True Lies 3: il leggendario Phil Lynott raccontato da Classic Rock e Radiofreccia

phil lynott

Durante la terza puntata di True Lies, il programma di Classic Rock e Radiofreccia, Fabio Cormio e Dj Double M hanno raccontato la vita leggendaria di Phil Lynott, leader dei Thin Lizzy.

Puoi ascoltare tutte le puntate di True Lies sul sito di Radiofreccia!

Secondo tutti gli artisti che lo hanno conosciuto, Phil Lynott aveva qualcosa, un ghigno che rendeva il suo carisma vagamente inquietante. E non era solo l'effetto della dipendenza da eroina in cui era precipitato, quella maschera che i tossici imparano subito a padroneggiare, cioè il bisogno di nascondere la loro dipendenza ostentando sicurezza. No, era qualcosa di più grave: era un suicidio rock and roll.

"Phil era molto cambiato", disse una volta Gary Moore, che con Lynott aveva condiviso tanto entrando e uscendo a più riprese dalla formazione dei Thin Lizzy. Lynott aveva visto come si comportavano stelle come Freddie Mercury e Rod Stewart, e le aveva imitate: esigenti e pretenziose, quasi per mettere alla prova la lealtà di chi gli stava attorno.

Per Phil Lynott le cose sono state complicate: era l’outsider perfetto: suo padre, Cecil Parris, era di Georgetown nella Guyana britannica, mentre la madre Phillys Lynott era irlandese di Dublino. Il padre abbandonò la famiglia quando Phil (nato nel 1949 a Birmingham) aveva solo poche settimane, così il bambino prese il cognome della madre.  Appena nato Phil venne portato dalla madre prima nei pressi di Manchester e poi a Dublino. Phil crebbe con la madre e con la nonna, e conobbe il padre solo negli anni '70, quando già era una rockstar, ma soprattutto era già un tossicodipendente.

Per capire le difficoltà di Lynott dobbiamo tornare indietro nel tempo: essere un nero mezzosangue senza padre nell'Irlanda di quegli anni non fu per niente facile per Phil, che dovette imparare presto a difendersi. Di certo quel clima di emarginazione contribuì a farlo sentire solo e fragile, ma anche unico e speciale. Questo emerge molto bene nei testi delle canzoni di Lynott, in cui si parla di stare per strada, di ribellione, ma anche di romanticismo (e il tutto comunque spesso filtrato da un senso dello humour molto spiccato). Insomma, Phil Lynott fu sempre un outsider che sapeva benissimo di esserlo, e che cercò sempre di nobilitare e valorizzare la sua posizione. I suoi eroi? Elvis Presley e Jimi Hendrix.  

Andiamo al 1976: fu l'anno d'oro dei Thin Lizzy, che erano stati fondati nel '69 e che avevano conosciuto il primo grande successo con Whiskey in the Jar. Ma nel '76 uscirono due dischi: JAILBREAK e JOHNNY THE FOX, con il singolo The Boys are Back in Town, forse il loro brano più famoso incluso in JAILBREAK.

All’improvviso diventò tutto frenetico (non che non fossero frenetici già prima: a quel tempo la band scriveva mentre era in tour, senza tempo per fermarsi, per fare provini o altro). Phil scrisse The Boys are Back in Town in un solo giorno, ma fu uno di quei brani a cui nessuno prestò molta attenzione.

"Ce ne stavamo seduti", ricorda il chitarrista Scott Gorham, "e Phil suonava il basso. Ci chiese 'che ne pensate?' io gli dissi che in effetti sembrava solo una tiritera un po' stupida. E lui: 'Sì, lo so, ma suonami gli accordi'. Io glieli suonai e in effetti sembrava carino, ma tra me e me pensavo 'Ma dai, ma che accidenti puoi ricavarci', e chiesi a Phil 'Che ne dici di questo?' e gli feci sentire il riff che oggi conoscono tutti".

Poi The Boys Are Back in Town venne messo da parte, e il gruppo per un po' non ci pensò più. Fu Chris O’Donnell, manager dei Thin Lizzy, a sceglierla. O’ Donnell disse: "Ha qualcosa che mi piace". Fu per questo che la band la incluse nel disco: semplicemente perché a Chris era piaciuto quello che aveva sentito nel demo. 

Il nome dei Thin Lizzy fu ideato dal chitarrista Eric Bell, che si ispirò alla copertina di un disco di John Mayall & the Bluesbreakers in cui compariva Eric Clapton intento nella lettura di un fumetto: The Beano. Bell comprò una copia di un fumetto dello stesso autore e lì vide un robot chiamato Tin Lizzy. Era scritto un po' diversamente, ma col tempo la denominazione del gruppo divenne quella che tutti conosciamo: Thin Lizzy.

Ascolta l'intera puntata sul sito di Radiofreccia (e se le hai perse, recupera le prime due!). Il prossimo appuntamento con True Lies sarà l'ultima domenica di giugno alle 21.

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