True Lies 1: le leggende su Tony Iommi dei Black Sabbath raccontate da Classic Rock e Radiofreccia

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Durante la prima puntata di True Lies, il nuovo programma di Classic Rock e Radiofreccia, Fabio Cormio e Dj Double M hanno raccontato le leggende metropolitane attorno al chitarrista dei Black Sabbath. Ecco un estratto.

L'infanzia di Tony Iommi

La sua è una famiglia di immigrati italiani, trasferitasi a Birmingham nel ‘46, all’indomani della Seconda guerra mondiale. Il padre di Tony è nato in Brasile, ma è di origini italiane; la madre è nata a Palermo. Tony non cresce negli agi, ma non soffre neanche la povertà. Vive un’infanzia serena, anche grazie alla rapida integrazione della famiglia a Birmingham.

L’imprinting con la musica

Cresciuto in una famiglia interessata alla musica, allo spettacolo e al cinema, Tony Iommi ha finito per inventare l’hard rock, o l’heavy metal (dipende da come vogliamo pensarla). Da bambino ascolta blues, jazz e gli Shadows, che con i loro brani strumentali, le Fender Stratocaster dai suoni puliti, le tastiere chiare in acero e quei suoni pieni di riverbero hanno segnato un’epoca, influenzando generazioni di musicisti e, in particolare, chitarristi.

La folgorazione al cinema

Un giorno la famiglia Iommi si reca al cinema a vedere una pellicola molto particolare, una sorta di musical che avrà un impatto fortissimo sulla vita di Iommi. Il film si chiama The 5 Thousand Fingers of dr.T. Il dr. T è un insegnante di pianoforte e Tony se ne innamora: vuole suonare il piano. Ma dato che costa troppo, i genitori gli comprano una chitarra acustica. Lui all’epoca ha solo 6 anni, e dopo qualche capriccio accetta il regalo. (E meno male!).

Scarface

Finora l'unica sfiga che Tony ha subito è stata ricevere una chitarra invece del pianoforte. Però poi l'adolescenza gli porterà un po' male: un giorno cade, si fa un taglio sul labbro e ne deriverà una grossa e brutta cicatrice per la quale qualche compagno lo ribattezzerà Scarface. Che sia una leggenda metropolitana o meno giudicatelo voi: Tony comincio a desiderare i baffetti per coprire la cicatrice, e quando arriveranno non li abbandonerà mai.

L’incidente

Il guaio vero arriva a 16 anni: Tony è ormai innamoratissimo della musica e allo scopo di comprarsi una chitarra migliore fa qualche turno da operaio in fabbrica. Lavora con l'acciaio e sarà proprio questo a tirargli un brutto scherzo: una pressa d'acciaio gli trancia di netto il medio e l'anulare della mano destra. Se sei un chitarrista mancino (e le dita della mano destra sono quelle che devono volare sulla tastiera) allora è più che un guaio.

Pare che sia stato il capo di toni a fargli ritrovare la voglia di suonare. Come? facendogli ascoltare Django Reinhardt, perché come noto era costretto a suonare con sole due dita. È bellissimo pensare che l'inventore dell'heavy metal sia stato virtualmente preso per mano da un virtuoso jazz gitano.

Torna la voglia di imbracciare la chitarra per fare sul serio. Come farà nella pratica senza medio e anulare? Iommi non va tanto per il sottile e decide di ricostruirsi le dita da solo. Le versioni sui modi e i materiali usati si sprecano, ma la più accreditata è questa: userà il composto plastico ottenuto sciogliendo alcuni tappi di flacone di detersivo, poi coperti di pelle. Una soluzione che annulla quasi totalmente la sensibilità delle dita sullo strumento.

Per Tony Iommi non va così: lui suona da paura. Ma ha due inconvenienti: il primo è che le protesi durano soltanto un mese di uso intensivo e poi devono essere rifatte da capo; ma soprattutto per tirare bene le corde, non potendo imprimere tanta forza, avrà bisogno che le corde stesse siano meno tese. E allora la soluzione più semplice, che sarà fondamentale nella definizione del suono dei Black Sabbath, è quella di accordarsi mezzo tono o uno sotto: insomma, quando si dice fare di necessità virtù. Per cui d’ora in poi ogni volta che ascolterete i Black Sabbath saprete che tutto quello che si sente deriva anche da pezzi di plastica ricoperti di pelle.

Ozzy Osbourne e la nascita dei Black Sabbath

Se c'è qualcuno che sarà per sempre croce e delizia (forse un po' più croce) nella vita di Tony Iommi, quello naturalmente è Ozzy Osbourne. Tony inizia nel 1964, a diciott'anni, a esibirsi dal vivo in una band blues. Cambia vari gruppi, e alla fine lui e il batterista Bill Ward assoldano Ozzy Osbourne, dopo aver letto un annuncio che il cantante aveva affisso in un negozio di dischi. Osbourne portò con sé Geezer Butler, chitarrista adattato al basso, e dopo un periodo di assestamento nasceranno i Black Sabbath, band di cui proprio Toni Iommi rimarrà sempre l'unico membro fisso, mentre Ozzy ne uscirà nel '79 licenziato esattamente da Iommi.

Le leggende su quel periodo si sprecano: qualcuno dava Ozzy ormai per spacciato, e lui stesso ha raccontato quei giorni con queste parole “Ero al capolinea. Mi avevano sbattuto fuori, ogni giorno mi ammazzavo di merda. Non uscivo mai, non aprivo nemmeno le tende.

Diceva di essere al capolinea: ecco il momento perfetto per una leggenda metropolitana, la resurrezione. Questo è il momento giusto per l'angelo salvatore. Chi? Anche qui le versioni non concordano. Forse l'angelo in questione fu Sharon, futura moglie di Ozzy, e si proponeva allora in veste di manager; ma il bassista Bob Daisley non è dello stesso avviso, ricordando che fu proprio lui a tirare su Ozzy. Poco dopo Ozzy avrebbe conosciuto e ingaggiato uno dei più grandi e iconici chitarristi di tutti i tempi, il californiano Randy Rhoads.

Nel mentre rinascevano anche i Black Sabbath. “Dio ci ha fatti rinascere” diceva Tony Iommi. Sì, Dio nel senso di Ronny James, un altro musicista di origine italiana come Tony, un'altra voce grandiosa (forse anche più tecnica ed estesa di quella di Ozzy).

A proposito di Ronny, mancato qualche tempo fa, forse non tutti sanno che il famoso gesto delle corna, quello dei metallari, si deve proprio a lui e alle sue origini italiane: quello che era un gesto apotropaico, un gesto scaccia sfiga, diventerà simbolo mondiale di orgoglio heavy metal. Ma poi Geezer Butler ha cambiato le carte in tavola dicendo che fu proprio lui a mostrare le metal arms a Ronnie James Dio: parrebbe infatti che il cantante, non volendo utilizzare il simbolo della pace per non copiare Ozzy, avesse chiesto aiuto proprio a Butler (“Com’è che facevi con le mani?”). E a quel punto Ronnie avrebbe reso immortali le corna, non solo nei rapporti di coppia ma anche nell’heavy metal.

True Lies è on air ogni ultima domenica del mese. Potete riascoltare la prima puntata cliccando qui.

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