8 maggio 1974: l’ultimo tragico giorno di Graham Bond

Sassofonista, organista e cantante, Graham Bond è stato il pioniere del sound combinato di jazz e rhythm & blues sull'onda del boom musicale anni Sessanta. Ma il suo innegabile talento non ha incontrato le aspettative di successo, conducendolo in un vortice autodistruttivo fino al suo ultimo giorno fatale. 

Nessuna parola può equiparare la terribile immagine che incorniciò la scomparsa di Graham Bond sotto i binari di un treno, alla stazione di Finsbury Park di Londra. Aveva solo 36 anni quell'omaccione firmatario di un simbolo jazz e blues di anni Sessanta. Un pioniere, che nel 1965 si era distinto come il primo musicista a usare il Mellotron in un'opera rock. Il suo sound era figlio di un pastiche stilistico e per questo difficile da apprezzare: da un lato gli amanti del jazz sostenevano che la sua musica fosse troppo influenzata dal rock, dall'altro il pubblico pop mal sopportava i virtuosismi complessi delle sue composizioni

Bond era una creatura complessa, intrisa di follia e fragilità, ma di grande ispirazione per molti musicisti, nonostante nel corso del tempo la sua memoria sia sfumata. Basti pensare che Jon Lord, tastierista dei Deep Purple, dichiarò sul suo conto: "Mi ha insegnato, in pratica, la maggior parte di ciò che so dell'organo Hammond".

L'uomo che lo ha seguito passo passo e che ha fornito la più ricca testimonianza su di lui è Jack Bruce. Prima di diventare il cantante e bassista dei Cream, Bruce, accanto al futuro collega Ginger Baker, era nella band The Graham Bond Organization (GBO). Quest'ultima si fece le unghie nello scenario anni Sessanta. E proprio Bruce ricorda Bond e "L'Organizzazione" così:

Era una tantum. Nessuno può suonare contemporaneamente sax contralto e Hammond e ottenere quel suono incredibile. L'Organizzazione era una band fenomenale. Era piuttosto primitiva, ma questo faceva parte della sua bellezza. 

Ma la band non ebbe vita facile. I musicisti guadagnavano poco e l'aspetto di Bond non rispecchiava l'idea di frontman giovane e aitante che piaceva al pubblico. In più si inserì tra le trame del gruppo l'inevitabile droga. Dalla prima innocente marijuana all'invasiva eroina, che colpì pesantemente Bond e Baker. E il colpo fatale arrivò nel 1966, quando Bruce e Baker lasciarono la GBO per i Cream. Era finita un'era per Bond, che in breve si rese conto che i suoi amici stavano conquistando con i Cream quel repentino successo che lui non era mai riuscito a ottenere. Perché nonostante le sue rare abilità musicali, Bond era una mina vagante, un soggetto altalenante e difficile da gestire. Non il figliol prodigo delle case discografiche, insomma. 

Così, totalmente devastato dai problemi finanziari - tanto che nel 1969 venne arrestato per due anni di bancarotta - insoddisfazione personale e problemi di droga, Bond intraprese un percorso autodistruttivo. Questo fu incentivato anche da un crescente interesse nell'occultismo, tanto da sostenere di essere il figlio di Aleister Crowley.

Del giorno prima della sua morte, il 7 maggio 1974, rimane una chiamata alla rivista musicale «NME», in cui Graham disse: "Mi sento benissimo. Sono pulito. Sono fuori di tutto e non vedo l'ora di tornare di nuovo al lavoro.” Un'iniezione di positività, dunque, confermata dagli amici più stretti che, dopo il ricovero in un ospedale psichiatrico e la disintossicazione nel 1973, lo vedevano in condizioni migliori e pronto a ricominciare. 

Sembra quindi impossibile che il giorno dopo si fosse diretto alla fermata di Finsbury Park per poi gettarsi drammaticamente sotto un treno. Un finale alla Anna Kareninache avrebbe potuto verificarsi qualche anno prima, con Bond sul fondo del baratro e un ricovero per schizofrenia. Tuttavia i colleghi e gli amici hanno rimarcato come la sua personalità fosse troppo forte e fiera per abbandonarsi alla depressione. Ma tutto sembra condurre al suicidio. Si è infatti ipotizzato che Bond quel giorno, già precedentemente picchiato in passato per i suoi debiti con gli spacciatori, stesse fuggendo proprio da questi. Sembra che tempo prima, per paura di loro, si fosse recato dalla polizia per consegnare la sua marijuana e farsi imprigionare. 

Tuttavia non ci sono testimoni che si sono esposti per confermare tale versione. Rimane viva la seppur impalpabile conferma del suicidio, accompagnata da due terribili giorni in cui la polizia cercò di identificare quello che restava del cadavere. Alla fine si arrivò alla conferma grazie alle impronte digitali raccolte nel 1969, quando il musicista fu arrestato. Al suo funerale non parteciparono le due ex mogli e l'unico lascito memorabile appartiene all'esibizione all'Organo di Bruce. Le sue ceneri furono poi sparse a Tintagel, in Cornovaglia, per celebrare un luogo da lui amato. 

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