrivata sul mercato musicale, dato che ha già sotto contratto Marvin Gaye, Diana Ross e i Jackson Five. Proprio con Michael Jackson collaborerà in futuro Wonder, ma qui siamo ancora agli esordi. E il primo contratto di Stevie prevede 20$ circa settimanali, per una durata di cinque anni. Gli ingressi andranno alla madre di Stevie finché lui non compirà 21 anni. E sembra ancora lontano quel traguardo, dato che il nostro musicista prodigio ha solo 12 anni quando incide il suo primo branoThank You (For Loving Me All The Way). 

Al suo fianco una band di spessore, i Funk Brothers, con cui per anni compone e incide nello scantinato della Motown, chiamato Snake Pit, la tana del serpente. Non passa molto tempo prima che, a 13 anni, Stevie scali tutte le classifiche fino alla vetta. Il pezzo protagonista è Fingertips, suonato in acustica con l'amonica a bocca. Per Little Stevie, come veniva chiamato allora, è un grandissimo traguardo dalla chiesa battista di Whitestone in cui cantava da bambino. Ma è tutto merito del suo naturale e poliedrico talento, per cui riesce a parlare di amore e religione con testi semplici e d'impatto. 

Con l'evoluzione dell'adolescenza, i suoi primi brani più movimentati e carismatici assumono le fattezze di ballad. Ma la magia di Stevie sta nel valicare il concetto di soul, abbracciandovi anche sonorità jazz, funk e rock. Così il suo stile rientra all'inizio nel famoso sound Motown, dettato da precisi arrangiamenti figli della musica black. E quel mondo sembra distante dal rockabilly di Elvis Presley, nonostante questo ne accolga diverse sfumature. Perciò il banco di prova con un pubblico rock bianco è offerto dal mirifico tour con i Rolling Stones

Siamo nel 1972, Stevie è cresciuto, ha ormai 22 anni e si vuole svincolare da quell'icona da teen idol di cui l'ha rivestito la Motown. Così, in occasione del 29esimo compleanno di Mick Jagger, Stevie balla sul palco con il suo idolo e tutti applaudono e ammirano quell'inedito session man, con una voce talmente spettacolare da trascendere la divisione tra i generi musicali. Qui nasce la vera identità di Stevie Wonder, accompagnata anche dalla recente affiliazione al synth e la pubblicazione di un disco di successo, WHERE I'M COMING FROM (1971), scritto con la moglie e permeato di forti messaggi sociali, come già aveva fatto Marvin Gaye. 

Così oggi Stevie, al soldo di milioni di copie vendute e 25 Grammy Awards, scrive un'incredibile eredità musicale. E il 2021 porta con sé un nuovo riconoscimento, il Premio Wolf per le Arti, conferito dall'omonima fondazione israeliana per il suo patrimonio artistico. Lo stesso lo ha vinto Paul McCartney nel 2018, altro collega di Stevie nel suo mirabile percorso musicale. 

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