Nirvana: 11 canzoni più belle di “Smells Like Teen Spirit”

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Nella breve, ma meravigliosa produzione dei Nirvana è difficile fare una selezione di brani da Top 10. Ve ne proponiamo 11, in una cerchia sofferta di privilegiati, dove l’anima magnetica e melanconica di Kurt Cobain trova profonda destinazione.

About A Girl

Una ballad dall’incedere pop svezza il tocco grunge del primo album dei Nirvana, BLEACH (1989). About A Girl, impreziosita dalla voce abrasiva di Kurt Cobain, rievoca la fine della sua relazione con Tracy Marander. Una poesia di eterna bellezza, che raggiunse visibilità solo dopo la performance dell’MTV Unplugged del 1993 e la morte del suo brillante cantautore, l'anno successivo.

In Bloom

Con il loro secondo album, l’epocale NEVERMIND (1991), i Nirvana iniziano la scalata per l’Olimpo del rock. E in seconda posizione in scaletta troviamo In Bloom, in cui  i musicisti raccontano con ironia la loro condizione di rockstar al soldo del mainstream, quando in realtà erano nati per dar voce all’anticonformismo dei margini. Qui si annidano luci e ombre dell’odio di Cobain per la celebrità, in un divertente video iconico in bianco e nero. 

Come As You Are

Ma la vulcanica irruzione discografica di NEVERMIND accoglie anche la terza traccia, molto amata dal pubblico. Si tratta di Come As You Are, secondo singolo più venduto dopo Smells Like Teen Spirit. Il brano evoca una storia d’amore, che però generò controversie per la citazione di una pistola considerata profetica e per una presunta accusa di plagio del brano Eighties dei Killing Joke.

Lithium

Lithium parla di un uomo che, dopo la morte della fidanzata, si rivolge alla religione come un’ultima risorsa per mantenersi vivo, per evitare di suicidarsi.

Così Cobain descrisse la dirompente Lithium nel 1992, spesso citata come canzone sul bipolarismo, dato che il litio è uno stabilizzatore d’umore. E tra venature biografiche, schizofrenia e religione, il brano vive in un ascolto a ripetizione, impossibile da dimenticare. 

Polly

La delicatezza di Polly nasconde una storia di drammatica violenza cronachistica. Sembra infatti che Cobain si sia ispirato a Gerald Arthur Friend, un ventiduenne che, negli anni Sessanta, rapì e violentò una dodicenne che chiedeva l’autostop. Noi percepiamo la storia dal punto di vista del carnefice, che ingabbia la sua vittima come il canarino di Kurt, Polly, da cui nasce il nome fittizio di quella ragazza dimenticata e la frase "Polly wants a cracker".

Heart-Shaped Box

Nel 1993 si irradia tutta la magia di IN UTERO, l’album in cui Cobain sprigionò la sua anima in un coinvolgimento di emotività pregnante. E Heart-Shaped Box è una di quelle tracce che ti rimane nel cuore per la capacità di contenere, come in uno scrigno, una miriade di riflessioni diverse. Queste legano la famiglia, la dipendenza e l’amore in un pervasivo senso di protezione e difesa dal caos circostante. Ma non manca il tocco graffiante. 

Rape Me

I Nirvana hanno sempre dimostrato un’attenzione particolare al terrifico tema dello stupro. Posti a difesa delle donne e delle violenze subite, con Rape Me i musicisti di Seattle raccontano il grido di sfida di una donna al suo aguzzino. Ma presto lo stupro assume fattezze simboliche, in un’introversione che Cobain rivolge a sé stesso, come carne da macello in pasto alla folla. E la potenza di questo brano dà i brividi.

Pennyroyal Tea

Il testamento di fragilità urlata di Cobain trova sfogo nella sesta traccia di IN UTERO. Il suo titolo, così misterioso ed evocativo, è Pennyroyal Tea, in riferimento all’omonimo infuso alla menta che, se assunto in quantità elevate, può indurre l’aborto. L’anatomia dell’album si fa quindi portavoce di un’intimità viscerale violata. Il brano divenne celebre con l’esibizione Unplugged in New York e con lo scambio di battute per smorzare gli animi tra Dave e Kurt.

All Apologies

Con due candidature ai Grammy, All Apologies è un brano che racchiude un ossimoro di dolcezza e amarezza. Cobain lo scrisse nel 1990, quando ancora non conosceva Courtney, ma dedicò il brano, pubblicato come singolo nel 1994, alla moglie e alla figlia. Ma l’amorevolezza di questo gesto nasconde un dolore intessuto tra le righe, l’abbandono e la resa in un canto del cigno. 

The Man Who Sold The World

Entriamo qui nel territorio del Duca Bianco, con un brano onirico e fantascientifico sull’incontro con un soldato ucciso in guerra. E i Nirvana ne fanno una cover che, negli anni Novanta adombra quella di Bowie, scatenando la sua rabbia per l’ignoranza di alcuni fan sulla versione originale, ma riconoscendo anche l’estremo valore insito nella voce spezzata di Cobain, trainata da profonda malinconia.

Where Did You Sleep Last Night

Sempre al live album MTV UNPLUGGED IN NEW YORK, una mirifica testimonianza dell'ultimo lascito dei Nirvana, appartiene Where Did You Sleep Last Night. Al live del 1993, Cobain la introduce con un Fuck you all, this is the last song of the evening” e il pubblico la attende con trepidazione, lungo un incedere prima lento, sussurrato e poi sempre più incalzante, fino all’urlo che trema in uno sguardo acceso, abbandonato a un ultimo sussurro. 

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