Le opere dei Procol Harum acquistano un valore eterno nella storia del prog. E il loro sound, figlio degli anni Sessanta, ritorna ancora nel 2021, con un messaggio più contemporaneo che mai.
A metà tra un singolo e un album, l'EP incorpora una piccola selezione di brani che si offre in maniera veloce e poco costosa al pubblico. Così i Procol Harum, storica band progressive rock nata nel 1967, ritorna in veste contemporanea nel 2021. Per il rilascio del loro nuovo EP, intitolato MISSING PERSONS (ALIVE FOREVER), la band britannica capitanata dall'eterno Gary Brooker sceglie il 7 maggio 2021. A più di un anno dallo scoppio della pandemia, dunque, i Procol Harum sentono l'urgenza di rivolgersi ai loro fan, con dei brani che fanno riflettere sulla vita e sulla perdita. Per questo il titolo traduce simbolicamente l'importanza delle persone, di coloro che ancora combattono per riavere quello che hanno perduto e di chi è tristemente scomparso a causa della malattia.
Il messaggio tempestivo e attuale del gruppo trova destinazione in un CD comprensivo della title track, anche in Edited Version e del brano War Is Not Healty. Se pensiamo a Pandemica, la recente miniserie lanciata dal frontman degli U2, Bono Vox, per sensibilizzare i fan all'uso del vaccino, capiamo quanto è importante il messaggio comunicativo lanciato dal rock. E i Procol Harum scelgono tre canzoni che inducono a una riflessione, lungo il trasporto del tradizionale timbro stilistico della band. Questa è affiorata alla fine degli anni Sessanta con uno sguardo avanguardista, dettato già dall'inedita presenza in formazione di un organista e un pianista. Davanti al primo sound beat dei Beatles e al blues dei Rolling Stones, i Procol Harum hanno offerto al rock un atteggiamento e un'intenzionalità progressiva.
L'Inghilterra li ha conosciuti con Radio Londra. emittente pirata che affascinava migliaia di spettatori. E il tocco distintivo, creato dal cantante Gary Brooker e dal paroliere Keith Reid, si è evoluto nel più grande successo del gruppo: A Whiter Shade Of Pale. Una peculiare evoluzione di rock sinfonico e barocco, ispirata a Johann Sebastian Bach e rimasta per sei settimane in vetta alle classifiche britanniche. Non solo, ma il brano ha ottenuto un pervasivo successo anche negli Stati Uniti e in Italia, dove Mogol, poco dopo l'uscita del 12 maggio, l'ha proposta ai Dik Dik. Così la versione del gruppo milanese, tradotta come Senza Luce, ha conquistato un successo esorbitante, anche superiore a quello dei Procol Harum.
Sull'eredità di un brano nominato nel 1968 come Canzone Dell'Anno, la band ha scritto la sua storia, continuamente ridimensionata lungo cambi di formazione e ricerche espressive. Ma è alle origini che guarda l'anima artistica del gruppo. Per questo non possiamo dimenticare il bassista Alan Cartwright, attivo dal 1971 al 1976 e morto all'inizio di marzo 2021 per un cancro ai polmoni. Così la band, nonostante attualmente al soldo di una nuova formazione, perlopiù consolidatosi negli anni Novanta, ha subito lo sconforto della scomparsa di un collega. Inoltre la pandemia ha aggravato lo spirito del gruppo, che aveva in programma un live italiano a marzo 2020 e uno il mese successivo al London Palladium. Quest'ultimo impreziosito dalla fascinazione di un'orchestra e un coro.
Due esperienze fondamentali, dunque, non solo per ricordare la potenza catarchica dell'esperienza performativa, ma anche per promuovere l'album NOVUM (2017). Si tratta di un disco realizzato in occasione del 50esimo anniversario dalla nascita del gruppo, dopo 14 anni di assenza dall'ultimo album, THE WELL'S ON FIRE (2003). Originariamente doveva comprendere una selezione di brani composti da Brooker e Reid, ma alla fine questi non vennero mai incisi. E, dato che le migliori creazioni nascono all'improvviso, alla fine tutti i 12 brani dell'album sono stati composti da Brooker e Pete Brown, nientemeno che il paroliere di fiducia di Jack Bruce. Così i Procol Harum, tra vecchi successi e nuove collaborazioni, si preparnoa a una nuova parentesi musicale. Aspettiamo quindi di scoprire cos'hanno in serbo per noi!