Il rock secondo noi: 9 dischi da conoscere

Classic Rock

Abbiamo ceduto alla tentazione di proporvi la nostra lista di dischi del cuore. Il rock secondo noi. Che poi, come sappiamo tutti, le liste vanno e vengono, e cambiano di continuo. I dischi che presentiamo sono semplicemente stati scelti fra i dischi che occupano un posto speciale nelle vite di noi di «Classic Rock». 

LUIGI ABRAMO • (1969)

SENZA MUSICA, LA VITA È UN ERRORE

«È vero, quello per il rock è un Amore. Premessa una giusta dose di sana ironia, anzi, per molti versi è l’amante perfetto. Sa eccitarci in adolescenza, stimola la nostra giovinezza, arricchisce la nostra maturità. È sempre presente, mai avaro di emozioni, luminoso e puntuale. Cambia d’abito continuamente per soddisfare il nostro umore e i nostri capricci. Moltiplica i nostri entusiasmi e allevia i nostri dolori. È in tutti i nostri ricordi più belli. Per quelli come noi, insomma, quel grande filosofo non poteva dirlo meglio: senza la musica, la vita sarebbe un errore».

1. RUBBER SOUL, The Beatles, 1965

Se REVOLVER sarà il tuffo e SGT. PEPPER la nuotata, è ormai fuori di dubbio che spetti a RUBBER SOUL il ruolo del trampolino che garantisce ai Beatles il salto dal terreno dell’intrattenimento musicale post-adolescenziale (HELP è uscito 4 mesi prima) ai cieli del mito rivoluzionario, rock e non solo, narrati dalla storia. Le contingenze sono diverse: dall’influenza di Dylan all’acquisita consapevolezza di una maggiore libertà compositiva. Ma, naturalmente, l’unica conditio sine qua non è il genio degli autori, in stato di grazia in ognuno dei generi esplorati. Dal rock di Drive My Car alle suggestioni orientali di Norwegian Wood, passando per l’iconica Michelle e la seminale In My Life, una pietra miliare indiscutibile della musica moderna.

2. FIVE LEAVES LEFT, Nick Drake, 1969

L’esordio di un ventenne – è bene ricordarlo – che nonostante un carattere profondamente introspettivo, quasi totalmente responsabile del suo scarso successo in vita, aveva idee ben chiare sulle proprie composizioni e il modo di presentarle. Tanto da riuscire a convincere un già affermato Joe Boyd a concedergli libertà e un proprio arrangiatore di fiducia. Il risultato, pur non perfetto, è un folk acustico intimo e passionale che, unito a una personalissima tecnica chitarristica e a saltuarie incursioni in orchestrazioni barocche, emoziona e ispira generazioni di musicisti. Tristi, ma suggestivi, la consapevolezza sulla fama postuma di Fruit Tree e alcuni elementi profetici, tra i quali il macabro vaticinio del titolo: Nick sarebbe scomparso cinque anni dopo.

3. REGGATTA DE BLANC, The Police, 1979

Garantendosi il pieno controllo creativo con un autofinanziamento, i Police danno prova di una maturazione a 360 gradi sfornando uno degli album simbolo della new wave e delle sue evoluzioni. In confronto al pur splendido esordio di OUTLANDOS D’AMOUR, il salto è evidente: Sting trova il suo modulo vocale più espressivo, le trame ritmiche di Copeland tra virtuosità e potenza si legano con le architetture armoniche della chitarra di Summers dando luogo a un sound inconfondibile che conquista critica e pubblico. La raffinatezza di Bring On The Night e l’energia di Message In A Bottle si fanno marchio di fabbrica; per questo trio e il suo “reggae alla maniera dei bianchi” è, giustamente, il momento di camminare sulla luna.

4. THE WALL, Pink Floyd, 1979

Giunto a un momento di pericolosa dissociazione personale, Roger Waters tenta di esorcizzarla creativamente, raccontando in uno degli album doppi più famosi della storia i traumi dell’infanzia, gli inganni dell’amore e la spersonalizzazione della rock star. Ne viene fuori un’opera rock psicoanalitica che, sebbene sia giusto non identificare totalmente col marchio Pink Floyd quanto col nome del suo autore principale, si conquista un legittimo posto nella storia della musica, sia attraverso brani simbolo –Another Brick In The Wall, Comfortably Numb – che per mezzo di una visione unica, pionieristica dal punto di vista dell’interdisciplinarietà (i monumentali concerti e il film che ne consegue ne consacrano il mito) e quasi inarrivabile per perfezione tecnica.

