Non solo “Space Oddity”: altri brani di Bowie con protagonista Major Tom

david bowie

Nel 1969, David Bowie rilascia il suo capolavoro spaziale, inaugurando il primo vero alter ego della sua carriera, Major Tom. Scopriamo di più su questo astronauta con 4 brani. 

Space Oddity

L’11 luglio 1969 il mondo accoglie Space Oddity, perla fantascientifica ed esistenziale dell’omonimo album, che viene lanciata nove giorni prima del celebre allunaggio. Da quel momento diventa quindi il brano simbolo dello sbarco sulla luna, introducendo la misteriosa figura dell’astronauta Major Tom. Ma come lo stesso David Bowie ha sottolineato:

In Inghilterra hanno sempre pensato avessi scritto il pezzo ispirandomi all’allunaggio spaziale perché di grande attualità in quel periodo, ma in realtà la vera ispirazione venne dopo aver visto “2001 Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick, un film meraviglioso che mi colpì molto.

La partenza di Tom sul suo shuttle, descritto come una lattina (tin) è accompagnato dal countdown della torre di controllo (ground control) e dall’estasi collettiva. Ma una volta arrivato sulla Luna, Tom vede la lontana Terra come un mondo vuoto, triste, indifferente alle sue emozioni, e decide di interrompere qualsiasi contatto, perdendosi nella scoperta di sé in una condizione di isolamento e alienazione. Bowie scrive così la metafora dell’artista che, ingabbiato dalla fama, cerca di capire chi è veramente. Non è la gloria del successo tecnologico, è la fine del sogno americano.  

Ashes To Ashes

Undici anni dopo, a seguito della morte di Ziggy Stardust nel 1973 e dell’ascesa del Duca Bianco, Bowie rievoca Tom in Ashes To Ashes. Si tratta del primo singolo estratto da SCARY MONSTERS (AND SUPER CREEPS), dove l’astronauta tanto glorificato per il colossale passo per l’umanità, viene descritto come un junkie, un drogato abbandonato alla sua perdizione spaziale. Così, se l’iniziale approccio di Space Oddity rifletteva lo spirito sessantottino della libertà psichedelica, gli anni Ottanta guardano al problema pervasivo della dipendenza, che tocca in prima persona Bowie.

In questo modo Tom gli è vicino più che mai, come un idolo dimenticato in uno spazio infinito e immolato al suo dolore. Per questo il titolo emblematico del pezzo, che traduce l’espressione “cenere alla cenere”, inscena un’elegia funebre simbolica per Tom. Nel videoclip vediamo l’astronauta accudito dalle infermiere e contornato da tubi ospedalieri. Ma in quella dimensione lontana e dimenticata, Tom è solo, eroe e vittima degli eccessi che hanno scritto la sua iconica figura. O meglio, quella di Bowie, nelle vesti del triste clown Pierrot che, alla fine degli anni Settanta, fa un compendio della sua persona artistica, morendo e risorgendo con un’altra maschera come solo lui sapeva fare.

Hallo Spaceboy

Nel 1995, il criptico concept album 1. OUTSIDE richiama a sé lo sperduto Tom: ora l’astronauta è stato liberato dai suoi demoni, ma non sa più cosa sia la libertà e la sua confusione esistenziale lo porta a un delirio, incorniciato dal celebre verso This Chaos Is Killing Me (Questo caos mi sta uccidendo). Appare come un uomo assopito, immobile, conscio che, dopo tutta questa solitudine è cambiata la sua consapevolezza su ciò che prima aveva dato per scontato. Bowie lascia che il magnetismo dell’ignoto e dell’enigmatico giochi a favore di questo esperimento avanguardista. 

La prima ispirazione è la letteratura fantascientifica: è interessante notare anche l’intrigante gioco di significato che circonda la prima parola del titolo, HalloQuest’ultima, in riferimento allo scrittore William S. Burroughs, potrebbe alludere a diversi scenari, dal santo (hallow), all’aureola (halo), fino al vuoto (hallow). Insomma, a distanza di 15 anni dalla sua orazione funebre, il ritorno di Tom è accompagnato da un’esistenza fluida, inconsistente, indefinibile.

Blackstar

La morte dell’astronauta perduto non può che coincidere con quella del suo brillante autore: l’epitaffio di Tom riposa in pace in BLACKSTAR, l’ultimo album in studio di Bowie, pubblicato due giorni prima della sua morte, il giorno stesso del suo compleanno, l’8 gennaio 2016. La title track è di una complessità disarmante, lode al genio artistico. Tra preghiere e citazioni ad Aleister Crowley, il celebre maestro dell’occultismo, si chiude la parentesi di un’epopea spaziale

E se c’era una volta un pianeta lontano, ora questo è abitato da creature femminili umanoidi, che trovano lo scheletro di Tom decorato di gioielli all’interno della sua tuta spaziale. È questo il suo elogio funebre: di Major Tom rimane solo il teschio da celebrare come un’icona, mentre le ossa restanti si disperdono nel buio iperuranio spaziale, tra le stelle nere. In questo modo il mago del teatro cala la maschera e la offre al prossimo erede.

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