I Pink Floyd degli anni Settanta: una curiosità per ogni copertina

Il decennio degli anni Settanta evoca le più alte vette di bellezza discografica dei Pink Floyd. La band si affida quasi totalmente al gruppo Hipgnosis e a Storm Thorgerson tra memorabili art cover che riflettono l'evoluzione stilistica ed emotiva della band. 

ATOM HEART MOTHER (1970)

Il quinto album in studio dei Pink Floyd, ATOM HEART MOTHER, si accompagna all’iconica fotografia della mucca che guarda in camera con fare curioso. Lo scatto nacque in maniera causale nel paesaggio bucolico dell’Hertfordshire, dove il maestro dello Studio Hipgnosis, Storm Thorgerson fotografò la prima mucca che vide. L’ispirazione gli venne però dall’opera Cow Wallpaper (1996) di Andy Warhol, che denota come arte e improvvisazione si legano in un potente sodalizio creativo. Lo stesso che abbraccia i quattro musicisti ai loro esordi, folli, energici, spensierati e avvezzi alla sperimentazione, che David Gilmour ricorderà in maniera negativa, sottolineando come la band non sapesse esattamente cosa faceva. Resta il fatto che la mucca, denominata Lulubelle III, trasuda semplicità e curiosità, in una perfezione imperfetta che cattura subito l’attenzione.

atom heart mother
MEDDLE (1971)

Può essere soprannominato l’album delle interferenze con quella collezione di sei tracce immortalate su una copertina umana, scientifica e ipnotica. Per MEDDLE, i Pink Floyd accantonano Storm Thorgerson e la sua idea di fotografare l’ano di un babbuino per affidarsi a uno scatto subacqueo di Bob Dowling, che cerca il primissimo piano di un orecchio umano. Tanto è chiara e definita la mucca nel contesto ameno della campagna, quando è caleidoscopica e indistinguibile quest’immagine. Sempre firmata dall’Hipgnosis, la fotografia riflette al meglio la poliedricità di un album aperto alle interferenze dello spazio circostante. Queste catturano e avvolgono sonorità mutaformi, affidate a un titolo che, a detta dello stesso Gilmour, fonde il sostantivo medal, stemma della vittoria, e il verbo interfere, interferire. 

OBSCURED BY CLOUDS (1972)

È il turno del settimo album, pubblicato dalla EMI nel 1972 e non nel podio dei più celebri dei Pink Floyd. Ma la sua copertina, ancora una volta capitanata dal duo dello studio Hipgnosis, Audrey Powell e Storm Thorgerson, svela un intrigante meccanismo artistico. Viene scelto infatti un fotogramma dal film La Vallée di Barbet Schroeder, di cui l’album contiene la colonna sonora. L’immagine raffigura un uomo su un albero, che però sfugge ai suoi connotati, indistinguibili per via della proiezione della pellicola 35mm su un proiettore non funzionante. Si creano così delle bolle oniriche che oscurano l’immagine, ma invocano la verve performativa della band. Ma non è finita. Perché un episodio divertente riguarda l’edizione pubblicata in Turchia e resa pubblica dalla band, dove non solo viene apposto il logo sbagliato dei Pink Floyd, ma anche raffigurati in copertina i Queen!

THE DARK SIDE OF THE MOON (1973)

Arriviamo dunque alla perla di eterna bellezza e pervasiva eredità commerciale del gruppo. Con THE DARK SIDE OF THE MOON, Thorgerson affida all’artista Georgie Hardie la celebre immagine del prisma in cui la luce bianca si rifrange in un fascio policromatico, secondo l’esperimento di Isaac Newton. Una scelta estetica di indubbia potenza, che forgia un’icona e ammicca al viaggio fantascientifico delle sonorità ammalianti del disco. E proprio sulla simbologia del viaggio inizialmente Hipgnosis aveva pensato a una leggendaria figura dei fumetti Marvel, Silver Surfer. Il supereroe che viaggia alla velocità della luce sulla sua tavola argentata, plasmando la materia e oltrepassando le dimensioni temporali era un’immagine perfetta per l’epopea spaziale dei Pink Floyd. Tuttavia Powell riteneva che non avrebbero mai concesso loro i diritti e così si scelse un’immagine altrettanto riconoscibile. Nel 1987, il chitarrista Joe Satriani sarebbe ricorso al supereroe per il suo SURFING WITH THE ALIEN (1987).  

pink floyd
WISH YOU WERE HERE (1975)

Due stupendi brani della discografia dei Pink Floyd, Wish You Were Here e Shine On You Crazy Diamond evocano a pieno il significato dell’album. Da un lato manca Syd Barrett, che fece la sua apparizione fantasma durante le prove, completamente trasfigurato dopo anni di assenza. Dall’altro non c’è più lo spirito folle e spensierato della bromance degli esordi. Lo avverte Roger Waters, con una voce malinconica che affronta lo straniamento di una band all’apice del suo successo e famelicamente dilaniata dai suoi spettatori. Così qui riposa la scelta della copertina, dove due uomini, vestiti in completi d’affari, si stringono la mano sullo sfondo di casermoni industriali. Uno di loro, uguale e contrario all’altro, prende fuoco. E quest’ultimo simboleggia l’occultamento, la maschera che nasconde le vere emozioni e rende vacuo e freddo quel contatto umano.

wish you were here
ANIMALS (1977)

Ed ecco affiorare la celebre copertina del maiale volante, che si libra nel cielo plumbeo e cinereo della centrale termoelettrica Battersea Power Station, vicino a Londra. Proprio a Battersea viveva in quel periodo Waters che, per la cover di ANIMALS, dà il proprio contributo visionario all’arte di Thorgerson. Dalla sua finestra di casa, infatti, il bassista vedeva quotidianamente nella centrale un animale rovesciato, ingabbiato, morente, inerme. “Come una tartaruga girata sulla schiena” dirà in un’intervista alla BBC. E nelle quattro colonne funeree della centrale vede i quattro membri della band, in un'immagine motuaria e decadente su cui affiora il maiale volante, Algie.

THE WALL (1979)

Nel caso dell’intima e sofferta opera di Roger Waters, la copertina scelta da Gerald Scarfe si libera da qualsiasi artificio estetico. È un muro bianco di mattoni, limpido, candido, innocente come un bambino, come lo descrisse Waters. Un blocco mentale e fisico che colloca l’immaginifico Pink in una gabbia di solitudine e ricordi da lui costruita. Per questo sia l’artista che il bassista volevano lasciarlo inerme nella sua purezza. Tuttavia la Harvest richiese che fossero inseriti il titolo e il nome della band, aggiunti con una bomboletta spray. Ecco, nella sua forma più originaria è questo il trucco, senza inganni. Con il tempo, però, diverse versioni dell’artwork incorporarono anche altri personaggi: la Mamma, il Maestro, la Moglie, i Martelli e il Magistrato che aiutavano e ostacolavano Pink a demolire il muro.

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