Il magnetismo spaziale appartiene di diritto a questo brano del 1967, scritto in una cella di Brixton da Mick Jagger e con un incipit disorientante. E non poteva essere altrimenti per la canzone che ha occupato il lato B del singolo con la psichedelica She’s The Rainbow, entrambi estratti da THEIR SATANIC MAJESTIES REQUEST. 2000 Light Years From Home è un brano alienante, futurista e surreale in tutta la sua evoluzione, impreziosita dal tocco sporco della chitarra di Keith Richards. Questa inframezza le sonorità lisergiche e a tratti disturbanti di una poesia delirante che esaspera il suo contenuto e lo rende profondamente suggestivo.
Dite “spazio” e subito nella memoria balugina questo immortale brano del 1969, traccia di apertura dell’omonimo album e fiore all’occhiello della discografia Bowie. Si tratta di Space Oddity, la cui pubblicazione come singolo a alla perfezione solo 9 giorni prima di un evento storico: l’atterraggio sulla Luna di Neil Armstrong e Buzz Aldrin. Il pezzo divenne subito il simbolo di quell’impresa e del misterioso universo da indagare. In Italia, su testo di Mogol e voce di Bowie, il brano rinacque nelle vesti di Ragazzo Solo, Ragazza Sola, la cui carica intima ed evocativa emerge nella colonna sonora del film Io e Te di Bernardo Bertolucci.
Il 4 febbraio 2008, il bellissimo brano del testamentario LET IT BE (1970) è stato lanciato nello spazio dalla NASA sotto forma di onde radio, in direzione di quella conosciuta come stella polare. Un gesto simbolico più che scientifico, per celebrare, in occasione del 40esimo anniversario, l’immensa eredità di Across The Universe. E come potrebbe essere altrimenti, data l’universalità e la complessità di una poesia trascendentale di suoni, luci e colori. Questa traduce l’ispirazione che accompagnò la composizione di John Lennon, già nel 1967. E per chi non è mai sazio di questo brano e della discografia Beatles, consigliamo vivamente il film Across The Universe (2007).
Non poteva mancare il celebre astronauta di Elton John, a cui Bowie lanciò frecciatine con la velata accusa di aver copiato il suo Space Oddity. Ma l'origine di Rocketman, traccia del settimo album di John, HONKY CHÂTEAU (1972), è spiegata dal suo autore: Bernie Taupin. Il fedele amico e collaboratore del cantante spaziale scrisse il brano ispirandosi a un racconto dello scrittore fantascientifico Ray Bradbury e all’omonima canzone del cantautore Tom Rapp dei Pearls Before Swine, un gruppo folk visionario degli anni Sessanta. Così la magia divampa nella storia di un astronauta nello spazio, lontano da quella famiglia da cui desidera tornare, ma che non compenserà mai la bellezza delle stelle.
Provate a unire in un unico ritratto Sting, Monaco di Baviera e una bottiglia di grappa e otterrete la perfetta genesi di Walking On The Moon. Sullo sfondo un’atmosfera fantascientifica in salsa reggae, incorniciata dalla perizia al basso del biondo musicista. E i Police conquistano la Gran Bretagna con questo brano estratto dal secondo album, REGATTA DE BLANC (1979). Ad impreziosire il prezzo, poi, la precisa scansione di un ritmo ipnotico e al tempo stesso intriso della disinteressata leggiadria dell’innamorato, che cammina come se fosse privato di tutti i pesi del mondo, senza gravità.
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