Luigi Abramo ha scelto anche: Peter Gabriel – SO; U2 – THE JOSHUA TREE; Jeff Buckley – GRACE; The Smiths – THE QUEEN IS DEAD; Nirvana – NEVERMIND; Supertramp – BREAKFAST IN AMERICA; Prefab Sprout – STEVE MC QUEEN.

ANTONIO BACCIOCCHI • (1961)

BENEDETTO DAL PUNK

«All’inizio, metà dei 70, furono Beatles e Who, poi tutto il rock possibile e immaginabile, inclusi Area e prog. Arrivò il punk e mi disse (incauto) che pure io potevo andare su un palco a suonare una batteria senza essere Bill Bruford o Giulio Capiozzo. Giunsero l’hardcore punk e l’estremismo sonoro. Con l’età il jazz, il folk, il soul, la black music, si fecero strada prepotentemente, affiancandosi ai vecchi ascolti e insegnandomi a cercare buona musica ovunque, sempre e comunque»

1. ABBEY ROAD, The Beatles, 1969

I Beatles chiudono con un ennesimo capolavoro i magici anni 60 e poi si sciolgono. Una storia perfetta che diventa arte assoluta. Da tempo divisi da mille paturnie, ritrovano l’unità all’ultimo respiro. George e Ringo scrivono i loro migliori episodi di sempre e suonano divinamente, Paul e John intersecano i brani alla perfezione, la band, finalmente di nuovo coesa, confeziona un addio memorabile, abbracciando un concetto di musica totale, dimostrandosi, ancora una volta, irraggiungibile. Dal titolo alla copertina al packaging, è tutto iconico, unico, semplicemente Beatles. Non avrebbero potuto fare di meglio. Finirla in quel momento è stato l’ennesimo colpo di genio.

2. QUADROPHENIA, The Who, 1973

L’acme della creatività compositiva di Pete Townshend (QUADROPHENIA è spesso configurato come suo album solista con l’aiuto di tre – quasi – amici) e il vertice delle capacità espressive degli Who. Che suonano come non riusciranno mai più a fare, con suoni e una produzione di qualità irraggiungibile. L’opera rock che narra il passaggio dall’adolescenza all’età adulta di un giovane mod è una suite solenne e magniloquente, hard rock e sinfonica, pomposa e allo stesso tempo essenziale. Un album in cui sono conservate tutta l’essenza e la storia del rock. Non ci sono classici da tramandare alla storia proprio perché è un’Opera integrale che ha un valore intrinseco e unitario. Da ascoltare sempre dall’inizio alla fine.

3. SOUND AFFECTS, The Jam, 1980

Paul Weller è stato uno dei rari personaggi usciti dalla scena punk/new wave che sia riuscito a ritagliarsi uno spazio duraturo nella storia del rock. Lo ha fatto con profitto sin dai tempi della sua prima creatura, i Jam, usciti nel 1977 già con connotati marcatamente personali, figli di punk, soul e beat. In SOUND AFFECTS, il penultimo album della loro breve storia, riescono con insuperata maestria a condensare l’eredità dei Sixties, lo sguardo all’attualità new wave ma soprattutto una marcata personalità compositiva, dai tratti immediatamente riconoscibili. Più efficaci di solito con i singoli, qui confezionano un album lineare, compatto, maturo, consapevole e di superba personalità.

4. WAREHOUSE: SONGS AND STORIES, HÜSKER DÜ, 1987

La più importante, solida e creativa band uscita dalla scena hardcore, capace di evolversi da un sound minimale e violentissimo e crearne uno nuovo che accorpava la lezione del rock classico con le nuove istanze creative degli anni 80. Se il loro classico ZEN ARCADE sperimentava ed era chilometri avanti, WAREHOUSE è la perfezione artistica in cui l’equilibrio tra potenza sonora, punk e qualità delle composizioni (equamente divise tra il leader Grant Hart e Bob Mould) è impeccabile. Soprattutto, le canzoni sono stupende senza momenti di cedimento, pur in un doppio concept album. Freschezza, potenza, costruzione armonica. Il commiato ideale per una storia breve ma intensa e importante.

Antonio Bacciocchi ha scelto anche: The Clash – SANDINISTA; The Stooges - FUNHOUSE; Oasis – WHAT'S THE STORY MORNING GLORY; Television – MARQUEE MOON; Wings – BAND ON THE RUN; Modern Lovers – MODERN LOVERS; AA.VV. - NUGGETS.

Questo articolo è estratto da Classic Rock 100, disponibile in edicola e sul nostro store online

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