5 film degli anni Duemila ispirati ai Beatles

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I Fab Four sono una grande fonte di ispirazione cinematografica, attraverso film biografici o di finzione, documentari e pellicole che gli stessi musicisti hanno interpretato in prima persona. Scopriamo come il nuovo millennio ha omaggiato i leggendari Beatles.

Due di noi (2000)

Questa pellicola di inizio millennio è incentrata sull’incontro del 24 aprile 1976 tra John Lennon e Paul McCartney. Alla regia Michael Lindsay Hogg, su una sceneggiatura di Mark Stanfield, a sua volta guidato dallo storico dei Beatles, Martin Lewis. Quello che sembrerebbe prospettarsi come un racconto biografico, intreccia la fantasia alla realtà. Quel giorno del 1976, infatti, Paul andò a trovare John nel suo appartamento di New York e passarono una serata insieme, dopo anni di frecciatine dallo scioglimento della band.

Guardarono alla tv il Saturday Night Live, il cui produttore, Lorne Michaels, aveva proposto ai Beatles £3000 per un’apparizione. I due pensarono così di fare un’improvvisata, ma solo per scherzo. Poteva essere l’ultima tacita condivisione di un palco da parte dei due e invece si consumò in una bella serata, di cui non rimane testimonianza se non da alcune parole di Macca. Per questo il regista crea dialoghi fittizi tra i due, cercando di immaginare come fu quello speciale incontro. 

Mi Chiamo Sam (2001)

In questo caso, invece, l’evocazione dei Fab Four riecheggia nella colonna sonora, ma le loro canzoni non sono performate dagli originali interpreti. Celebri brani ritornano quindi nelle cover di Eddie Vedder, Nick Cave, Rufus Wainwright, con la sua versione di Across The Universe, e molti altri. Una soundtrack ricercata, che si accompagna a un cast d’eccezione, con Sean Penn come protagonista, Michelle Pfeiffer e la piccola Dakota Fanning.

Quest’ultima si chiama Lucy Diamond, in omaggio a Lucy In The Sky With Diamonds, nata da un disegno fatto a scuola del primogenito di John Lennon, Julian. Mi Chiamo Sam, diretto da Jessie Nelson, è la toccante storia che lega un padre a sua figlia. Quest'ultimo, interpretato da Penn, è un uomo le cui capacità intellettive sono rimaste ferme ai 7 anni. Un padre che cresce da solo la sua bambina finché lei non diventa intellettualmente più matura di lui e i servizi sociali intervengono per togliergliela. Ma l'amore genitoriale vive di un'intimità travolgente.

Across The Universe (2007)

Una delle più belle reinterpretazioni delle canzoni dei Beatles appartiene ad Across The Universe. Una storia d’amore, di amicizia e di speranza, sullo sfondo della Guerra del Vietnam e delle turbolenze sociali della controcultura anni Sessanta. E alla bellissima colonna sonora, che vede la partecipazione degli attori oltre alla chitarra di Jeff Beck e agli U2, si aggiungono le reminiscenze dei Fab Four, attraverso i nomi dei protagonisti: Jude (Jim Sturgess) e Lucy (Evan Rachel Wood).

La pellicola di Julie Traymor fonde atmosfere psichedeliche e oniriche su uno sfondo culturale in cui la poesia dei testi e i colori di un'immaginario fiabesco danno voce a una realtà romantica, spensierata e drammatica. Lo spettatore si immedesima nel viaggio personale di Jude, che dalle fabbriche di Liverpool raggiunge a Princeton, negli Stati Uniti, alla ricerca del padre. Troverà però una nuova famiglia, popolata da personaggi simbolici che hanno reso immortali le canzoni dei Beatles.

Nowhere Boy (2009)

È quindi il turno di Aaron Taylor – Johnson, giovane attore britannico dai plurimi ruoli celebri che, nel 2009, con una verve spavalda e pepata indossa gli abiti di John Lennon. Il biopic, concentrato sull’infanzia e l’adolescenza dell’artista è firmato da Sam Taylor-Johnson, regista e moglie del protagonista che infonde al lungometraggio di un tocco malinconico, insito nella difficile giovinezza del cantautore.

Così affiora libertina l’immagine perduta della madre, Julia, così distante dalla zia Mimi, con cui Lennon cresce, interpretata dalla rodata Kristin Scott Thomas. Ma il richiamo del rock ribolle sottopelle e, quando la morte di Julia cala il sipario sull'eterno sorriso della donna, Lennon può ritrovare la felicità solo attraverso la musica. L’incontro con un giovane McCartney a un concerto dei Quarrymen sancisce l’inizio della mitologia dei Fab Four, nella simbolica casa di Mendips di zia Mimi.

Yesterday (2019)

Ultimo in ordine cronologico è un film che inneggia a una distopia impensabile per i fan dei quattro di Liverpool: un mondo in cui i Beatles non sono mai esistiti. Un aspirante musicista, Jack Malik, svegliatosi una mattina nell'oblio di una contemporaneità senza la loro eredità musicale, decide di dar voce alle storiche canzoni della band. E il celebre regista britannico Danny Boyle (Trainspotting, The Millionaire) regala alla sua opera il titolo di quella canzone del 1965 passata di labbra in labbra tra milioni di fan.

Non è l'unico brano a costellare la pellicola, che si racchiude attorno al desiderio di amore, successo e affermazione di un giovane cantautore, catapultato all'improvviso nell'Olimpo della musica. Un riflesso di quello che è successo ai Beatles e del destino che accomuna molti musicisti, tra cui Ed Sheeran, il giovane e famoso cantautore pop che ha ispirato lo sceneggiatore Richard Curtis. In questo modo una storia personale assume una carica universale, spinta dal bisogno di avere un sogno. 

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