Dai New Trolls alla PFM: il prog italiano a Sanremo

Sanremo conserva un approccio tradizionale alla canzone italiana, ma negli anni ha accolto le più sfaccettate sfumature musicali, tra cui l'immancabile progressive rock, figlio degli anni Settanta. Scopriamo le leggendarie band che hanno presenziato al Festival. 

New Trolls 

Nati sul finire degli anni Sessanta, i New Trolls tracciano una firma eterna del progressive rock italiano. Così sul loro curriculum appaiono indimenticabili presenze al Festival della Canzone Italiana. A partire dal 1969, quando gareggiarono con Io che ho te,  per continuare con il 1985, con la canzone Faccia di Cane, il cui testo era firmato Roberto Ferri e Faber, che i New Trolls accompagnarono nel suo primo tour, anche se non compare nei crediti del pezzo. 

Il brano conquistò il Premio della Critica, avvalorando l'impegno sociale e la perizia stilistica della band. Ma il passaggio tra gli anni Ottanta e Novanta si completa con altre due collaborazioni, Cielo Chiaro (1988) Quelli Come Noi (1992)Purtroppo nel 2019, la nuova formazione degli OF New Trolls non fu inserita nel Festival con la canzone Porte Apertesulla sottile tematica dei migranti. Una mancanza che i musicisti rimproverano al conduttore di quell'anno, Claudio Baglioni

Delirium 

Coetanei dei New Trolls sono i genovesi Delirium, nati sulle orme di sonorità beat come Sagittari. E la loro prima partecipazione a Sanremo risale al 1972 in cui presentarono JesahelUna canzone leggendaria, divenuta hit e guidata dalla voce di Ivano Fossati, il cui nome sbagliò Mike Bongiorno nel presentarlo quell'anno. Ma l'esibizione non fu solo distintiva per il brano, quanto per la performance in sé, accompagnata da un coro mistico dalle fattezze sessantottine. Così, in un'atmosfera tribale ed estatica, impreziosita dal flauto traverso, si consuma la prima e ultima partecipazione dei Delirium a Sanremo. La band si scioglierà infatti nel 1975, rievocando, con una nuova formazione, nel 1996, un disco in onore del brano di Sanremo: JESAHEL, UNA STORIA LUNGA VENT'ANNI.

Le Orme 

Passiamo quindi al gruppo fondativo del prog italiano, guidato dal trio Tagliapietra, Pagliuca e Dei Rossi. Dalla Venezia del 1966, la band approdò al palco dell'Ariston nel 1982, con il brano Marinaioriginariamente intitolato MargheraE tale cambio di titolo scatenò non poche polemiche, dato che il pezzo era originariamente pensato come un ritratto critico del degrado ambientale. Un po' com'era già stata la loro celebre Cemento Armato. Il tastierista Tony Pagliuca abbandonò le scene, contrario alla vittoria annunciata di Riccardo Fogli con Storie di Tutti i Giorni. Il gruppo fu costretto a sostituirlo con il musicista Roberto Colombo. Un secondo tentativo si ebbe poi nel 1987 con Dimmi Che Cos'èche, nonostante non spiccò tra il pubblico, ricevette il Premio della Critica Internazionale

Banco Del Mutuo Soccorso 

Due anni prima dell'ultima partecipazione delle Orme a Sanremo, arriva il Banco Del Mutuo Soccorso. Il loro Festival è dunque il trentacinquesimo, nel 1985, dove la band si avvale del nuovo bassista Gabriel Amato. La canzone portata lungo le quattro serate è Grande Joedalle sonorità delicate e ritmiche, guidate dal crescento vocale, ma sempre controllato, del compianto Francesco Di Giacomo. Nonostante la canzone si fosse posizionata al 15esimo posto su 22, la presenza a Sanremo del gruppo rimane un lascito iconico. E proprio su quel palco, in diretta, il 21 febbraio 2014, venne annunciata la scomparsa del frontman Di Giacomo in un incidente automobilistico a Zagarolo, in provincia di Roma. 

Premiata Forneria Marconi 

La storia sanremese dei PFM è invece legata a una collezione di importanti ospitate per occasioni significative. La prima risale al 2009, in omaggio ai 10 anni dalla scomparsa di Fabrizio De Andrè, a cui la PFM fu molto vicina durante gli esordi. E la celebrazione accoglie una doppia interpretazione, di Bocca Di Rosa e Il Pescatoreaccanto agli attori Stefano Accorsi e Claudio Santamaria, presentatori quell'anno. Il gruppo ritorna poi nel 2011 con Roberto Vecchioni nella terza puntata dei duetti, sulle note di Chiamami Ancora Amore.

Arriva poi il 2015, con un'altra significativa celebrazione secolare. Si tratta del centenario dalla Prima Guerra Mondiale, che la band accompagna a un'interpretazione dell'Ouverture di Nabucco di Giuseppe Verdi. E, ultimo, ma non ultimo, il Festival del 2020, dove la PFM torna in veste di ospite per un duetto. Il concorrente è il giovane rapper Anastasio, ascoltato e apprezzato dalla band in radio dopo la sua cover di Generale di Francesco De Gregori a X Factor. Il brano che li unisce è Spalle Al Murodi Mariella Nava

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You May Also Like