Jaco Pastorius: la tragica morte del bassista prodigio

jaco pastorius

Il 21 settembre 1987 moriva Jaco Pastorius, maestro al basso nelle sue sfumature jazz fusion, musicista camaleontico, sperimentale e dotato di un talento raro. Aveva solo 35 anni quando i suoi familiari decisero di staccarlo dalle macchine dell'ospedale dove sostava da 9 giorni, inerme. Ma cosa successe?

A pochi mesi dal suo 36esimo compleanno, Jaco Pastorius chiuse per sempre i suoi occhi gonfi e lividi in una stanza del Broward Health Medical Centre di Fort Lauderale, in Florida. Al momento della sua morte aveva il cranio fratturato e una forte emorragia interna, finché la rottura di un prioritario vaso sanguigno del cervello non interruppe le sue funzioni vitali. Era il 21 settembre 1987, quando i familiari, tra cui i due fratelli e le due ex mogli, staccarono la spina dei macchinari, alle 21.25. Ma l'uomo su quel letto d'ospedale non era più uno dei più grandi bassisti di tutti i tempi, solo una creatura deprivata della sua linfa vitale, inerme, vegetativa. Per questo, prima di raccontarvi il tragico epilogo del musicista, ricordiamo brevemente chi era Pastorius prima di quella notte fatale a Fort Lauderdale. 

Con il nome di battesimo di John Francis Anthony Pastorius, Jaco nacque in Pennsylvania nel 1951. All'inizio prese in mano le bacchette da batteria, a 12 anni si avvicinò alla chitarra e ad appena 15 scoprì la magia di quello che sarebbe stato il suo fedele strumento: il basso. In quello stesso periodo si formavano storici nomi del panorama rock, come John Paul Jones dei Led Zeppelin e John Entwistle degli Who. Solo quando Pastorius ritenne di aver trovato un proprio stile sfaccettato, fondò la sua prima band, nel 1969. Con il loro tocco funky, i Woodchuck spopolarono in Florida, ma il 1976 sancì un altro importante passaggio del musicista, a fianco dei Wheater Report. E se quell'anno sancisce il primo debutto discografico di Pastorius, la sua arte divampa al suo meglio in WORD OF MOUTH (1981), secondo suo album solista. 

L'epopea con i Wheather Report si chiuse nel 1982, ma Pastorius, a poco più di 30 anni, aveva già un proprio timbro stilistico, che si realizza nell'improvvisazione: il suo abbandono si manifesta in momenti di intimità sofferta e passionale con il basso, mentre le sue dita corrono veloci sulle corde, ipnotizzando lo spettatore con una performance magnetica e profondamente coinvolgente. Non si tratta solo di perizia tecnica, ma di un vero e proprio dono che consiste nel trovare una comunione emotiva con lo strumento. Per questo ogni esibizione di Pastorius è unica e indimenticabile, come il suo assolo di un'ora e mezza al Newport Jazz Festival. Ma dietro ogni genio c'è un'anima tormentata, e quella di Jaco incomincia ad abbracciare l'autodistruzione dal 1977, con un consumo massiccio di alcool e droga.  

Pastorius è tanto poetico sul palco quanto bohemién nella vita: la sua è un'esistenza di vagabondaggio, furtarelli, ubriachezza molesta e comportamenti incontrollabili. La polizia lo conosce bene, anche se, quando l'ufficiale di turno l'11 settembre 1987 lo trova alle 4 del mattino, piegato su una pozza del suo stesso sangue dice: "Nessuno merita di morire in quel modo. È morto senza nessun motivo". Ed è vero, Jaco Pastorius non si meritava di morire così. Soprattutto in una serata di contentezza per il musicista, ospite al concerto al Sunrise Music Theatre dell'amico Carlos Santana. E lì tutto iniziò quando Pastorius salì sul palco dopo l'assolo del bassista Alphonso Johnson, alzandogli il braccio come a proclamarlo vincitore. 

La security non lo riconobbe e lo portò via dal palco, accompagnandolo all'uscita. Qui Pastorius, invasato di un'evidente ebrezza alcolica, si sarebbe diretto presso il vicino Midnight Bottle Club, dove avvenne il fatale incontro con il buttafuori Luc Havan, un rifugiato vietnamita di 25 anni che negò l'ingresso al musicista per il suo comportamento molesto. Da lì qualche offesa, qualche calcio alla porta di ingresso, come ha riportato Havan, e un inseguimento in un vicolo, dove il buttafuori avrebbe spinto a terra Pastorius, con un colpo di testa fatale, sul cemento. In quel momento la stazione di polizia era a 8km circa e quando arrivarono i poliziotti, Jaco era riverso a terra, con una ragazza del bar al suo fianco che disse semplicemente: "Jaco sta male".

9 giorni dopo, la morte, davanti alla quale i familiari non riuscirono neanche a incolpare Havan, che se la cavò con una cauzione di 50mila dollari, in quanto solo "strumento della morte di Jaco". Non sapevano chi meritasse la colpa di una perdita così immensa, davanti alla quale si può solo restare in silenzio, celebrando l'eredità di colui che dettò le regole del jazz anni '70 e '80

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