The Who: quella volta in cui Townshend colpì Moon con la sua chitarra

La storia del rock è costellata di litigi tra i musicisti di una stessa band. E se molto spesso sono relegati nel backstage, a volte impazzano sul palcoscenico nel pieno di un concerto. Vediamo cos'è successo agli Who durante il loro live del 20 maggio 1966.   

Nel maggio 1966 gli Who cavalcavano ancora l'onda del loro esplosivo album di debutto, MY GENERATION (1965). Ed è proprio sulle note dell'iconica title track che il 20 maggio divampò una lite rabbiosa sul palcoscenico. Ci troviamo a Windsor, Berkshire, nel Sud-Est dell'Inghilterra: quella sera la band si esibì al Ricky-Tick. Non solo un locale simbolico per il rhythm 'n blues, ma anche il terreno performativo di band come Rolling Stones, Cream e The Jimi Hendrix Experience. Ma all'inizio del concerto c'erano solo il frontman Roger Daltrey e il chitarrista Pete Townshend sul palco, tanto da iniziare la loro performance con il supporto di Colin Strandring e Geoff Brown, rispettivamente bassista e batterista della band di apertura, i Jimmy Brown Sound. Ma come mai?

Ebbene, durante la loro permanenza nel Berkshire, gli Who avevano un ospite molto particolare, Bruce Johnston, co-fondatore dei Beach Boys, a cui si unì come musicista nel 1965, partecipando alle registrazioni di PET SOUNDS (1966). E Keith Moon non poteva nascondere di essere un grande fan, così si offrì di passare del tempo extra con Johnston, procurandogli un'intervista al celebre programma televisivo Ready Steady Go! In seguito, i due continuarono la serata insieme, dandosi all'alcool in compagnia del bassista John Entwistle, che si era unito nel frattempo al duo. Peccato che nell'euforia collettiva il trio sia arrivato al concerto al Ricky-Tick con due ore di ritardo, davanti a uno scocciato Townshend. 

Sembra che a quel punto Moon, invasato non solo dall'alcool, ma anche dalla droga, abbia iniziato a stuzzicare Townshend, chiedendogli se un ragazzo potesse usare il suo kit strumentale. Alla risposta pacata e trattenuta del chitarrista, che ha ammonito Moon per il ritardo, non è seguita un'evoluzione. Almeno non fino a poco dopo, quando sul finale di My GenerationMoon ha distrutto la sua batteria, con un piatto capitolato sulla gamba di Townshend. Quest'ultimo, nel roteare la sua chitarra, ha colpito per sbaglio il batterista, dando inizio a una rissa per cui è stato necessario chiudere il sipario sul palco. Tutti i presenti erano allibiti e affascinati. Anche lo stesso Johnston, che ha detto: "I ragazzi sanguinavano. Il concerto è stato una delle cose migliori che avessi mai visto." 

In sintesi si è però trattato di un incidente, tanto che Townshend ha dichiarato: "Non intendevo davvero colpire Keith. Ho perso la presa sullo strumento e lo ha preso alla testa." Tuttavia Moon riemerse dalla rissa con un occhio nero, un taglio che richiedeva di essere ricucito e una caviglia malandata. E nel suo limbo rancoroso, pensò bene di agire con una risposta esagerata. In breve tempo, la rivista «NME» riportava in prima pagina la notizia per cui lui e Entwistle avrebbero lasciato la band. Al bassista bastò un giorno di pausa per ritornare tra le braccia degli Who, ma Moon si tenne stretto il suo astio, sedimentando lontando dal gruppo per leccarsi le ferite. Non servirono tutte le scuse di Townshend.

Passò più di una settimana prima che Moon si decidesse a tornare. E quel 28 maggio sembrava lontanissimo, dato che la band dovette affidarsi ad altri batteristi casuali per i suoi spettacoli. Townshend non era molto contento di esibirsi con altri batteristi, ma in breve ogni castello di rabbia sarebbe caduto, lasciando a Moon il suo marmoreo posto dietro i piatti degli Who. Perché nonostante la permalosità e l'atteggiamento irruento, Moon è stato un batterista fedele come pochi altri, vicino alla sua band fino al giorno della morte, il 7 settembre 1978.

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