Megadeth: 6 tra i loro brani più sottovalutati

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L'epopea dei Megadeth ruota attorno a quel thrash metal distintivo che ha dato i natali a intrambontabili brani della band, nata nel 1983. Allora, come oggi, quei pezzi continuano a suonare con forza, ma scopriamone 6 ritenuti sottovalutati. 

My Last Words (1986)

Traccia di chiusura di PEACE SELLS…BUT WHO’S BUYING? (1986), My Last Words è adombrata dalla più celebre apripista Wake Up Dead, tra i brani più apprezzati dei Megadeth. Qui la band, guidata da Dave Mustaine, è al suo secondo banco di prova, con un album che esce lo stesso anno dell’acerrimo nemico MASTER OF PUPPETS e deve giocarsi la visibilità mediatica. Sembra infatti che questo disco, affinato sui riff di chitarra combattivi di Mustaine e Chris Poland, sancisca una dichiarazione di guerra da parte del frontman verso i suoi ex colleghi, i Metallica. Ecco dunque che su My Last Word dà voce a uno dei suoi più belli assoli, assaporando la drammaticità di un uomo che si punta una pistola alla tempia e aspetta che il destino spari per lui, in una roulette russa.

Mary Jane (1988)

Mustaine e il bassista David Ellefson compongono la maggior parte delle tracce del terzo album del gruppo, SO FAR, SO GOOD…SO WHAT! Un altro titolo lungo per un disco che abbraccia atmosfere cupe e malinconiche. Lo dimostra In My Darkest Hour, sesta canzone delle otto in tracklist dedicata al bassista dei Metallica Cliff Burton, tragicamente morto in un incidente in tour nel 1986. Lui rimane l’unico appiglio nostalgico e sofferto di Mustaine all’altra paladina del thrash metal. Tuttavia l’atmosfera più lugubre e inquietante dell’album si trova in Mary Jane. Un nome femminile che riecheggia all’inizio del pezzo e si traduce in una storia di fantasmi, scandita da chitarre discendenti e riff ricercati.

99 Ways To Die (1993)

Con una nomina ai Grammy Awards come migliore interpretazione metal, 99 Ways To Die si aggiudica un posto d’onore, anche se è stata largamente sottovalutata. Si tratta di un pezzo contro il suicidio, un brano granitico e compatto, che apparve per la prima volta nell’album di compilation THE BEAVIS AND BUTT-HEAD EXPERIENCE (1993), dal nome della celebre sitcom animata americana, unita all'ultima parola della Jimi Hendrix Experience. In un secondo momento venne invece pubblicato dalla Capitol Records nella raccolta HIDDEN TREASURES (1995) che accoglie l’altrettanto sottovalutata Angry Again.

Wanderlust (1999)

In questo caso subentra invece un punto di vista d’eccezione, quello di Mustaine. Nel 2019, infatti, con la pubblicazione della raccolta di 35 tracce WARHEADS ON FOREHEAD, il cantante dichiarò che, a suo parere, la traccia più sottovalutata fosse Wanderlust. Originariamente pubblicata per l’album RISK (1999), è un brano inedito rispetto al sound distintivo dei Megadeth, di peculiare bellezza.

Direi che Wanderlust è una delle migliori canzoni che abbia mai scritto. È un tale allungamento rispetto a quello che stavamo facendo prima, con il suo utilizzo di strumenti diversi. […] Avrei voluto che fosse una di quelle canzoni servite a quei cattivi ragazzi del country come Waylon Jennings, Hank Williams Jr - qualcuno che avesse quell'atmosfera metal nel country rock ...

Back In The Day (2004)

Il ritorno di Chris Poland alla chitarra inaugura il decimo album dei Megadeth, THE SYSTEM HAS FAILED (2004), uno dei più belli della loro produzione discografica. Qui troviamo come settima traccia una canzone raramente performata dal vivo dalla band e rimasta offuscata nelle retrovie: Back In The Day. Ma quest’ultima riflette l’animo di rivalsa di una band che, seppur nel nuovo millennio, trasuda lo stesso vivo spirito metal degli anni Ottanta. E la canzone ha anche accompagnato un episodio di Duck Dodgers, la serie animata sulle avventure fantascientifiche dell’alter ego del celebre Daffy Duck, in cui i Megadeth suonano in versione cartoon.

13 (2011)

A due anni di distanza dal precedente ENDGAME (2009), i Megadeth dimostrano di mantenere alte le aspettative come i rodati musicisti metal che sono. Così il 2011 inaugura THIRTEEN, album che mette all’erta i più superstiziosi, ma sicuramente attira un magnetico successo, dato che svetta tra i numeri Billboard e conquista ottime recensioni di critica, anche nei riguardi dei chitarristi Chris Broderick e Mustaine. Proprio quest’ultimo, insieme al produttore Johnny K, dona gli albori all’epocale traccia di chiusura, che porta lo stesso nome, in cifra, dell’album. E in questo pezzo il cantante e chitarrista offre al mondo tutta la sua vulnerabilità e il suo senso di riscatto. Come disse Ellefson:

Prima di iniziare il disco, Johnny K aveva letto l'autobiografia di Dave, e penso che questo lo abbia aiutato a capire la psiche di Dave, così come i Megadeth.

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