True Lies 2: le leggende dei Lynyrd Skynyrd svelate da Classic Rock e Radiofreccia

lynyrd skynyrd

I Lynyrd Skynyrd sono una band poco pubblicizzata? Forse sì: li conosciamo per poche canzoni, ma dietro di loro c'è una storia pazzesca. Il fatto di essere stati brutti sporchi e cattivi (sul serio) e quei pezzi da 10 minuti non li hanno aiutati... soprattutto da questa parte dell'Oceano.

Amburgo, 1975

Questa storia comincia da una notte assurda ad Amburgo, in Germania. È l'ottobre del 1975, e al bar di quell’albergo i Lynyrd Skynyrd hanno bevuto senza limiti Schnapps alla menta ghiacciata in bicchieri gelati. Sono abituati a whiskey e bourbon, a scotch e Jack Daniels: al confronto lo schnapp è dolce, va giù facile. Poi però ti stende. La cosa di per sé non sarebbe un problema se stasera non avessero un concerto: Ronnie Van Zant, il fumantino cantante dei Lynyrd e leader carismatico, è ubriaco fradicio (e Ronnie era uno a cui piaceva menare le mani).

Dopo il bar il gruppo si trasferisce in una stanza: Ronnie si incazza con qualcuno che nessuno ricorda, per un motivo che nessuno ricorda, e tira un pugno alla persona più vicina che in questo caso è il road manager. Tutti cercano di separarli ma Ronnie, forte come un leone, si divincola, afferra una bottiglia e la spacca in testa al road manager. Non è tutto: dopo la bottiglia rotta Ron ne vuole ancora, sembra impazzito e ha sete di sangue: nota lì vicino Gary Rossington, uno dei chitarristi del gruppo e uno dei fondatori: gli dice “adesso ti taglio le mani, non suonerai mai più quella cazzo di chitarra”.

Gli piomba addosso con la bottiglia rotta e lo ferisce colpendolo non una, non due, ma undici volte. Sangue ovunque, vetro ovunque, alcol ovunque: insomma è veramente un disastro. Arriva il turno di Artimus Pyle, batterista ed ex marine, 100 kg di muscoli e massiccio come un bufalo: è lui a impedire il peggio. Afferra Ronnie, lo sbatacchia come un pupazzo. Gary Rossington vola in ospedale, una delle infermiere riuscirà a ricucirgli le mani e, incredibile a dirsi, quella sera ad Amburgo suonerà.

Ma chi erano i Lynyrd Skynyrd?

Erano un gruppo di ragazzacci, riusciti a fuggire dalle paludi della Florida e diventati poi una colonna portante della musica americana anni ’70. I Lynyrd avevano creato un nuovo sound che era come un cocktail: una parte di country, una parte di rhytm and blues e tre di rock and roll. On the road quel sound fu ribattezzato Southern rock ed è stato fonte di ispirazione per i 10.000 gruppi venuti dopo di loro. Erano attaccabrighe, i più tosti e pericolosi in un’epoca in cui essere tipi tosti e pericolosi voleva ancora dire qualcosa.

Tutto nasce da una palla da baseball

Siamo in un campetto di una scuola a Jacksonville, Florida, è il 1964 e il sedicenne Ronnie Van Zant ha appena lanciato una palla che colpisce in testa Bob Burns, un ragazzo con la passione per la batteria, e lo mette KO. E così da una palla in testa cambieranno la musica e la vita di questi ragazzi. Su quel campo c'è anche il quattordicenne Gary Rossington, allora un chitarrista in erba, che assiste alla partita insieme a un altro giovane amante delle sei corde, Allen Collins. Si strinsero tutti attorno a Bob, semi svenuto, ma dopo due minuti stanno già parlando di musica. Qualcuno suggerisce di fare una jam, le jam diventano prove e il resto è storia.

All'inizio si faranno chiamare One Percent, poi prendono questo strano nome, "Lynyrd Skynyrd" in onore del loro insegnante di ginnastica al liceo, Leonard Skinner, che odiava i ragazzi coi capelli lunghi. Non riescono a imporsi all'inizio, nemmeno quando Allen Collins e Ronnie Van Zant tirano fuori una canzone destinata a imprimersi per sempre nell’empireo del rock: non è Sweet Home Alabama, ma Freebird.  

Free Bird

Per gli amanti dei numeri, Free Bird è stata inclusa nella classifica 500 Songs that shaped Rock and Roll Hall of Fame e alla posizione numero 193 nella lista delle 500 migliori canzoni di sempre redatta da Rolling Stone. Nel 2009 è stata nominata la 26 esima migliore canzone hard rock di tutti i tempi.

Ci sono tante versioni e l’assolo di Allen Collins è uno dei più lunghi e famosi della storia del rock. Negli Stati Uniti è così famosa da aver raggiunto lo status di meme: durante un concerto di una qualsiasi band (di qualsiasi genere) quando partono le richieste del pubblico c'è sempre qualche buontempone che urla “Free Bird”: successe persino ai Nirvana ai tempi del MTV Unplugged del 93 e Kurt Cobain commentò in diretta “Ecco, me lo aspettavo”.

Ascolta l'intera seconda puntata sul sito di Radiofreccia. Ogni puntata, on air l'ultima domenica del mese, è archiviata nella sezione Podcast. Anche la prima!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You May Also Like